Terni, allarme sangue «Servono donatori»

Augusto Scaccetti: «Non bastano a coprire il fabbisogno dell’ospedale»

Condividi questo articolo su

di Francesca Torricelli

La faccenda è delicata. Contenuta, ma delicata. Le donazioni di sangue, nella provincia di Terni, sono sempre più basse rispetto alla media regionale. Un dato in continuo calo dal 2006, ma che negli ultimi anni si è ulteriormente amplificato.

L’ospedale Santa Maria di Terni, «accoglie pazienti anche da fuori regione, grazie ai servizi che lo caratterizzano come un’ospedale all’avanguardia», spiega il responsabile del reparto di Immunoematologia e trasfusionale, Augusto Scaccetti. Proprio per questo motivo, negli ultimi due anni, «la richiesta di unità di sangue è stata maggiore della disponibilità».

PARLA IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO – L’INTERVISTA

terni ospedale provette sangue donazioniI numeri Mediamente, il fabbisogno dell’ospedale, «è di circa 10 mila unità di sangue, divise per i vari gruppi sanguigni, ovviamente. Il problema, però, è che nel 2014, ad esempio, sono state circa 8 mila e 800 le sacche di sangue disponibili nell’ospedale. Per questo motivo ci siamo trovati costretti a reperire le unità mancanti dagli ospedali regionali o addirittura extraregionali, a seconda dei gruppi sanguigni in carenza».

 

Donare «Mi piacerebbe far capire alle persone che donare il sangue non è assolutamente pericoloso per la salute, anzi», sottolinea Scaccetti. «Lo stato di salute del donatore è costantemente monitorato da una serie di screening, analisi e, addirittura, elettrocardiogrammi. Mi è capitato, nel corso della carriera, di scoprire degli infarti in corso e avere quindi la possibilità di intervenire tempestivamente». In situazioni normali, il donatore, «se ne sarebbe potuto accorgere troppo tardi». Inoltre, donare, «permette di sentirsi utile verso il prossimo. Che non è poco, di questi tempi».

Terni ospedale donazioni sangue (2)L’Avis Oltre all’ospedale di Terni, ci sono varie associazioni sul territorio per la raccolta sangue. «La principale, in Umbria, è l’Avis – spiega il dottore – alle quale è iscritto circa l’80% dei donatori ternani. Il restante 20% dei donatori è formato da volontari della croce rossa, ad esempio, o da persone che vengono in ospedale a donare, senza appartenere a nessuna associazione». Ma è proprio all’Avis che, l’ospedale di Terni, fa riferimento principalmente ogni qual volta ci sia più bisogno di unità di sangue: «L’associazione, in quei casi, provvede a contattare i donatori, in base al gruppo sanguigno di cui si ha più necessità».

I requisiti Si può donare «dai 18 ai 65 anni – a 60 anni se la prima volta – e bisogna avere un peso corporeo non inferiore ai 50 chilogrammi. Eventuali patologie, interventi, pearcing o tatuaggi, verranno verificati al momento in cui il donatore sarà a colloquio con i medici». Dottore, cosa intende per colloquio? «Ogni volta che una persona viene a donare il sangue, per prima cosa viene sottoposto a un colloquio con il medico che aiuterà a stabilirne l’idoneità. Dopo la visita, verrà effettuato il prelievo del sangue, necessario per eseguire gli esami di laboratorio prescritti e una valutazione clinica – battito cardiaco, pressione arteriosa – per accertare l’effettiva idoneità al dono».

Terni ospedale donazioni sangue (4)La donazione Accertata l’idoneità, anche grazie alla compilazione di un modulo per la verifica di eventuali situazioni che rendano la donazione controindicata, tanto per la sicurezza del donatore che per quella del ricevente, «si potrà procedere con la sua donazione. Il prelievo, effettuato preferibilmente a digiuno, ha una durata di circa 5-8 minuti, al termine dei quali al donatore sarà offerto un ristoro per reintegrare i liquidi e migliorare il comfort post dono». L’intervallo minimo tra una donazione di sangue e l’altra «è di 90 giorni circa; di norma, quindi, gli uomini possono donare sangue intero 4 volte l’anno, mentre le donne 2. Le donne non possono donare sangue durante le mestruazioni o la gravidanza e per un anno dopo il parto».

Raccolta del sangue cordonale Dopo l’istituzione del Centro regionale di raccolta del sangue cordonale, presso il servizio Immuno-trasfusionale dell’Azienda ospedaliera di Terni, «stiamo lavorando ad una convenzione con la Banca regionale del sangue cordonale del Lazio». Stipulata la convenzione, l’ospedale di Terni, «avrà la possibilità di effettuare la raccolta, lo stoccaggio temporaneo e un primo screening delle cellule staminali presenti nei cordoni ombelicali donati e stabilire quali inviare alla Banca per la raccolta e conservazione del sangue cordonale di Roma, secondo le indicazioni di legge».

Centro ricerca La banca regionale del Lazio, «è tra le prime 5, per numero di sacche, delle 19 presenti su tutto il territorio nazionale e fa parte di un network internazionale per lo scambio con gli altri Paesi». L’idea dell’ospedale di Terni, inoltre, conclude il dottor Augusto Scaccetti, «sarebbe quella di istituire, insieme all’università di Medicina di Terni, un centro di ricerca dove poter utilizzare le sacche non idonee per studi ed esperimenti».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli