Elettrocarbonium, Sgl: «Pronti alla denuncia»

Terni, la vicenda dello stabilimento di Narni rischia di finire in tribunale: dura minaccia del liquidatore Marco Petrucci

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La faccenda promette di ‘mettersi bene’. Nel senso che – dal punto di vista di chi la deve raccontare – garantisce sviluppi interessanti. Per chi la vive sulla propria pelle, come i lavoratori di Elettrocarbonium, invece, la cosa rischia di trasformarsi in una nuova agonia. Perché il liquidatore di Sgl Carbon, l’avvocato Marco Petrucci, lette le dichiarazioni di Michele Monachino e specificando di parlare «in nome e per conto di Sgl», minaccia di fare sfracelli.

Marco Petrucci

Marco Petrucci

I contatti L’avvocato Marco Petrucci dice che «è vero che vi sono stati contatti tra i legali di Sgl e Elettrocarbonium, ma nulla di più che meri ‘contatti’. Le recenti pretese di nuovi ordini di elettrodi che non potevano essere accolte da Sgl e l’assenza di qualsiasi fideiussione da parte di Elettrocarbonium hanno impedito che si intavolasse una vera trattativa. La situazione è poi definitivamente precipitata quando Sgl ha ricevuto dalle rappresentanze sindacali la conferma del nuovo ritardo di Elettrocarbonium nel pagamento degli stipendi».

Michele Monachino

Michele Monachino

La bonifica Secondo il liquidatore di Sgl Carbon, poi, «è davvero preoccupante che Elettrocarbonium lamenti che il progetto di bonifica approvato dalla conferenza di servizi le avrebbe tolto “ogni potere negoziale”. Questa appare essere una dichiarazione davvero molto grave, della quale Sgl prende atto riservandosi ogni eventuale valutazione nelle sedi opportune. Non si capisce perché Elettrocarbonium affermi che quanto deliberato dalla conferenza di servizi “potrebbe concretamente fare entrare il sito industriale di Narni nel lungo elenco dei siti inquinati del nostro Paese che attendono, forse invano, di essere bonificati”. Anche questa affermazione – dice Petrucci – sarà oggetto di valutazione da parte di Sgl».

Il blocco della stazione

Il blocco della stazione

Le garanzie Tutti gli oneri di bonifica, ricorda l’avvocato, «sono a carico di Sgl, la quale, almeno allo stato attuale, offre sicuramente molte più garanzie di essere in grado di eseguire il piano di bonifica, stimato in 7,2 milioni di euro, di quante ne possa offrire Elettrocarbonium. Peraltro, tale livello di costo era già previsto a carico di Sgl anche nei precedenti accordi fra le parti decaduti in data 31/12/2015. L’unica differenza rispetto a quei contratti è che anche gli eventuali oneri imprevisti che dovessero sorgere durante l’esecuzione del piano di bonifica rimarranno a carico soltanto di Sgl».

I lavoratori in attesa

I lavoratori in attesa

Il governo Sgl, dice poi Marco Petrucci, «non è a conoscenza dei recenti incontri che Elettrocarbonium riferisce di avere avuto con il governo. Appare opportuno ricordare che lo stabilimento appartiene a Sgl e non allo Stato. Non è più in corso alcun contatto tra i legali di Sgl e quelli di Elettrocarbonium. Nulla è variato rispetto a quanto già comunicato da Sgl al Mise, agli enti locali e alle rappresentanze sindacali con la comunicazione del 10/03/2016 di avvenuta cessazione delle trattative con Elettrocarbonium. Domani (lunedì, ndr) Sgl rinnoverà la richiesta di rapida restituzione del sito industriale, sperando – è la conclusione – di non dover ricorrere ad azioni legali per rientrare in possesso dei propri beni».

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