Valnestore: «Morti traditi, non ci stiamo»

Dura presa di posizione dell’avvocato Biscotti su un documento redatto dall’Usl1 Umbria: «Su quali basi si afferma che i tumori non sono collegati all’ex centrale Enel?»

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di L.P.

Possono bastare cinque pagine di relazione redatte dalla Usl Umbria1 per fugare ogni dubbio su una vicenda che va avanti da più di 30 anni, mentre la verità processuale deve ancora essere appurata?

Il legale Valter Biscotti assieme al comitato Soltanto la salute

Il legale E’ convinto di no l’avvocato Valter Biscotti che venerdì mattina ha voluto incontrare alcuni esponenti del comitato ‘Soltanto la salute’ all’interno del suo studio in corso Vannucci. L’occasione è stata offerta da una relazione redatta dal dipartimento prevenzione della Usl Umbria 1 che appena qualche giorno fa ha inviato il suo dossier al comune di Piegaro, all’Arpa, al Registro tumori umbro e al direttore sanitario del distretto del Trasimeno.

L’INTERVISTA ALL’AVVOCATO BISCOTTI – IL VIDEO

La relazione dell’Usl A richiedere quella relazione, circa un anno fa, deve essere stato proprio il comune di Piegaro. «Cosa alquanto strana, con un’inchiesta della Procura in corso – commenta l’avvocato Biscotti che tutela le famiglie dei malati di tutta la zona della Valnestore – che il comune si faccia inviare un dossier che si basa su non si sa quali basi scientifiche e che pretende di raffigurare la situazione epidemiologica dell’area». Ma il punto che sconvolge di più, secondo l’avvocato e il comitato che da anni presenta esposti circa l’eccessiva incidenza di tumori nell’area su cui un tempo incideva la centrale dell’Enel, è la conclusione del dossier, quando si afferma che «Non si rendono evidenti elementi epidemiologici direttamente correlabili ad una esposizione della popolazione agli inquinanti prodotti dall’attività dell’ex centrale di Pietrafitta o alla presenza di ceneri».

Le conclusioni Se, nel corso degli anni, i casi sono stati più di 200 solo quelli accertati, come ha potuto constatare Biscotti, le conclusioni a cui approda il documento è che sì, una maggiore incidenza rispetto alla media regionale esiste, ma non è possibile collegarli all’attività dell’ex centrale. Secondo il dossier, dunque, i maggiori livelli di inquinamento – questi, allora, accertati – si sarebbero verificati nei primi decenni successivi agli anni ’50, ma le ricadute non possono essere riscontrabili in un’analisi che prende come riferimento il ventennio 1994-2014.

I casi «Secondo il mio personale giudizio – prosegue l’avvocato Biscotti – questo report non ha alcun valore giuridico né tantomeno scientifico.  Noi abbiamo raccolto più di 200 casi di tumore nella zona, qui si parla di appena una decina di casi. Non solo, il rapporto non può avere elementi di indipendenza nella valutazione perché è stato redatto da un’autorità sanitaria che avrebbe avuto il compito oltre che il dovere di prevenire e vigilare. Arrivare alle stesse conclusioni a cui siamo giunti noi sarebbe stata un’ammissione di colpevolezza. Se uno studio del genere deve essere fatto, noi ci aspettiamo che a predisporlo sia un’autorità veramente indipendente, estranea cioè alle autorità di controllo locali».

Il comitato «Lo studio poi – commenta anche Ivano Vitali, del comitato ‘Soltanto la salute’ – prende in considerazione solamente il comune di Piegaro, dato che ha richiederlo è stato lo stesso ente. Non dimentichiamoci che la Valnestore comprende una zona ben più ampia, che arriva fino al comune di Panicale e alla frazione di Tavernelle». «Soltanto noi abbiamo raccolto 220 casi, – commenta un’altra rappresentante del comitato, Iva Iaconi –  ma possiamo parlare anche di 400-500 persone in questi ultimi 20 anni, perché c’è paura e omertà, ci sono almeno il doppio delle persone che non vogliono affermare di avere qualcuno in famiglia che è stato colpito da un tumore».

‘Affossare l’inchiesta’ La sensazione, dunque, per il legale, è che non sia una circostanza fortuita che questo dossier sia stato recapitato proprio ora. «Sento che è in atto – prosegue  Biscotti – un tentativo non di delegittimare l’inchiesta della magistratura, quanto piuttosto di affossarla. Chi lo sta mettendo in atto non lo so. Certo è che non stiamo combattendo contro una piccola azienda locale, l’ Enel sta mettendo in campo tutte le sue forze per capire dove sta andando l’inchiesta. Rimaniamo vigili e a nostro avviso questo rapporto non ha alcun valore scientifico né probatorio. Darò incarico ai miei tecnici di valutarne l’effettiva scientificità, poi ne riparleremo». E intanto, per la serata di venerdì, è in programma un’altra assemblea pubblica del comitato Soltanto la salute.

L’assemblea «Forse è il caso di prendere un’altra direzione – commenta Gianni Carnaccia del comitato – fino ad oggi la collaborazione con le istituzioni e coi sindaci non ha portato da nessuna parte. Sembra che ci sia una provocazione continua, il sindaco che si fa fare questo dossier non si sa per quale motivo, l’Enel che sponsorizza ‘le passeggiate della salute’ a pochi metri dal terreno sequestrato della ex centrale. Noi abbiamo il diritto – concludono – di sapere che futuro c’è per questo territorio, per i nostri figli e i nostri nipoti. Di poter stare tranquilli che non ci ammaleremo e non si ammaleranno i nostri bambini se continueranno a vivere lì».

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