Inceneritore, ecco cosa vuole bruciare Acea

Terni: carta, plastica, legno e gomma tra i rifiuti per i quali si chiede la Via. L’azienda: «L’inquinamento non aumenterà»

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Un paio di pareri ‘tecnici’ – entrambi positivi – già pervenuti, le richieste di chiarimenti da parte di Comune e Usl su emissioni e diossine, oltre all’istanza di integrazione della documentazione fatta dall’Arpa, pronta a valutare l’effetto cumulo con il vicino impianto di Terni Biomassa: emergono i dettagli della prima conferenza dei servizi che si è tenuta giovedì in Regione, convocata per valutare la richiesta di Valutazione di impatto ambientale presentata da Acea per estendere le tipologie di rifiuti da bruciare all’interno dell’inceneritore di Maratta Bassa. In particolare carta e cartone, plastica e gomma, legno, prodotti tessili e altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti.

DIOSSINE NEI CIBI: «STUDI BLOCCATI»

L’esito del primo incontro

L’iter è tenuto sott’occhio dalle associazioni ambientaliste che – comitato No Inceneritori e associazione Amici della terra nello specifico – hanno già presentato osservazioni in merito al progetto. Finora, invece, gli unici due pareri definitivi pervenuti sono quelli del servizio geologico e gestione delle competenze regionali in materie pubbliche (favorevole senza prescrizioni) e del servizio risorse idriche e rischio idraulico (favorevole con prescrizioni). Non si sono invece ancora espressi, ufficialmente, gli altri soggetti – la cui posizione richiede una valutazione più approfondita in vista della della delicata, anche politicamente, decisione finale – coinvolti nel procedimento. A partire dal Comune di Terni, che durante la seduta, ha chiesto alcuni chiarimenti in merito ai criteri di valutazione adottati per la stima delle emissioni in atmosfera, oltre che su quelle odorigene. Tre, su questo punto, le ipotesi di scenari previste dall’azienda per la stima delle ricadute.

ARPA: «TERNI NON È PENALIZZATA»

Usl e Arpa vogliono integrazioni

Quanto all’Usl, anche l’azienda sanitaria ha richiamato la stessa problematica connessa alle emissioni, con particolare riferimento alla produzione di diossine e al contenuto di cloro, ma su questa ultima questione Acea ha chiarito che il contenuto massimo in termini percentuali nel secco sarà inferiore rispetto a quello previsto a livello normativo dagli scarti di pulper, i rifiuti attualmente avviati all’incenerimento. Il parere dell’Usl Umbria 2, così come quello dell’Arpa, arriverà però solo una volta che l’azienda avrà presentato le richieste integrazioni.

Si inizia con una sperimentazione

Dal canto suo Acea – rappresentata nella riunione, tra gli altri, dal direttore tecnico Giorgio Custodi e dal responsabile Marco Palazzesi – ha illustrato analiticamente il progetto e gli studi svolti ai fini della valutazione degli impatti ambientali prevedibili. Nel corso della seduta l’azienda ha anche presentato le proprie controdeduzioni in merito alle osservazioni depositate dalle associazioni ambientaliste. Tra queste, in merito ai controlli, Acea ha annunciato che, in caso di approvazione del progetto, prevede di attuare una fase di sperimentazione, insieme alle autorità controllo, nel corso della quale le nuove tipologie di rifiuti saranno avviate a termovalorizzazione in modo graduale, per monitorare i valori di emissione, intervenendo immediatamente in caso di anomalie, fino al raggiungimento di condizioni sostanzialmente stabili del processo di recupero energetico.

INTANTO A PERUGIA I RIFIUTI LI BRUCIANO ALL’ARIA APERTA

La posizione aziendale

L’azienda nelle controdeduzioni ha anche spiegato che all’interno dell’impianto di Maratta non viene avviato né si ha intenzione di avviare Combustibile solido secondario (Css). Inoltre, quanto alla provenienza dei rifiuti, il progetto prevede che, nel rispetto del principio di prossimità, circa il 30% di essi, in ingresso, provenga prevalentemente dall’Umbria. Quanto all’osservazione degli ambientalisti secondo la quale il nuovo progetto aggiungerebbe nuovi inquinanti pericolosi (diossine,metalli, furani, etc.), Acea – che ha anche trasmesso alla conferenza dei servizi due studi specifici – smentisce questa ipotesi, sottolineando che a fronte dell’introduzione di cinque nuove tipologie di rifiuti da incenerire si prevede la rinuncia ad otto, dunque con un saldo negativo di tre. Lo stesso progetto inoltre – sempre a detta di Acea – non prevede un incremento delle quantità da destinare a termovalorizzazione ad oggi autorizzate e determina riduzione in termini di Co2 emessa (con una stima di -633,45 tonnellate all’anno), né sussisterebbero rischi idrici.

No Inceneritori ‘solletica’ palazzo Spada

Il tema, dopo il primo step in Regione, torna ovviamente attuale e ‘caldo’, e così il comitato No Inceneritori sollecita una presa di posizione da parte del Comune. «Il sindaco Latini ha espresso un parere? – si domanda -. O ha fatto ‘la finta’ come il suo predecessore, che ha espresso né più né meno che un’opinione tanto da essere definita inammissibile dal responsabile del procedimento? Lo chiediamo non solo per rendere edotta la città ma anche perchè più volte il sindaco si è dichiarato contrario all’incenerimento. Va capito se questa è una generica dichiarazione buona in campagna elettorale o per qualche comunicato oppure se è concretamente ciò che vuole, e che quindi in questo caso dovrà produrre atti amministrativi che la sostengano».

Anche azienda sanitaria e Regione sotto la lente

Quanto alla Usl, il comitato si aspetta che «non porti come documentazione le solite stime sulla mortalità che ben poco possono fare per dare un diniego ad una istanza di autorizzazione». Ma No Inceneritori ne ha anche per la Regione. «I massimi vertici, presidente Marini e vice presidente Paparelli – ricorda il comitato – si espressero con toni forti contro questa ipotesi: la prima dichiarandosi pronta a mettersi ‘ai posti di combattimento’ e il secondo affermando ‘che non un chilo di rifiuti verrà bruciato’ a Terni, ebbene cosa farà? Effettivamente la richiesta di Acea va in controtendenza rispetto alla programmazione regionale che invece con la stessa frazione di rifiuti vuole fare Css da mandare fuori regione. Speriamo in una qualche risposta da questa giunta – conclude No Inceneritori – che ci sembra sul tema preferisca un certo silenzio di fondo e una posizione abbastanza defilata».

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