Gesenu: «Subito un incontro coi vertici»

Perugia, anche Pd e Psi iniziano a preoccuparsi per il futuro della partecipata dopo le dichiarazioni rilasciate dal consigliere Ncd Emanuele Scarponi

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Su Gesenu il clima continua ad essere molto teso. A pesare come macigni sull’azienda a partecipazione pubblica che, lo scorso ottobre, è stata colpita dall’interdittiva antimafia firmata dal prefetto De Miro, i tanti dubbi circa il futuro.

Il consigliere Scarponi con il sindaco Romizi

Il consigliere Scarponi con il sindaco Romizi

Dopo il blocco ai contratti coi privati e la reiscrizione lampo all’albo dei gestori ambientali ormai i danni non si contano più. E dopo la protesta dei lavoratori le tante incertezze sul futuro della raccolta e gestione dei rifiuti nel perugino si fanno sempre più pesanti. Così non sono passate inosservate le esternazioni fatte dal consigliere Ncd Emanuele Scarponi sul suo profilo Facebook. «Si accettano scommesse: Gesenu con l’interdittiva sta perdendo sempre più appalti, perdendo valore. Di fatto pian piano farà solo lo smaltimento e raccolta per il comune di Perugia. A breve scadranno i commissari e in teoria con l’interdittiva senza commissari non potrà nemmeno più fare il servizio su Perugia, andando definitivamente a non valere più nulla. Nell’urgenza qualche altra società locale forse subentrerà per eseguire il servizio. A quel punto la stessa società comprerà il tutto, oppure subentrerà qualche altra società da fuori regione. Indipendentemente da questo chi comprerà, spenderà 4 baiocchi».

Le parole di Scarponi Dichiarazioni preoccupanti, per l’opposizione, soprattutto quando il consigliere prosegue affermando che «ora come ora, impugniamo la convenzione e facciamo un bando nuovo al ribasso. Secondo me piangono in diversi e il comune risparmia almeno 20 milioni di euro l’anno!!! Come a dire … Magnatevela ora!!!!». La soluzione che prospetta Scarponi per uscire dall’impasse dovrebbe essere quella della vendita delle quote private di Gesenu a una società ‘distante’ così da poter rimettere in discussione le cause stesse del provvedimento prefettizio già confermato dal Tar e tentare il tutto per tutto per salvare Perugia e l’intero territorio dal blocco della raccolta perché «a quel punto in piena emergenza il comune sarebbe costretto a ingoiare qualsiasi scelta di acquisto da parte di qualsiasi privato».

Prospettive incerte Prima che le cose precipitino, se ancora l’amministrazione fosse in tempo, il Comune, secondo Scarponi, dovrebbe tirarsi fuori dalla vicenda Gesenu come cliente ed impugnare la convenzione. A quel punto si potrebbe fare un’offerta pubblica, un bando di gara al ribasso per lo smaltimento e raccolta dei rifiuti che tenga chiaramente conto di una ricollocazione di tutti i dipendenti all’interno del nuovo gestore. Prospettive incerte e confusionarie, quelle di Scarponi, per il Partito democratico e per i socialisti che hanno già firmato la richiesta di un’audizione urgente in commissione consiliare affinché Sindaco, l’assessore Bertinelli e i vertici aziendali, presidente Marconi e ad De Paolis, possano chiarire le prospettive del servizio rifiuti a Perugia e di Gesenu.

L'ad De Paolis (foto Belfiore)

L’ad De Paolis (foto Belfiore)

Audizione urgente «Tali dichiarazioni, se confermate dai rappresentanti istituzionali – scrivono in una nota congiunta Pd e Psi – aprirebbero prospettive e scenari preoccupanti per l’essenziale servizio di raccolta e lo smaltimento rifiuti nella nostra città e rappresenterebbero la pietra tombale per una importante azienda del territorio umbro, che rischierebbe di diventare appetibile ‘terra di conquista’ per attori da fuori Regione portando alla perdita di funzioni direzionali non solo per Perugia ma per l’intera Regione». Come da tempo richiesto dal Movimento 5 Stelle, a chiedere un incontro urgente con i vertici dell’azienda ora si unisce anche il resto dell’opposizione per capire, una volta per tutte, quali siano le strategie che l’amministrazione intende mettere in campo per salvaguardare l’occupazione, il know-how aziendale e il valore delle azioni di Gesenu detenute per il 45% dal Comune di Perugia.

‘Fare chiarezza’ Ma anche per capire come rimuovere le cause poste a fondamento dell’interdittiva «respingendo con i fatti l’errata, quanto ingenerosa nei confronti dei lavoratori, equazione ‘Gesenu uguale Mafia’ e superare l’attuale fase di commissariamento degli appalti, ripensare la partnership industriale, delineando un nuovo rapporto con gli azionisti privati al fine di garantire efficienza, efficacia, qualità del servizio e sostenibilità ambientale». Infine dall’opposizione si chiede un chiarimento da parte del sindaco «onde appurare se il preoccupante scenario presentato del consigliere Scarponi corrisponda a verità, o si sia trattato solo di ‘dichiarazioni in libertà’, cosa di per sé comunque grave visto che si tratta di un rappresentate del Ncd che attivamente sostiene il sindaco Romizi e la sua giunta e che articoli di stampa dell’epoca indicavano come partito che ha ‘sponsorizzato ed indicato’ l’attuale presidente di Gesenu».

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