Terni, città più vecchia e sempre meno attiva

L’assessore Falchetti Ballerani: «La situazione è in continua evoluzione, sta a noi esaminare i dati e modulare le scelte»

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di Fra.Tor.

«Terni sta profondamente cambiando, sia come strutturazione della popolazione che come qualità in riferimento al rapporto tra popolazione attiva e non». Questa la premessa dell’assessore ai servizi demografici e statistici Cristhia Falchetti Ballerani alla presentazione del primo report sulla situazione statistico-demografica della città al primo gennaio 2016.

Alcuni esempi «Si rileva, infatti, un notevole invecchiamento della popolazione ternana – ha sottolineato l’assessore – e questo porta automaticamente ad un appesantimento nei confronti delle generazioni ancora in attività lavorativa». Altro dato da studiare, secondo la Ballerani, «è il saldo negativo tra immigrati ed emigrati: un ritorno degli immigrati al Paese di origine, come se Terni non fosse più interessata dal punto di vista occupazionale, e un allontanamento da Terni di parte della nostra popolazione più giovane e lavorativamente ancora attiva».

Valutare Il cambiamento «ha avuto segnali notevoli a partire dal 1985. Abbiamo, infatti, effettuato delle indagini storico-comparative e possiamo tranquillamente affermare che Terni è profondamente cambiata e sta continuando a farlo e sarà sicuramente compito nostro studiare, valutare ed esaminare questi dati – ha concluso l’assessore – e modulare le scelte politiche, economiche e sociali».

ImmagineRepentina inversione di tendenza A illustrare i dati nel dettaglio è stata la dottoressa Simona Coccetta, responsabile servizi statistici: «Al primo gennaio 2016 la popolazione a Terni è di 111.501 residenti, 632 in meno rispetto all’anno precedente (-5,6%) il calo più consistente dal dopoguerra. Un repentina inversione di tendenza dopo oltre quindici anni di costante crescita dei residenti determinata nella nostra città, più che altrove, dai flussi di immigrati stranieri che hanno modificato la struttura della popolazione a partire dall’inizio del nuovo secolo». A Terni gli stranieri residenti sono 12.540, 266 in meno rispetto allo scorso anno. «In realtà non si tratta di una perdita vera e propria perché 471 hanno cambiato status avendo acquisito la cittadinanza italiana e non vengono più conteggiati tra gli stranieri; quindi i cittadini nati con cittadinanza non italiana, e ora residenti a Terni, sono di più rispetto a quanti ne vengono conteggiati».

Le nascite Nel corso del 2015 sono nati da madri residenti a Terni «747 bambini, 89 in meno rispetto allo scorso anno. Il tasso di natalità toccato quest’anno è tra i più bassi degli ultimi 50 anni in diminuzione anche se per 15 anni il fenomeno è stato attenuato, anche in questo caso ,grazie all’apporto delle mamme straniere. Ultimamente anche all’interno della componente straniera della popolazione la natalità si sta contraendo e nel 2015 i bambini stranieri nati a Terni sono stati 137, ovvero 30 in meno dell’anno precedente. Il tasso di fecondità pari a 1,17 figli per donna, è molto più basso rispetto al valore nazionale (1,35), ancora più basso se si considerano solo le cittadine italiane». In sintesi a Terni «si fanno sempre meno figli e meno che nel resto d’Italia e le residenti straniere hanno ancora una maggiore propensione alla maternità anche se stanno modificando il loro comportamento».

Età media al parto Alla bassa fecondità, «largamente insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale, continua ad accompagnarsi la scelta di rinviare sempre più in la il momento in cui avere figli. Cresce ancora infatti l’età media al parto pari a 32,6 anni, un anno in più rispetto alla media nazionale. Anche in questo caso c’è differenza tra la componente straniera, per la quale l’età scende a 29,8 anni e le mamme italiane che mediamente partoriscono a 33,6 anni». Il calo della fecondità è «in parte condizionato dal protrarsi degli effetti sociali della crisi economica a causa della quale le giovani coppie rallentano la progettualità genitoriale e soprattutto la posticipano, e quindi è fisiologico che il numero medio di figli per donna tende ad abbassarsi».

Le morti Durante il 2015 sono stati «1.413 i morti, ben 127 in più rispetto al 2014 facendo registrare il più alto tasso di mortalità mai registrato negli ultimi decenni. Tale fenomeno si è verificato comunque anche a livello nazionale ed è dovuto, oltre che a effetti strutturali connessi all’invecchiamento, al posticipo delle morti non avvenute nel biennio 2013-14, più favorevole per la sopravvivenza soprattutto per migliori condizioni climatiche».

Il saldo migratorio Anche il saldo migratorio – differenza tra immigrati ed emigrati -, quest’anno «è quasi nullo e il numero dei cittadini che si sono iscritti in anagrafe è praticamente pari a quello dei cancellati (2.333 contro 2.299). Ciò è determinato principalmente da una parziale perdita di attrattività del Paese nei confronti dei migranti internazionali, anche se il numero di iscritti dall’estero è comunque superiore rispetto a quanti emigrano fuori dall’Italia». Tra i «591 cittadini che si sono iscritti provenendo dall’estero, la quasi totalità, ovvero 543 pari al 92%, sono stranieri mentre sui 322 cancellati per l’estero soltanto 111 sono stranieri (34%). E’ infatti in crescita il numero di ternani che lascia la città per trasferirsi fuori dall’Italia e in particolare in Paesi extraeuropei». All’interno del territorio nazionale invece «quasi la metà degli spostamenti avviene nei confini dell’Italia centrale: il 75% di quelli che si sono trasferiti a Terni nel corso del 2015 arrivano infatti da Umbria 48,5%, Lazio 20%, Toscana 4,9% e Marche 1,7%. Mentre ammonta al 68% il numero di cancellati per le stesse regioni e di questi il 45% è rimasto all’interno della provincia con prevalenza per i comuni limitrofi di Narni e Stroncone».

Terni ‘rosa’ In termini di struttura la popolazione ternana è caratterizzata da «una prevalenza abbastanza marcata della componente femminile, che supera quella maschile di 6.671 unità con un tasso di mascolinità, numero di maschi ogni 100 femmine, pari a 89. Tale situazione è ancor più evidente se si considera soltanto la componente straniera della popolazione per la quale il tasso di mascolinità risulta pari a 70».

Città anziana Oltre ad essere sempre più ‘rosa’, strutturalmente, la popolazione ternana si presenta «sempre più anziana con un indice di invecchiamento molto alto e ancora in salita. Infatti l’età della popolazione continua a spostarsi in avanti, come ben sintetizzato dall’indice di vecchiaia, pari a 215, il valore più alto mai registrato a livello locale e ben al di sopra sia di quello nazionale che di quello dei paesi UE». La crescita della mortalità nel 2015, concentrata in particolare «nelle età senili (75-95 anni) non ha rallentato il processo di invecchiamento della popolazione. Tra il primo gennaio 2015 e il primo gennaio 2016 gli ultra60cinquenni crescono di oltre 100 unità a fronte di una popolazione totale che diminuisce e rappresentano il 26% dei residenti, vale a dire uno ogni 4; ma ad aumentare ancora di più sono i grandi anziani, ovvero gli ultra75enni, che rappresentano il 13,6% della popolazione». A Terni ci sono «47 ultracentenari dei quali 36 sono donne. Rispetto al primo gennaio 2015 i cittadini che avevano superato i 100 anni si sono sfoltiti di 10 unità a conferma che l’incremento di mortalità, che si è verificato nel corso del 2015, ha colpito principalmente le età estreme della popolazione».

Età lavorativa Per contro «torna a diminuire la popolazione in età lavorativa, ovvero quella con età compresa tra i 19 e i 64 anni, dopo che per alcuni anni, la flessione era stata contenuta dall’arrivo degli stranieri, molti dei quali appartenenti a questa classe d’età. Ad oggi la componente attiva della popolazione rappresenta a Terni il 58,5% dei residenti, ciò vuol dire che si deve fare carico anche del restante 40% abbondante di cittadini che non fa parte delle forze di lavoro». Come conseguenza dell’invecchiamento dei residenti, l’età media della popolazione «sale a 47 anni contro la media nazionale di 44,6. Le donne a causa della maggiore sopravvivenza hanno un’età media di 48,7 anni». I residenti stranieri «sono di gran lunga più giovani con un’età media di 34,8 anni e la differenza di genere appare più evidente: gli uomini sono mediamente più giovani delle donne di 6 anni (età media degli uomini 31,3 e donne di 37,3).

Immagine2Le famiglie residenti a Terni «sono 51.816 in costante crescita, soprattutto in conseguenza del notevole incremento delle famiglie monocomponenti. Sono infatti quasi 20 mila le persone che vivono sole. Si tratta principalmente di anziani, per la maggior parte donne, e giovani single o persone che coabitano senza però avere legami affettivi o familiari, in questo ultimo caso rientrano molti stranieri che dividono l’alloggio e le spese senza avere legami con gli altri coinquilini». Le famiglie con almeno un componente straniero «sono 6.683 e di queste l’80% sono famiglie di soli stranieri».

Immagine3Gli stranieri «I rumeni rappresentano il 35% degli stranieri residenti (4.427) e continuano a crescere, anche se più lentamente del passato. Secondi, ma molti di meno ( 1.731), sono gli albanesi che da un paio d’anni hanno cominciato a lasciare la città per tornare in patria». Dopo il boom di immigrazioni dai paesi dell’Est europeo che ha caratterizzato il primo decennio del secolo, «da alcuni anni è in crescita l’immigrazione dal continente asiatico, in particolare è cresciuto il numero di pakistani, indiani, filippini e cinesi. In totale la componente asiatica degli stranieri conta 2.146 residenti. In aumento anche il numero di nigeriani».

Immagine41985-2015 «Terni conta ad oggi lo stesso numero di residenti di trent’anni fa, ma da un punto di vista strutturale la composizione appare completamente diversa, come profondamente cambiati sono gli eventi demografici che interessano la popolazione. Innanzitutto nel 1985 gli stranieri erano poche decine ora sono 12.540 e rappresentano l’11% della popolazione». Attualmente a Terni «la percentuale di stranieri è superiore sia al dato nazionale che a quello regionale e l’incremento così sostanzioso è avvenuto in un periodo di tempo relativamente breve rispetto a quanto accaduto in altre realtà italiane nelle quali il fenomeno delle migrazioni era presente già da oltre trent’anni». A metà degli anni ’80 era già lontano il periodo del ‘baby boom’ degli anni ’60 e il numero di nati era già sceso, 778 nascite contro le attuali 747 (delle quali 137 da madri straniere) mentre la mortalità era notevolmente più bassa, infatti a parità di popolazione si erano verificati 1.120 decessi mentre lo scorso anno i morti sono stati 1.413».

Approfondimento fenomeni migratori Anche i fenomeni migratori risultano molto cambiati nell’arco di questi trent’anni. «Il saldo migratorio era positivo e pari a 782 per effetto dei cittadini provenienti da altri comuni italiani che si iscrivevano nella nostra anagrafe. Oggi, dopo lo sgonfiamento della bolla delle migrazioni di stranieri, il saldo migratorio è molto più basso (pari a 34 nel 2015) e sono di più quelli che hanno lasciato la città: 2.299 nel 2015 ovvero 1.106 in più rispetto al 1985 questo a conferma della grande mobilità che caratterizza sempre di più le popolazioni. Le famiglie sono decisamente meno stabili e tendono a muoversi frequentemente sia con cambi di residenza all’interno della città che tra una città e l’altra».

Immagine5Città invecchiata Tra le due popolazioni ternane a confronto «appare molto diversa anche la composizione per età che ci restituisce, dopo trent’anni, una città invecchiata con sempre meno bambini e ragazzi e una crescita impressionante di grandi anziani. Se nel 1985 dei 111 mila residenti 6.782 erano ultra65enni, oggi a parità di residenti totali, gli ultra75enni sono 15.180 ovvero più del doppio e il loro peso sulla popolazione totale è passato dal 6,1 a 13,6%». Contemporaneamente «sono ‘spariti’ quasi 6.400 minorenni e circa 4.000 di quelli che l’Istat chiama ‘forze di lavoro’, ovvero i 19-64enni. A causa di queste trasformazioni nella ripartizione dei residenti nelle diverse fasce d’età, gli indici strutturali hanno assunto valori che denotano situazioni preoccupanti: l’indice di vecchiaia (numero di anziani su 100 residenti) pari a 215 è attualmente uno dei più alti d’Italia e molto superiore ai valori dell’UE, nell’1985 era 102. Stessa sorte per l’indice di carico che è passato nella nostra città da 59 a 71. A distanza di trent’anni le donne hanno preso il sopravvento e se nel 1985 se ne contavano 4.362 in più degli uomini ora la differenza è passata a 6.671 e ogni 100 donne vi sono 88 uomini mentre nel 1985 ce ne erano 93».

Immagine6Curiosità Se fino alla fine degli anni ‘90 per qualche anno i nomi più scelti dai genitori rimanevano pressoché costanti, «ora cambiano in modo molto repentino e nomi che appena l’anno prima occupavano i primi posti della classifica, l’anno successivo non si posizionano neppure tra i primi 10». Tra i primi 6 nomi al femminile «ben 4 iniziano con la lettera ‘A’: Aurora, Sofia, Mia, Adele, Anita e Anna. Per i neonati maschi si prediligono nomi più classici che già da alcuni anni si mantengono in classifica: Alessandro, Leonardo Lorenzo, Mattia, Andrea e Francesco. La presenza di stranieri ha ovviamente modificato la rosa dei nomi presenti in anagrafe». A Terni il primato di nome più lungo «spetta ad un nome composto che conta in totale ben 32 lettere, i nomi più corti invece sono formati da una sillaba di due lettere e appartengono a residenti cinesi, a un albanese e a un nigeriano».

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