Terni, ad Arrone asta per il centro canoe

Fissata per il 29 dicembre la data per l’alienazione da parte della Comunità Montana Valnerina: prezzo 160 mila euro

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Il centro canoe e kayak di Arrone va all’asta. Si deve vendere – o almeno ci si prova – e quindi il 29 dicembre alle 9.30 ci sarà l’asta pubblica ad unico e definitivo incanto: ad annunciarlo lunedì è stato la Comunità Montana Valnerina, proprietaria del lotto. Fabbricato più terreno per un prezzo di 160 mila euro e, male che vada, entrerà in azione la Regione.

IL BANDO

Fiume rafting canoa nera2Il centro canoe Fabbricato da 300 metri quadri e, soprattutto, il terreno da oltre 6 mila e 700 metri quadri. Tutto in vendita: ‘L’immobile, adibito a ‘Centro Canoe’ – si legge nella nota della Comunità Montana – e ubicato a ridosso del centro storico del Comune di Arrone, sulla sponda sinistra del Fiume Nera a circa ml. 40 dall’alveo del fiume, è costituito da un unico corpo di fabbrica di forma a ‘l’, elevato un solo piano fuori terra, insistente su un’area avente giacitura pianeggiante. Lo stesso è destinato per circa 232 metri quadri a spogliatoi, bagni e ufficio e per circa 98 metri quadri a magazzino. E’ di pertinenza dell’immobile una corte esterna di circa 6 mila e 672 metri quadri, 1300 dei quali destinati a parcheggio esterno, recintata quasi completamente con paletti e rete metallica, ha accesso carrabile e pedonale mediante cancelli in ferro ed è adibita ad area di pertinenza con camminamenti pavimentati e attrezzata con panche e tavoli di legno, caminetti ecc. ed è provvista di impianto di illuminazione ed antincendio. L’immobile per la sua particolare ubicazione a ridosso del Fiume Nera, per l’estensione dell’area di pertinenza, per la vicinanza al centro storico di Arrone e contestualmente alla strada statale Valnerina, presenta una forte vocazione turistica che ne denota il carattere di singolarità e unicità’. Un’asta pubblica che fa seguito alla delibera del commissario liquidatore, Paolo Silveri, e alla determinazione dirigenziale del 3 ottobre scorso.

Giampiero Lattanzi

Giampiero Lattanzi

Niente ribasso Nel bando si legge che ‘l’aggiudicazione avverrà con il metodo delle offerte segrete in aumento da confrontarsi con il prezzo a base d’asta, con aggiudicazione a favore dell’offerta più conveniente per la Comunità Montana e avrà luogo anche in presenza di una sola offerta valida. Non saranno ammesse offerte a ribasso’. Nel primo tentativo si cercherà insomma di ricavarne il più possibile. Il centro canoe sarà ceduto ‘nello stato di fatto e di diritto in cui si trovano, con relativi pesi ed oneri, accessori e pertinenze, servitù attive e passive, anche se non dichiarate’. La documentazione – pena l’esclusione – dovrà essere presentata entro le 12 del 28 dicembre.

Caccia al risultato A fornire delucidazioni in merito è il dirigente dell’ente – nonché presidente della Provincia di Terni dopo il passo indietro di Leopoldo Di Girolamo, rinnovo dell’organismo previsto per l’8 gennaio – Giampiero Lattanzi: «Le Comunità Montane sono in liquidazione e sono state svuotate delle loro funzioni di programmazione e di esecuzione dei lavori sul territorio, quindi tutti i beni inseriti nel piano di liquidazione già approvato dalla giunta regionale vengono messi all’asta: non hanno più le stesse competenze di prima e quindi si procede con le alienazione. Si fa l’asta pubblica per vedere se ci sono partecipazioni, altrimenti si apre lo scenario affinché l’acquisti la Regione o un altro ente pubblico: intanto, procedendo in questo modo, si cerca di raggiungere il massimo risultato da un punto di vista economico».

Interventi e ristrutturazione Lattanzi pone poi l’attenzione su un’altra questione, legata alla necessità di rinnovare la struttura: «Prima era possibile gestirle in proprio, ora non più. Il centro canoe necessità oltretutto di lavori e al momento non c’è la capacità di poterlo fare con le disposizioni destinate, sono indispensabili solo per la gestione ordinaria e il pagamento degli stipendi: piuttosto che mandare in malora questi beni si cerca di alienarli. In precedenza – conclude – c’era un’associazione che la gestiva, ma non in grado di ristrutturare l’immobile. Va messo a norma». Primo atto il 29 dicembre.

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