Perugia: «Ponte D’Oddi è vivo, vogliamo sicurezza»

Un abitante del quartiere ha deciso di scrivere una lettera al sindaco Romizi e di renderla pubblica attraverso il nostro giornale

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Dopo che umbriaOn ha posto il problema relativo al quartiere Ponti D’Oddi di Perugia e, soprattutto, dopo la replica del sindaco Andrea Romizi, il dibattito decolla. Un abitante del quartiere ha deciso di scrivere una lettera al primo cittadino e di renderla pubblica attraverso il nostro giornale. Ecco il testo:

di Maurizio Cervino

Un abitante del quartiere

Egregio Sindaco,
sono un artigiano che esercita la propria attività nel quartiere di Ponte d’Oddi da più di dieci anni, nonché segretario del Circolo Ricreativo Culturale.

A seguito della sua dichiarazione ad umbriaOn di giovedì 18 febbraio, sento la necessità di risponderle.

Il coinvolgimento dei residenti di Ponte d’Oddi, che lei auspica nella sua intervista, è cosa ormai nota e chi frequenta il quartiere può facilmente testimoniare che da diversi anni, con scadenze mensili, organizziamo piccoli eventi, grazie soprattutto al nostro impegno diretto di volontariato.

È pur vero che lei in prima persona ha partecipato a uno dei nostri eventi, quando, appena eletto, fu da noi invitato alla cena in piazza Ponte d’Oddi, organizzata per festeggiare il settantesimo anniversario della nascita del Circolo Ricreativo Culturale Ponte d’Oddi, che è la più antica, fattiva e numerosa associazione del quartiere. In quell’occasione riuscimmo a radunare ben 250 persone.

Fu l’ex sindaco Boccali, durante un incontro ufficiale presso palazzo dei Priori, incentrato sul tema della chiusura della Caserma Fortebraccio, a stimolare la ripresa delle attività nelle diverse associazioni. E da allora, grazie all’appoggio del Comune, è stato un susseguirsi di eventi.

Nessuno nega l’importanza di ampliare la sicurezza del centro storico della città, ma è un controsenso farlo lasciando scoperto il territorio limitrofo. Questo è esattamente quello che è successo a Ponte d’Oddi, quartiere risanato in passato proprio grazie all’insediamento della caserma 17 anni fa. La capacità di un amministratore sta nel guardare al futuro e non all’immediato presente.

Pertanto, le richieste poste alla vecchia amministrazione di un presidio interforze alternativo alla Caserma, allora appoggiate anche da esponenti dell’attuale governo, e su cui l’ex sindaco stava lavorando, sono le stesse che da mesi i residenti ora rivolgono a lei.

Il nostro impegno sarà sempre vivo nel mantenere l’attenzione sul quartiere, attraverso le nostre ormai note iniziative, ma vogliamo che la percezione di sicurezza venga garantita dalle istituzioni.

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