Progetto scorie, Ast convince la Regione

«Benefici per tutta la città». Rinnovo dell’Aia per l’intera acciaieria entro giugno, intanto si riparla di integrativo

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La prossima conferenza dei servizi non è stata ancora fissata, ma si svolgerà a stretto giro, nella settimana successiva alla Pasqua. Sembrano marciare piuttosto spedite le procedure di riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale dell’Ast di Terni: elemento fondamentale per la Regione – che dovrà rilasciare l’autorizzazione stessa -, era conoscere nei dettagli il progetto di recupero scorie. Che, dopo la presentazione ufficiale da parte dell’azienda avvenuta a fine febbraio, sembra aver convinto i tecnici.

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Le prime valutazioni

«Da questo progetto ci aspettiamo un miglioramento significativo dal punto di vista ambientale: non solo una riduzione del problema diffuso delle polveri a beneficio in particolare della zona di Prisciano, ma un’incidenza su tutto il centro di Terni» si è sbilanciato il dirigente del Servizio autorizzazioni ambientali, Andrea Monsignori, interpellato sul punto nel corso dell’inaugurazione, martedì pomeriggio, del nuovo impianto di produzione di vapore all’interno dell’acciaieria di viale Brin. Dunque la Regione si attende un contributo positivo nella riduzione degli inquinanti e a convincere è in particolare il fatto che la fase di raffreddamento delle scorie (su questo versante non sembrano esserci precedenti non solo in Italia) avverrà al chiuso. Le emissioni potranno quindi essere captate e convogliate, permettendo un controllo più puntuale da parte delle autorità competenti.

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Le tempistiche

Il riesame dovrebbe dunque concludersi entro il mese di giugno con il rilascio della nuova Aia per l’intera acciaieria, intanto la realizzazione del progetto di recupero delle scorie prevede altri step più specifici nei quali la Regione dovrà dire la sua. A partire da quello sull’ampliamento del capannone che sarà utilizzato per il ‘metal recovery’, in merito al quale già entro la fine del mese la Regione dovrebbe pronunciarsi. Poi c’è la questione dell’ottenimento dell’Aia e altre autorizzazione necessarie all’avvio dell’intero progetto di recupero – la documentazione non è stata ancora presentata da Ast -, che dovrebbero essere rilasciate entro il dicembre 2019. Il concreto avvio dei lavori di realizzazione di impianti e capannoni dovrebbe quindi avvenire a gennaio 2020.

Si torna a parlare di integrativo

Intanto, martedì in azienda si è svolto il primo dei tre incontri programmati tra sindacati e azienda dopo l’ultimo confronto al Mise dell’8 aprile. Ad incontrarsi sono stati i segretari territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e Usb, l’ad Burelli e il direttore del personale Villa. Volumi, assetti impiantistici, livelli occupazionali e investimenti i temi affrontati relativamente al piano industriale presentato da Ast, in merito ai quali le organizzazioni sindacali hanno registrato «miglioramenti sotto alcuni aspetti ma nello stesso tempo distanze rilevanti su altri». Per questo è stato chiesto alla direzione aziendale di rivedere alcune posizioni che potrebbero creare elementi di crisi futura. Si aprono spiragli in merito alla costruzione della piattaforma di secondo livello – tema che era stato ‘sospeso’: se ne parlerà nel prossimo incontro fissato per il 3 maggio.

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