Borgo Giglione: «Nessun pericolo»

Perugia, nonostante le perplessità dell’Arpa, la regione dice che per il progetto di sperimentazione del bioreattore non c’è bisogno della Via

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«Nessun impatto significativo e negativo sull’ambiente». Lo scrive, nero su bianco, la Regione per mezzo del dirigente che il 4 ottobre ha stabilito, tenendo conto delle risultanze della conferenza di verifica di assoggettabilità a Via, che la realizzazione del progetto ‘Gestione sperimentale bioreattore’ alla discarica di Borgo Giglione non ha bisogno di essere sottoposto a procedimento di valutazione di impatto ambientale.

Oltre le inchieste Da una parte il ‘caos’ Pietramelina, con gli impianti di compostaggio della discarica irregolari e con i tempi stretti, imposti dalla Regione, per sanare le irregolarità. Dall’altra, invece, c’è la discarica di Borgo Giglione, nel comune di Magione, che prosegue le sue attività grazie alle autorizzazioni in proroga firmate dai dirigenti regionali. Come l’ultima dello scorso maggio, che autorizza per altri cinque mesi lo smaltimento dell’umido nelle ‘celle bioreattore’ nonostante la richiesta iniziale avanzata dal gestore fosse stata in un primo tempo negata dopo le valutazioni critiche dell’Arpa sui risultati della sperimentazione. Ma il rischio era troppo grosso, cioè quello di una minaccia di «interruzione del servizio pubblico di raccolta dei rifiuti con gravi conseguenza ambientali e idienico-sanitarie» la Regione aveva fatto dietrofront e deliberato la prosecuzione temporanea.

Il progetto di sperimentazione prevedeva il trattamento dei rifiuti organici-umidi e bio degradabili, come la forsu dell’impianto di Ponte Rio, gli scarti del compostaggio di Pietramelina e i fanghi di depurazione che, sottoposti a processi di stabilizzazione rapida, attraverso la degradazione anaerobica produceva metano da sfruttare energeticamente. Nonostante i rilievi critici dell’Arpa che monitorava, la sperimentazione è andata avanti anche in mancanza di dati certi forniti dal gestore che facevano presupporre un’impossibilità di controllare in maniera completa il processo e qualche dubbio circa gli effetti benefici sulle maggiori rese di biogas.

L’Arpa Da un punto di vista ambientale, era sempre l’Arpa a dire che gestire parte della discarica in modalità bioreattore per estrarre gas dai rifiuti organici umidi è una scelta non più sostenibile, così come non più sostenibile è portare in discarica centinaia di migliaia di tonnellate di rifiuti, urbani e speciali, non pericolosi solo di nome. Mentre sulla questione sia i cittadini che la politica si sono rivolti alla magistratura, la Regione va avanti col progetto. Le uniche prescrizioni imposte sono l’attestazione che le attività non interessino le falde acquifere sottostanti e le precauzioni volte a salvaguardia della salute degli operatori. A controllare, ancora una volta, che tutto si svolga secondo le norme sarà ancora l’Arpa.

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