Terni, asparagi ‘d’oro’: 200 euro in un giorno

Terni: è boom nella raccolta delle piante. Il racconto di uno dei venditori ambulanti appostati lungo la Flaminia

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di F.L.

Per qualcuno è solo un hobby – utile di sicuro a rendere più saporito il pranzo domenicale, tra una frittata e due fettuccine -, per altri è ormai qualcosa di molto di più: un vero e proprio business. Gli asparagi selvatici, una primizia dei boschi umbri, vanno letteralmente a ruba non solo tra gli amanti delle passeggiate ma soprattutto tra coloro che, dopo aver passato palmo a palmo le campagne per raccoglierli in massa, li rivendono ‘a peso d’oro’.

Le postazioni Basta percorrere la Flaminia, nel tratto che da Terni porta a Spoleto, per imbattersi in diversi venditori improvvisati che, ‘armati’ solo di un banchetto e di un po’ di pazienza, ai lati della strada attendono che qualche automobilista si fermi per comprare almeno un mazzetto. Il primo banco (anzi due, uno ad ogni lato della strada) sul quale ci si imbatte è quello a pochi metri dall’uscita per Strettura e basta fermarsi qualche minuto a chiacchierare con l’ambulante, un ventenne di Terni, per capire che gli affari vanno a gonfie vele.

Guadagni d’oro «Oggi ho incassato un centinaio di euro – racconta il ragazzo (e mentre parla non sono ancora le 16, ndr) – ma quando va bene posso arrivare anche a 200 euro». «Li raccoglie mio padre nel Viterbese – continua -, ci va quasi tutti i giorni durante la stagione, io da quest’anno lo aiuto nella vendita. La concorrenza nella raccolta è tanta, ma tutti quelli che riusciamo a prendere li dividiamo in mazzetti e li mettiamo in vendita. Sto qui dalla mattina fino a quando non fa notte, sono in diversi a fermarsi, anche tanti romani di passaggio».

Cinque euro per un mazzetto (da una trentina di asparagi l’uno), 20 euro per cinque mazzetti: in altre parole circa 25 euro al chilo. Questo il prezzo di vendita, e i conti sui guadagni sono presto fatti. Un bel modo per arrotondare le entrate. «Mio padre ha un’attività a Terni – continua il giovane ambulante -, io lo aiuto così e guadagno qualcosa anche per me». Gli altri venditori, appostati diversi chilometri più in là, «sono parenti oppure li conosciamo, non ci facciamo la guerra più di tanto».

In ‘appalto’ Tra di loro c’è anche chi ha ‘appaltato’ il servizio: alla vendita al dettaglio ci sono dei cittadini rumeni, una sorta di commessi. «Controlli? Finora non abbiamo mai avuto problemi» spiega l’ambulante. Così gli affari, iniziati a marzo, continueranno fino a che la stagione lo permetterà. «Quest’anno di asparagi se ne sono trovati un bel po’ e la qualità è buona» conclude.

La polemica Tra le zone prese d’assalto nelle ultime settimane dai cercatori di asparagi c’è anche la Valnerina, ricompresa all’interno del Parco fluviale del Nera, area naturale protetta. Qui recentemente sono stati notati dei veri e propri gruppi, probabilmente organizzati, che hanno raccolto in quantità eccezionali gli asparagi, tanto da far intervenire sull’argomento – in un momento in cui il partito avrebbe ben altri grattacapi – anche il circolo Berlinguer di Collestatte Torre Orsina del Pd, che ha evidenziato come la raccolta sia avvenuta «con modalità selvagge che danneggiano seriamente le asparagine, spesso rovinate alle radici».

Il divieto raggirato E poi c’è il nodo quantitativo: secondo il regolamento del Parco fluviale non dovrebbe essere superato il chilogrammo a persona, limite che – visti i prezzi di rivendita che circolano – ha tutta l’aria di essere più che superato.

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