«Violenta coltellata inferta alla schiena»

Villa di Magione, così è morta la 69enne Augusta Brunori. Si aspetta il Dna per l’indivduazione della mano che ha agito con violenza e forza

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Una sola coltellata, inferta con violenza inaudita alla schiena, tanto forte da trapassare le costole e conficcarsi in modo letale in un polmone. Così è morta la 69enne Augusta Brunori a Villa di Magione, davanti alla dépendance dove la figlia Francesca viveva con il padre dopo la separazione dei genitori. La mamma era lì proprio per accudire lei, visto che il marito e l’altro figlio erano a Roma. Francesca sembra sia la principale indiziata del delitto. Ma si aspetta il test del Dna per una eventuale conferma.

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Quanta forza ci vuole per una coltellata?

Ha agito con violenza e forza inaudita la mano che ha conficcato il coltello da cucina nella schiena di Augusta Brunori nella notte fra domenica e lunedì. Era quella di Francesca? Forse la 35enne non ne aveva la forza, ma chi sa cosa possa scatenarsi nella mente e nel corpo di una persona in un impeto di rabbia. Del resto, come noto, la ragazza non era nuova a ‘scatti di rabbia’: già nel 2014 aveva ferito la mamma (l’anziana donna fu colpita con una bottiglia rotta al collo) ed in passato era stata sottoposta a più di un Tso, il trattamento sanitario obbligatorio disposto contro la volontà dell’assistito, in presenza di motivi gravi.

Morta quasi subito: non si è difesa

Dall’autopsia svolta a Perugia sul corpo di Augusta – rivela l’Ansa – non sarebbero emersi elementi che possano far pensare a un tentativo di difesa da parte della vittima. Sugli esiti viene comunque mantenuto il riserbo. In base a quanto accertato, la morte della donna sarebbe avvenuta al mattino, forse in un orario poco distante dal momento in cui è stato dato l’allarme da parte della figlia: Francesca non ha chiamato i carabinieri e nemmeno il pronto soccorso, ma il centro di salute mentale che la segue (pare per dipendenze da alcol e droga)  sostenendo prima che Augusta era stata uccisa durante una rapina e poi che si era suicidata. Due ipotesi apparse poco credibili agli inquirenti fin dai primi istanti. Sentita poi dal magistrato, alla presenza di un legale, la giovane è apparsa in stato confusionale ma ha comunque negato di avere ucciso la madre. In attesa della relazione autoptica ufficiale, si attendono ora i risultati dell’esame del Dna rinvenuto sul manico del coltello da cucina individuato come arma del delitto: ha una lama da 15 centimetri.

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