Terni, appartamenti numerati uno ad uno

Oltre al numero civico sul portone, ce ne sarà uno per ogni singola abitazione

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di Francesca Torricelli

Agevolare la fruizione degli appartamenti all’interno degli stabili e garantire maggior sicurezza e ordine pubblico. Sono queste le basi del ‘progetto per la numerazione degli interni ai fabbricati’ del comune di Terni, avviato nell’aprile del 2014 e che adesso entra nel vivo.

La numerazione Gli interni degli edifici saranno, quindi, tutti numerati e in prossimità di ogni appartamento dovrà essere apposta una targhetta di riconoscimento. Il progetto, già previsto da una legge nazionale, rientra nelle attività per il controllo del territorio, la sicurezza e la fiscalità locale ed è attuato attraverso specifiche procedure predisposte dalla direzione urbanistica – ufficio toponomastica del Comune. L’intervento, una tantum, «riguarda tutti gli edifici al cui interno siano presenti più di una unità immobiliare urbana – spiega Nazzareno Pedica, tecnico del Comune di Terni – e vede coinvolti il Comune, i proprietari degli immobili e/o gli amministratori di condominio. A questi ultimi compete di fatto l’assegnazione e installazione fisica degli interni che andranno posti all’accesso di ogni singolo appartamento».

Fruizione e sicurezza L’intera operazione «consentirà non solo di rendere agevole la fruizione degli appartamenti all’interno degli stabili, a volte complessa, ovvero per individuare le unità ai fini delle utenze come acqua, gas, corrente elettrica o telefonia fissa, ma attraverso la condivisione e relazione dei dati comunali e catastali, servirà come misura di monitoraggio della dotazione immobiliare, di dissuasione dalle false residenze e per l’incrocio dei dati ai fini dei controlli fiscali di sistema e l’equità». Inoltre, da non trascurare, «le finalità per quel che concerne sicurezza e ordine pubblico. La numerazione degli interni, infatti, faciliterà i controlli da parte degli organi di polizia sulle abitazioni, in rapporto al numero degli occupanti per appartamento e alle coabitazioni».

I tempi Il progetto, oltre alla collaborazione degli amministratori condominiali, si avvale delle informazioni previste nel registro anagrafe. «Per questo motivo – dice Pedica – inizialmente ci eravamo dati come scadenza un anno, soprattutto per sollecitare gli amministratori nella raccolta dati, ma sapevamo già che per effettuare tutti i controlli incrociati tra dati catastali e dati del registro anagrafe, in continua e costante evoluzione, ci sarebbero voluti almeno tre anni. Per questo motivo, a marzo 2015, abbiamo richiesto una proroga di un anno. Poi vedremo».

Terni progetto per la numerazione degli interniI costi L’invio e la raccolta dei dati, presso il Comune, «può essere effettuato tranquillamente via web e richiede il minimo sforzo agli amministratori di condominio sia per la compilazione del modello, in parte già allestito, sia per la validazione dei dati e l’installazione fisica delle targhette». Il progetto, al momento, non usufruisce di alcun finanziamento e non è dato in appalto, «ma è sviluppato integralmente all’interno della direzione urbanistica e non prevede, quindi, nessuna spesa da parte dell’amministrazione comunale. Comporterà solo una minima spesa per i cittadini per l’acquisto delle targhette».

Scadenze I tempi, come già detto, potrebbero essere lunghi. «Al momento la numerazione è stata effettuata in circa il 50% degli edifici della città e abbiamo pensato al 2018 come scadenza massima per il completamento». A quel punto, conclude Nazzareno Pedica, «in caso di inadempimento, interverremo addebitando poi la relativa spesa di attribuzione e installazione. I cittadini, nei casi di cambi di residenza, dovranno uniformarsi all’obbligo della comunicazione dell’interno e l’anagrafe provvederà alla relativa trascrizione, oltre ad effettuare l’aggiornamento del pregresso».

Degrado urbano Il ‘progetto per la numerazione degli interni’ interessa l’amministrazione comunale anche per un altro aspetto, cioè quello del degrado degli immobili. «Stiamo lavorando a un censimento – spiega l’assessore all’urbanistica, Francesco Andreani – che ci aiuterà ad individuare tutti gli immobili dismessi. Quello che ci risulta al momento è che quasi la metà delle unità residenziali nei centri minori sono dismesse, non dispongono nemmeno di un contratto elettrico». Il lavoro, ovviamente, «andrà fatto anche nelle aree industriali perché ci stiamo preparando al futuro e alle strategie da mettere in campo».

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