Terni, Bct: la cultura sconfitta dal caldo

Niente aria condizionata: ha ceduto l’unico motore funzionante. I soldi per ripararlo mancano e la biblioteca diventa una sauna. Ferranti (FI) e Melasecche (IlT) attaccano

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L’aria è ‘condizionata’ ma nel senso che è condizionata al numero delle persone presenti. Perché all’interno della biblioteca comunale di piazza del Popolo si boccheggia letteralmente e manca poco che si debba respirare a turno per andare avanti. Con gli impianti fuori uso, sin dall’inizio della stagione calda, le temperature all’interno dello storico edificio comunale arrivano a sfiorare – come giovedì pomeriggio – i 34 gradi centigradi. E fra chi prova a studiare, a giocare – i bambini dei campus estivi – e a lavorare lì dentro, il clima – in tutti i sensi – è pessimo.

Ascensori fermi

Motori addio Negli ultimi tempi si è andati avanti con solo uno dei due motori su cui si reggeva il sistema di condizionamento dell’aria dentro la Bct. L’altro da almeno un paio d’anni ha ‘mollato’, sconfitto dagli anni e dalla mancanza di manutenzioni. Il motore-superstite è andato stoicamente avanti fino a quando, poco prima dell’estate, non si è arreso all’età e agli acciacchi. Per ripararli entrambi servirebbero, tanti ne ha chiesti un privato al Comune per rimetterli in sesto, 11 mila euro. Ma i soldi – il refrain, quello sì è immortale – non ci sono. Già in passato anche altri ‘motori’ avevano segnato il passo, quelli degli ascensori. Senza trascurare che, spesso, lì dentro ci piove e che il palazzo ha pure perso dei pezzi.

Pezzo di metallo si stacca dalla Bct e piomba in piazza della Repubblica - 16 gennaio 2016 (8)Sahara Risultato: una fornace dove la temperatura cresce man mano che si sale verso l’alto. L’unico spazio a scampare agli inferi è il Caffè letterario dove alcuni singoli ‘Pinguino’, di quelli che si attaccano alla presa e funzionano da soli, consentono di respirare. Per il resto, un dramma. Fra dipendenti ciondolanti e rassegnati, che rinunciano a portare avanti i lavori più pesanti come quelli di inventariato, utenti a caccia di ventilatori (vecchi) per quello che è poco più di un effetto placebo, ragazzi e bambini stipati in stanze a microonde, la situazione è semplicemente estrema. E a rimetterci sarebbero pure i server informatici che, senza aria condizionata, rischiano di diventare incandescenti fino a smettere di funzionare. Non è un caso, infatti, che la wi-fi sia fuori uso.

«Scandaloso» Sulla questione interviene il consigliere comunale Francesco Maria Ferranti (Forza Italia): «Ho ricevuto diverse segnalazioni da parte di mamme di bambini che frequentano i corsi estivi a pagamento in Bct e che lamentano il disservizio. Ho provato a contattare il sindaco, il suo capo di gabinetto e l’assessore Bucari per risolvere la situazione, ma senza risultato. Lunedì – annuncia Ferranti – proporrò un’interrogazione sulla vicenda durante il question time. E’ scandaloso che per mancanza di volontà da parte dell’amministrazione, non si riesca a far funzionare l’impianto di aria condizionata mettendo così a repentaglio la salute dei cittadini».

«Il Comune non paga più» Una dose rincarata, sul fronte dei mancati pagamenti da parte del Comune, dal ‘collega di banco’ Enrico Melasecche: «Mai a memoria d’uomo il Comune di Terni si è trovato in condizioni finanziarie così drammatiche. L’assurdo è che non riesce a fare neanche piccoli interventi di manutenzione nonostante la disponibilità, solo teorica, di fondi assegnati in bilancio. La cosa che più preoccupa è che dopo le due rinegoziazioni del debito pubblico che hanno bruciato in un baleno i 700 mila euro anticipati dalla Cassa depositi e prestiti, che ha lucrato tassi di interesse molto più alti di quelli di mercato, si ricomincia a non pagare le imprese, soprattutto le piccole, quelle che effettuano le manutenzioni urgenti in un Comune che da troppo tempo si è dimenticato cosa sia la manutenzione programmata. Chiediamo pertanto al sindaco, con apposita interrogazione urgente, che fornisca l’elenco dettagliato di tutti i creditori del Comune, a qualsiasi titolo, con importi e causali, che hanno effettuato prestazione di servizi o fornitura di beni, a prescindere dalla emissione delle relative fatture che spesso i dirigenti invitano a non emettere per evitare che emergano queste situazioni di estrema difficoltà».

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