Perugia, sulle mense adesso è guerra

La giunta ha approvato la delibera, ma i genitori attaccano: «Una sporca vergogna»

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 di Rosaria Parrilla

La querelle sulle mense scolastiche non accenna a placarsi. Mentre, in quarta commissione mercoledì si discuteva della refezione scolastica, ordine del giorno presentato dal Movimento cinque stelle, la giunta approvava la delibera riguardante il servizio mensa scolastica per l’anno 2015-2016, facendo scatenare dure reazioni sia da parte dei genitori che dell’opposizione. Tutto questo, mentre, con una nota le associazioni dei genitori, confermavamo di non voler mollare e di proseguire nella loro battaglia, facendo ricorso al Tar, boicottando le mense e iniziando lo sciopero delle rette. Tutte strategie che avevano già annunciato e di cui umbriaOn aveva già scritto.

La delibera Nel nuovo affidamento, l’obiettivo principale del Comune è di omogeneizzare il sistema dell’approvvigionamento delle derrate alimentari sulla scorta dell’esperienza del centro di preparazione di San Sisto, per evitare «illegittimi frazionamenti del servizio e per renderlo conforme alla normativa nazionale vigente». Attualmente, infatti, a Perugia il servizio prevede sia la gestione diretta (ci sono 19 punti di preparazione pasti, annessi agli asili nido comunali e ad alcune scuola d’infanzia statali, con un organico pari a 55 unità), che indiretta (ci sono 15 centri di preparazione pasti, che servono 51 scuole con numero potenziale di pasti giornalieri pari a 3.515).

La gara sarà caratterizzata dall’affidamento del solo servizio di approvvigionamento per le mense delle scuole d’infanzia comunali di Santa Lucia e Il Tiglio, mentre per il polo mensa della scuola d’infanzia di Castel del Piano e fino al 23 dicembre di quello di via P.da Palestrina sarà affidato il servizio di approvvigionamento, ma anche di trasporto e scodellamento. L’affidamento di tutte le fasi del servizio di gestione della mensa scolastica, incluso l’approvvigionamento nelle restanti cucine, poli mensa e nel centro preparazione pasti di San Sisto e anche del servizio di fornitura pasti per gli adulti in condizioni di disagio e a domicilio per gli ultra sessantacinquenni. L’assessore comunale Dramane Waguè ha evidenziato come l’amministrazione con questa operazione voglia dare corretta applicazione ai principi contenuti nelle varie normative nazionali e locali in vigore, ovvero al Codice degli appalti e contratti e alla legge numero 135 del 2012, (cosiddetta spending review 2) e, dall’altro, al piano del Comune sull’anticorruzione, eliminando le attuali disomogeneità emerse dai vari sistemi applicati in passato.

Le rassicurazioni «Vorrei chiarire – ha detto l’assessore – che con questa decisione il Comune intende rafforzare ulteriormente le attività di vigilanza e controllo da parte dei genitori, con i quali ci sarà sempre una forte collaborazione al fine di valorizzare idee, progetti e quanto opportuno per garantire la qualità del cibo destinato ai nostri bambini».

I genitori «Una sporca vergogna. Che fosse tutta una presa in giro, si era già in sostanza capito, ma che si arrivasse al punto di offendere l’intelligenza dei genitori e alla totale mancanza di rispetto nei nostri confronti, non lo avremmo mai immaginato». I gentori, che da tempo combattono una dura battaglia sul tema, l’hanno presa male. Molto male: «Mercoledì, alla fine, si è consumato il grande tradimento. Tradimento nei confronti dei genitori ma anche dei bambini, il futuro della nostra città. In una nuova seduta della IV commissione consiliare permanente, a distanza di circa un mese dalla precedente, ancora una volta assenti ingiustificati i dirigenti, che beatamente si godono i loro premi di produzione a fronte delle totali carenze istruttorie con cui, senza aggiornarsi su norme e giurisprudenza, liquidano burocraticamente vicende delicate come quella delle mense scolastiche, i genitori, che al contrario non si sono mai sottratti al confronto, hanno ancora una volta messo faccia e competenze dinanzi ai consiglieri per spiegare la bontà delle loro idee».

L’accusa «E proprio mentre i genitori rivolgevano l’accorato appello ai consiglieri di maggioranza e smentivano – continua l’accusa -, per l’ennesima volta, le affermazioni non veritiere ribadite dall’assessore Waguè, nella stanza a fianco, in tutta tranquillità ed all’insaputa di tutti, la giunta approvava alla chetichella le linee di indirizzo per l’appalto, presentate proprio dallo stesso assessore, presente fino a cinque minuti prima in commissione a sostenere la collaborazione e la partecipazione dei genitori. E il bello, anzi il grottesco, della storia è che l’assessore dopo aver affermato, per la prima volta, che si sarebbe assunto la responsabilità politica della scelta, ad un certo punto, mentre i genitori parlavano, se ne è andato via dicendo che lo aspettavano in giunta per dei provvedimenti da discutere. Ma si è ben guardato dal dire quali erano».

Politica contro il cittadino «Rimaniamo esterrefatti dalle frottole che ci vengono raccontate, le stesse che vengono rigirate ai consiglieri di maggioranza che, più o meno consapevolmente, vi credono, ci sentiamo svuotati dalla ipocrisia e mistificazione di certi comportamenti, che superano ogni immaginazione di una politica dilettantistica che non si pone minimamente dalla parte del cittadino ma contro. Contro il cittadino, contro i bambini e dalla parte dei colossi della ristorazione che traggono margine di guadagno dall’acquisto delle derrate. Quindi sta tutto qui il risparmio millantato dalla giunta Romizi, il taglio del cibo per i bambini».

Genitori contro il sindaco «E a questo punto ci chiediamo se il sindaco Romizi – concludono -, responsabile in prima persona di questa vergogna e con lui tutti i millantati consulenti di corridoio, lui che si era fatto garante delle istanze dei genitori, abbia o meno il potere di farsi sentire o se sia schiavo dei dirigenti e dei consulenti non noti che, con supponenza, evitano approfondimenti su proposte alternative e si limitano, senza troppo sudare, a lavarsene le mani affidando il tutto a colossi della ristorazione con buona pace della qualità e dei bambini. La soluzione più comoda è quella proposta di un appalto di un anno con potenziale rinnovo di un ulteriore anno. E non vi è alcuna prospettiva di commissione paritetica, come in più occasioni promesso personalmente dal sindaco e giurato dall’assessore o accenno, al termine di tale periodo, ad una soluzione innovativa di partecipazione dei genitori rispetto al nuovo sistema totalmente esternalizzato, che di sperimentale non ha nulla. Il sistema è virato verso la completa esternalizzazione e non tornerà più indietro. Ognuno dovrà render conto alla propria coscienza».

Le reazioni Vincenzo D’Acciò, presidente di un comitato, è stato chiaro: «Et voilà in maniera assolutamente autonoma, senza nessun confronto, senza nessun dibattito, sorda a qualsiasi tipo di suggerimento e cieca di fronte al meglio per le future generazioni, la giunta affida tutto a delle cooperative. O meglio alla cooperativa che vincerà l’appalto. Vergognoso risparmiare sui bambini. Non ho parole». Il consigliere comunale del M5s Stefano Giaffreda ci è andato duro: «Mentre discutevamo di refezione scolastica, insieme ai genitori, in quarta commissione, con l’assessore Waguè lì con noi, a pochi metri, in giunta, approvavano, contemporaneamente, la gara d’appalto per l’esternalizzazione del servizio. Se non è una presa per i fondelli questa, verso noi consiglieri, anche di maggioranza. È un’assoluta mancanza di rispetto, soprattutto verso i genitori che insieme a noi sudavano e discutevano in sala. Mi pare davvero troppo. Anzi, vergognoso! Questo è il metodo democratico e partecipato di questa amministrazione che comincia a stupirci oltre ogni immaginazione. Per quanto mi riguarda, da oggi, risponderemo con la stessa moneta».

Parere all’avvocatura Nel frattempo la grillina Cristina Rosetti ha chiesto alla presidenza della commissione consiliare di inviare richiesta all’avvocatura comunale per ottenere un parere sul tema e di ricevere copia del quesito inviato dall’amministrazione all’Anac. Ed, infine, di ricevere dagli uffici copia dei dati sulla qualità dei servizi forniti a Perugia sulle mense negli ultimi anni. Richiesta accolta dalla presidenza con conseguente rinvio della votazione dell’ordine del giorno.

Il commento del Pd «Sui comitati mensa la giunta ha perso un’occasione per dimostrare di essere davvero attenta alla città e ai suoi cittadini, in particolare alle esigenze di quelli più piccoli». A dirlo il segretario del Pd di Perugia Francesco Maria Giacopetti, sottolineando: «Per mesi il sindaco Romizi e l’assessore Waguè hanno mimato una partecipazione sul tema, partecipazione che si è poi rivelata del tutto priva di un obiettivo concreto e condiviso, fatta solo per diluire le proteste dei genitori. Un atteggiamento questo a dir poco offensivo nei confronti di chi da mesi – i comitati mensa – si è impegnato per immaginare un futuro rinnovato, efficace e in linea con le esigenze delle scuole, dei bambini e dell’amministrazione, allo scopo di continuare a garantire a Perugia e ai suoi bambini un modello di refezione scolastica di qualità e a costi sostenibili. La giunta Romizi dimostra tracotanza e sufficienza e sceglie di rinunciare a un’eccellenza, proprio nell’anno dell’Expo dedicato all’alimentazione. Finisce, così, l’illusione di una prospettiva civica e si apre in modo chiaro alla città l’immagine di un’amministrazione senza idee e incapace di raccogliere consenso intorno a una visione. Come Pd ci prendiamo l’impegno – conclude Giacopetti – a ripristinare quanto prima la qualità dei servizi rivolti ai più piccoli, contrastando pratiche che hanno poco di buono e tutto di burocratico e lavorando per una partecipazione vera dei cittadini ai temi che riguardano il futuro di Perugia. E saremo, ovviamente, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, al fianco dei genitori dei comitati per sostenere con forza le forme di protesta che riterranno più opportuno adottare».

Twitter @Ros812007

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