Terni, inceneritore Acea: c’è l’istruttoria

Al via la conferenza dei servizi dopo la richiesta dell’azienda di ampliare la tipologia di rifiuti da bruciare. «Vogliamo trattare solo quelli umbri, valutiamo la plastica»

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La prima istanza risale al 2014, ma dopo essere stata riproposta nel novembre scorso è arrivato il momento di entrare nel vivo della procedura di esame della richiesta di Via presentata da Acea che, presso l’inceneritore di Maratta, a Terni, vuole estendere le tipologie di rifiuti da bruciare. La prima conferenza dei servizi si è svolta giovedì in Regione, l’ente che dovrà decidere se rilasciare o meno il documento di Valutazione impatto ambientale.

ACEA VUOLE ESTENDERE LE TIPOLOGIE DI RIFIUTI DA BRUCIARE

L’iter

Un paio, da quanto si apprende, i pareri – ancora informali – che sarebbero già emersi durante la riunione, alla quale hanno preso parte i rappresentanti del servizio valutazioni ambientali, sviluppo e sostenibilità ambientale e del servizio autorizzazioni Aia della Regione, di Comune di Terni, Arpa e Asl. Ma i vari soggetti coinvolti nel procedimento avranno una decina di giorni per ufficializzare la loro posizione in merito alla richiesta di Acea ed eventualmente di chiedere, ipotesi molto probabile, integrazioni alla documenazione presentata dall’azienda. Successivamente verrà convocata una nuova conferenza dei servizi per proseguire l’iter, fino alla decisione finale che sarà assunta dalla Regione.

Le richieste

Con questa istanza autorizzativa – rispetto alla quale a dicembre il Comune di Terni, tramite il sindaco Latini e l’assessore all’ambiente Salvati, aveva espresso netta contrarietà – Acea chiede l’estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi da avviare a recupero energetico nel termovalorizzatore, attraverso la modifica dei codici Cer dei rifiuti gestiti. Lo stesso inceneritore, alla fine dell’iter autorizzatorio, potrebbe mandare ad incenerimento rifiuti speciali per un totale di 30 mila tonnellate annue derivanti dal trattamento meccanico dei rifiuti stessi, principalmente costituiti da scarti provenienti dalla raccolta differenziata.

Il punto di vista dell’azienda

Come spiegato recentemente dai vertici di Acea Ambiente nel corso delle audizioni davanti alla commissione parlamentare ecomafie in missione a Terni, l’azienda sta verificando la possibilità di utilizzare gli scarti provenienti dal ciclo della plastica, in particolare gli scarti della raccolta differenziata provenienti dal’Umbria. Per un «rispetto del principio di prossimità» Acea vorrebbe servire il territorio di riferimento e quindi ha proposto un quantitativo minimo rispetto al 30 per cento del totale oggi autorizzato, per fare in modo che l’impianto possa supportare gli impianti di trattamento e di recupero dei materiali presenti nella regione. Se comunque l’autorizzazione non dovesse arrivare, a Maratta si continuerà a smaltire il pulper di cartiera.

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