Perugia, il M5S: «Basta politici gratis al ‘Curi’»

Circa 50 tagliandi a settimana per le partite in casa del Perugia. Per Cristina Rosetti «un privilegio che va eliminato»

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Niente fila al botteghino, nessun rischio di rimanere senza biglietto. Allo stadio i politici, e forse anche parenti o amici, ci vanno gratis. Sembravano solo voci di corridoio, eppure pian piano la vicenda assume contorni e dimensioni ben più definite.

Piccoli privilegi Una pratica che sembrerebbe consolidata, sulla base della convenzione stilata dal Comune con la società Perugia Calcio che gestisce lo stadio ‘Renato Curi’ nel 2011. A sollevare la questione, che rischia di infuocare la polemica, è stata Cristina Rosetti, capogruppo dei 5 stelle in consiglio comunale a Perugia. Dopo un’attenta lettura della convenzione la faccenda è finita in consiglio comunale. E rischia di rimanerci almeno per un altro po’.

La convenzione Il nocciolo è tutto nell’articolo 13 della convenzione stessa, il quale prevede che la società si impegni a mettere a disposizione dell’amministrazione comunale biglietti e/o abbonamenti per assistere agli incontri di calcio in numero e secondo modalità che verranno definite di anno in anno. «Un vero e proprio obbligo in capo alla società sportiva – commenta la Rosetti – senza nessuna trasparenza nella gestione dei biglietti». Dopo una richiesta d’accesso agli atti, è emerso che, in realtà, non esiste alcun atto amministrativo che disciplini l’uso di questa pratica e neppure l’elenco di chi, negli anni, ha usufruito e continua ad usufruire di questo beneficio. «Una pubblica amministrazione deve agire per atti e provvedimenti, per l’interesse generale, non in rappresentanza di soggetti privati – ha affermato oggi in quarta commissione la Rosetti – in assenza dei quali, la gestione dei predetti biglietti eventualmente posta in essere dall’assessorato competente risulterebbe illegittima oltre che violativa del principio in materia di buona amministrazione;».

Biglietti Nessuno, quindi, sa chi ha usato questi biglietti e, soprattutto, in che modo. «Prima almeno c’erano abbonamenti nominativi – afferma ancora il capogruppo dei 5 stelle in Comune – ora invece con questa pratica, qualsiasi assessore o consigliere potrebbe andare allo stadio e portare con sé amici e familiari. In tempi di crisi economica il mantenimento di un tale privilegio sembra consolidare lo scollamento in atto tra cittadini e istituzioni». Senza alcun atto ufficiale, dunque, non è possibile stabilire con precisione neanche quanti siano i biglietti messi a disposizione dell’amministrazione comunale. Secondo qualcuno si tratterebbe all’incirca di 50 tagliandi a partita, per posti a sedere in tribuna con un costo sicuramente non assimilabile a quello per entrare in Curva nord.

‘Privilegio feudale’ La richiesta, contenuta in un ordine del giorno che porta la firma della stessa Rosetti, è quindi di rimuovere quello che, a tutti gli effetti, appare come un «privilegio ingiustificato e senza alcun fondamento normativo che va immediatamente rimosso, anche perché manca qualsivoglia forma di trasparenza nella gestione dei biglietti». Un botta e risposta, quello che ha seguito le dichiarazioni della Rosetti, si è poi animato in commissione tra chi è a favore della rimozione di questa prerogativa e chi, invece, ha bollato la proposta come finemente propagandistica. Un retaggio dell’epoca feudale, secondo il consigliere Nucciarelli, d’accordo in sostanza con l’ordine del giorno anche Emanuela Mori del Pd che ha ricordato come, nel concreto, la gestione dei biglietti è prerogativa esclusiva dell’assessorato allo sport che, di volta in volta, decide cosa farne.

Solo propaganda Alcune criticità sono state esposte, invece, dal presidente della commissione Felicioni, da Sergio De Vincenzi del gruppo misto e da Aldo Tracchegiani che ha bollato la questione come mera speculazione politica strumentale. Il consigliere di FI ha ricordato che, a partire dagli anni ’70, l’Amministrazione Comunale  ha sempre avuto a disposizione, per ragioni di cortesia istituzionale, dei biglietti riservati dalla società calcistica, «utilizzati a volte dai rappresentanti comunali, altre volte dai cittadini. Nel caso di specie, peraltro, non si ravvisa alcun danno erariale né si tolgono posti allo stadio per qualcuno; semplicemente è una procedura che viene applicata in tutte le città e,dunque, è naturale». In attesa di saperne di più dall’assessore allo sport Emanuele Prisco, oggi impegnato all’inaugurazione della autorimessa al Bellocchio, la partita è stata momentaneamente sospesa.

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