Furbetti del cartellino, Stroncone li licenzia

Il sindaco del piccolo comune in provincia di Terni ha dato l’annuncio in apertura del consiglio comunale: vanno a casa in sei

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Sei ‘furbetti del cartellino’, su sette in tutto, vanno a casa: licenziati dall’amministrazione comunale di Stroncone. Ad annunciare la decisione è stato il sindaco Alberto Falcini nel corso della seduta del consiglio comunale che si è tenuta giovedì pomeriggio. Il sindaco ha anche annunciato la sospensione per 20 giorni di un capo area, un geometra, che non è tra gli indagati.

IL SINDACO FALCINI ANNUNCIA I LICENZIAMENTI – IL VIDEO

stroncone carabinieri arresti_0008- A.Mirimao.L’inchiesta Le persone in questione sono i dipendenti comunali – ex a questo punto – finiti agli arresti domiciliari lo scorso giugno (VIDEOFOTO) a seguito dell’indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Terni e dal pm Elisabetta Massini che aveva fatto emergere una truffa ai danni dell’ente, basata sul fatto che i sette lavoratori – impiegati presso l’autoparco comunale di Vascigliano – ‘passavano’ il badge per poi allontanarsi dal posto di lavoro. Chi andava a casa, chi a fare la spesa, chi si dedicava ad altri lavoretti domestici. Fra loro c’è chi, in precedenza, si era lamentato con il sindaco per le paghe troppo basse.

BADGE ‘IN COMUNE’ PER TRUFFARE – VIDEO

La truffa A salvarsi è stato solo uno dei sette, accusato di aver timbrato in più occasioni i badge dei colleghi, evitandogli di ‘scomodarsi’. Quest’ultimo non è stato licenziato in ragione del suo status di lavoratore ‘in mobilità’ e quindi non alle dipendenze dirette dell’ente. Tutti devono rispondere del reato di ‘truffa aggravata in concorso’ in relazione a fatti avvenuti fra il febbraio e il marzo di quest’anno e, sul punto, nelle scorse settimane la procura di Terni ha notificato ai sette indagati – ora a piede libero a seguito dell’annullamento dell’ordinanza di custodia cautelare da parte del tribunale del Riesame – l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, a cui farà seguito la richiesta di rinvio a giudizio. La vicenda, oltre alla magistratura ordinaria, avrebbe già messo in moto quella ‘contabile’ della Corte dei conti dell’Umbria. I sette sono difesi dagli avvocati Massimo Proietti, Massimo Carignani, Arnaldo Sebastiani, Gianluca Bassetti, Federica Bigi e Giorgio Cerquetti.

IL PROCURATORE: «TERNI NON MERITAVA»

Le reazioni Il caso, inizialmente accompagnato da sette custodie cautelari ai domiciliari, aveva destato forte scalpore in Umbria e non solo. Il procuratore Alberto Liguori, oltre ad esprimere il proprio plauso al sindaco Falcini per non aver taciuto circa ciò che accadeva nell’autoparco di Stroncone: «Capiamo il rammarico di chi si ritrova nella propria ‘squadra’ chi tradisce la ‘mission’ principale, quella di rispondere ai bisogni dei cittadini – aveva detto -. Sono state tolte ore di lavoro da dedicare alla collettività e sono stati traditi tutti quei disoccupati che mai avrebbero giocato con i soldi della pubblica amministrazione». Posizione condivisa dal gip Maurizio Santoloci che aveva ‘spedito’ ai domiciliari i sette.

Polemiche a non finire Meno lineare, e più discutibile, la presa di posizione ‘ a caldo’ del consigliere comunale – ed ex candidata alla poltrona di primo cittadino – Elisabetta Corbucci (Pd), che aveva chiesto al sindaco se, prima di sporgere denuncia, avesse attuato «i dovuti provvedimenti disciplinari, volti anche a verificare l’esistenza e la correttezza dei controlli da parte delle figure competenti» ed aveva affermato che «la ricerca di giustizia che si trasforma in giustizialismo, disseta la disillusione e la rabbia di tanti cittadini verso la cosa pubblica». Concetti che avevano scatenato reazioni e polemiche, a cui il consigliere comunale aveva replicato, argomentando il proprio punto di vista e confermando la volontà di «restare fuori dal coro».

I LEGALI: «VERITÀ DA ACCERTARE»

«Impugneremo il licenziamento» La prima reazione ai licenziamenti decisi dal Comune arriva dall’avvocato Massimo Proietti di Terni, che difende uno degli operai indagati: «Già il Riesame, in maniera granitica, deliberando la nullità dell’ordinanza, ha cancellato tutte le ‘complicanze’ cautelari. Nel merito, non riteniamo ci siano responsabilità. Ci apprestiamo a presentare l’impugnazione contro il licenziamento di fronte al giudice del lavoro di Terni, con l’intento di dimostrare che non sussiste alcuna violazione in grado di giustificare un provvedimento simile. Elementi che, ne siamo certi, faremo valere anche in sede penale». Sulla stessa linea l’avvocato Gianluca Bassetti, difensore di due degli ex dipendenti coinvolti: «Impugneremo il provvedimento di fronte al giudice del lavoro perché il Comune, per adottarlo, si è attenuto agli atti del procedimento penale che devono essere ancora verificati di fronte al giudice e che, di per sé, non rappresentano alcuna affermazione di colpevolezza».

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