Biodigestore Foligno: «Privato favorito»

In vista della concessione del terreno all’azienda che dovrà costruire l’impianto da 14 milioni di euro, alcune clausole sembrano favorire solo l’Asja Ambiente Italia

Condividi questo articolo su

L.P.

Si prevede una giornata calda, martedì, in consiglio regionale, quando tra i tanti punti all’ordine del giorno approderà in aula anche la proposta di atto amministrativo per la concessione all’azienda Asja Ambiente Italia Spa di un terreno di quasi un ettaro in località Casone.

consiglio regionale Regione Umbria palazzo cesaroni2La concessione è il primo passo verso la realizzazione di un impianto di produzione di biometano e compost alimentato dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani provenienti dalla raccolta differenziata. Ma ad ‘accompagnare’ la discussione ci saranno anche alcuni rappresentanti dei comitati che, da mesi, si battono contro la realizzazione di quest’opera costosa e di dubbia utilità per l’intero territorio e che presenta numerose perplessità anche da un punto di vista ambientale. Una vera e propria manifestazione per contrastare la ‘cessione’ di una porzione di terreno pubblica a un’azienda privata, l’Asja Ambiente Italia Spa, promettono dal comitato dopo le raccolte firme dei 22 comuni compresi nell’area che nei giorni e mesi scorsi sono state depositate.

Contratto Ma intanto a leggere il contratto che l’azienda ha stipulato con Ati 3 e Valle Umbra Servizi Spa, emergono aspetti che lascerebbero presupporre uno sbilanciamento tutto a favore del partner privato. Già a partire dallo stanziamento di oltre 3 milioni di euro – su un totale di 14 milioni come costo complessivo dell’opera – che la Regione mette a disposizione come contributo per la realizzazione dell’impianto di produzione di fertilizzanti da compostaggio di rifiuti organici provenienti da raccolta differenziata. L’azienda, infatti, utilizzando un contributo pubblico che è stato anche aumentato, inizialmente infatti la cifra assegnata era parti a 2 milioni e 300 mila euro, usufruirà infatti di un ‘aiuto’ per costruire una parte integrante di impianto che produrrà biogas.

Per i cittadini Al contrario, l’indennità di compensazione ambientale in favore dei cittadini per i disagi provocati dall’impianto sembra tutta sbilanciata e, non certo, in favore degli abitanti, quando viene previsto un rimborso al ribasso, cioè pari a un euro, che l’azienda e la VUS verseranno al Comune di Foligno. Al contempo Asja Ambiente Italia vedrà i propri diritti garantiti sul terreno dove sorgerà l’impianto per 20 anni ad un canone annuale di 37 mila e 500 euro con un utilizzo esclusivo di impianti e attrezzature esistenti, come le reti tecnologiche e la rete del gas naturale. Infine la Vus dovrà costituire in favore dell’azienda i diritto di servitù necessari su tutta l’area nella quale è posizionato l’attuale impianto di selezione.

Sauro Presenzini

Sauro Presenzini

Conti in tasca Una cifra forse un po’ irrisoria, quella di poco più di tre mila euro al mese, per un impianto che, una volta in funzione, potrebbe estrarre più di 2.400.000 di metri cubi di metano dai rifiuti che potranno essere immessi in rete quando la normativa statale lo consentirà, oppure venduti per autotrazione, «riconoscendo alla collettività, rispetto al quantitativo prodotto, una percentuale di produzione pari alla massima capacità dell’Impianto e corrispondenti ad 80.000 euro annui a favore di Vus. Dalla produzione del biometano infatti Vus nei 20 anni di ciclo di vita dell’impianto ricaverà appena 1,6 milioni di euro fronte ai più di 45 milioni di euro a favore di Asja» spiega Sauro Presenzini del Wwf di Perugia.

I dubbi, dunque, ci sono e sono di natura economica, politica ma anche ambientale e, ovviamente, inerenti la salute dei cittadini. I fondi europei erano destinati destinati all’ammodernamento dell’attuale impianto di Casone per la produzione di compost di qualità da raccolta differenziata eliminando tra l’altro i problemi di odori con una significativa ricaduta occupazionale sul territorio, mentre il futuro impianto prevede un’occupazione solo per sei dipendenti. «Soltanto un mercato ‘drogato’ economicamente, con il riconoscimento di un premio /bonus per la produzione di biometano, ha interrotto la chiusura del ciclo rifiuti in una direzione già prevista, ovvero il metodo aerobico ed ha dirottato questo contributo in favore della scelta impiantistica che oggi crea notevoli difficoltà, rischi e ricadute negative sul territorio».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli