Terni Biomassa ‘fuma’: «Solo vapore acqueo»

Spettacolari – e inquietanti – le ‘nuvole’ che spesso la avvolgono. Ma l’azienda minimizza

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di M.T.

Brutto a vedersi lo è. Specialmente quando ci passi vicino di notte e l’immagine – con il denso ‘fumo’, questo almeno appare ad un profano, che si alza dall’impianto – somiglia a quella di un girone dantesco.

L'impianto di Terni Biomassa

L’impianto di Terni Biomassa

Sabato notte E, se a questo aggiungi che, nell’aprire il finestrino della macchina, ti assale un odore decisamente poco piacevole, ecco che qualche perplessità ti viene. Allora ti fermi – è sabato notte e tu stai rientrando da un servizio di lavoro – e scatti un po’ di foto. Riservandoti di chiedere, poi, ai diretti interessati, in questo caso la Terni Biomassa, perché è dell’impianto di incenerimento di Maratta che stiamo parlando, un po’ di informazioni. Perché il timore era quello di un possibile disservizio.

LE FOTO NOTTURNE DELL’IMPIANTO

«Solo vapore» La spiegazione, dice l’ingegner Graziani, che sovrintende alle operazioni tecniche dell’impianto, «è molto semplice e intanto la tranquillizzo – esordisce – perché non abbiamo avuto nessun problema tecnico e nessun disservizio. Quello che lei ha visto è semplice vapore acqueo, che esce dalle torri appositamente realizzate per il suo smaltimento».

Niente paura E c’è pure il dettaglio tecnico: «Nelle ore serali, notturne e del primo mattino – dice il tecnico – quando le temperature esterne sono più basse, il fenomeno della fuoriuscita di vapore può efettivamente essere spettacolare, ma solo di quello si tratta». Le paure, ma anche le polemiche che sono sorte intorno all’impianto, insomma, sarebbero immotivate: «Guardi – spiega Graziani – noi stiamo smaltendo solo i materiali per i quali siamo autorizzati e cioè biomasse e rifiuti speciali non pericolosi, ecco perché escludo nella maniera più assoluta che i cattivi odori che lei può aver avvertito provenissero dal nostro impianto».

Terni inceneritore Maratta (11)I materiali Attualmente le autorizzazioni di cui è in possesso permettono a Terni Biomassa di bruciare circa 40 mila tonnellatte all’anno di rifiuti, per una produzione di circa 4 megaWatt di energia elettrica, che viene immessa nella rete nazionale. Ma i margini economici non sarebbero esaltanti.

Le autorizzazioni L’azienda ha infatti presentato una richiesta di revisione delle autorizzazioni, che però dovrà essere esaminata da un’apposita conferenza dei servizi sulla quale ha messo il cappello la Regione, avocando a sè la procedura in origine di competenza della Provincia di Terni e chiedendo ad Arpa e Usl un dossier completo, mentre l’azienda deve mettere a disposizione un numero maggiore di informazioni.

Le ipotesi La richiesta di Terni Biomassa, se accettata, potrebbe permetterle di ampliare lo spettro dei materiali da smaltire, ma le potrebbe permettere di pensare alla partecipazione ad un eventuale nuovo bando da parte del Gestore dei servizi energetici (Gse), con possibile accesso a forme di incentivi economici; oppure la potrebbero mettere nelle condizioni di puntare a diventare uno dei possibili punti di incenerimento previsti dallo ‘Sblocca Italia’. Su questo però, c’è stata la presa di posizione contraria del Comune di Terni e di quello di Narni. Con la consapevolezza, però, che a decidere sarà il governo. Tutto il resto potrebbe essere semplice vapore. Acqueo.

 

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