Terni e l’inceneritore, M5S: «Ecco la verità»

«Tutto è partito a novembre, grazie alle segnalazioni dei cittadini. Ora auspichiamo che l’Autorità giudiziaria faccia il suo corso»

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Terni movimento 5 stelle«Questa città è sotto attacco. È ora di dire basta. Riprendiamoci il presente per regalarci un futuro migliore». Il Movimento 5 Stelle di Terni, nel corso della mattinata di venerdì, non ha espresso alcun commento in merito alla decisione del sindaco Leopoldo Di Girolamo, che ha ordinato l’immediata sospensione delle attività dell’inceneritore di Terni Biomassa. Hanno rinviato tutto a una conferenza stampa nel pomeriggio, in cui hanno svelato dei retroscena che, secondo loro, «hanno costretto il sindaco ad emettere l’ordinanza».

Le segnalazioni dei cittadini «Era il 3 novembre 2015 quando i cittadini ternani – racconta il consigliere comunale Thomas De Luca – hanno iniziato a postare sui ‘social’ le foto della nube nera che fuoriusciva dal camino di Terni Biomassa. Ci siamo subito attivati per segnalare l’accaduto all’Arpa, ma molte sono state le difficoltà perché il numero telefonico per le emergenze non era attivo. Abbiamo quindi inviato una Pec, in cui abbiamo allegato il materiale fotografico, e un’ora dopo i tecnici dell’Arpa hanno effettuato un sopralluogo e acquisito dei documenti».

I contatti con Arpa La mattina dopo, il 4 novembre, «ci siamo messi nuovamente in contato con Arpa, chiedendo i verbali dell’ispezione per poter capire quali fossero stati i riscontri. Ma dopo 8 giorni, il 12 novembre, non avendo ancora ricevuto nulla, inviamo un sollecito all’Arpa. Di risposta ci viene detto che non sarebbero state escluse eventuali comunicazioni di reato alla Procura della Repubblica. Visto che, come consiglieri comunali abbiamo diritto d’accesso alla documentazione, il 16 novembre abbiamo nuovamente sollecitato l’Arpa all’invio del verbale d’ispezione e dei dati relativi ai valori rilevati. Dopo un’ora siamo stati convocati e abbiamo avuto modo di vedere i documenti e siamo rimasti in attesa di vedere i riscontri delle indagini».

Le indagini svolte dall’Arpa e dal Noe si sono concluse ad aprile, con successivo invio di tutta la documentazione al Comune di Terni. «Ed è proprio lì – esclama De Luca – che si sarebbero dovute intraprendere delle iniziative, in quanto è stato dimostrato che le criticità coinvolgevano tutti gli aspetti dell’impianto. Ma si è andato avanti, con le successive analisi di monitoraggio che hanno portato Noe e Arpa a segnalare il tutto al sindaco Di Girolamo». Successivamente il Comune di Terni «ha chiesto un parere alla Usl Umbria2 che ha chiaramente affermato che il superamento della concentrazione limite per il parametro diossine e furani rappresenta un rischio per la salute della popolazione, portando il sindaco ad emettere l’ordinanza. Ma venerdì la Usl ci ha ripensato e ha precisato dicendo che in realtà questo superamento non porta a un pericolo imminente per la salute umana. Noi ovviamente non possiamo che dissentire completamente e ci chiediamo: per determinare pericolo imminente dobbiamo trovare i morti per strada?».

L’INTERVISTA A THOMAS DE LUCA – IL VIDEO

«Intervenga l’autorità giudiziaria» De Luca, infine, crede che «questa discussione debba essere portata all’interno della conferenza dei servizi e che non debbano essere rilasciate le autorizzazioni. In ogni caso vogliamo che venga fatta una revisione delle autorizzazioni esistenti e che, quindi, vengano revocate. In virtù di questo chiediamo che ci si ponga delle domande sul fatto che a fronte di segnalazioni fatte dai cittadini, l’attivazione degli organi competenti ha portato la Usl al riscontro di queste anomalie. Ci chiediamo cosa è stato fatto fino ad oggi nel controllo di questi impianti e sopratutto ci chiediamo se questi controlli verranno effettuati anche nell’altro inceneritore, cioè quello di Aria Spa. È ora di dire basta, c’è bisogno che intervenga l’Autorità giudiziaria».

«La Magistratura deve muoversi» Secondo il senatore umbro del Movimento 5 Stelle, Stefano Lucidi, molte cose dell’ordinanza vanno chiarite. Ad esempio, tutte le ulteriori prove che si faranno, andranno a scapito della gente. Le vadano a fare da un’altra parte. Ricordiamoci che c’è una legge sui reati ambientali che vincola le aziende che causano danni ambientali e le obbligano al ripristino delle condizioni e al risarcimento. E’ ora di dire basta, di riprenderci il presente per regalarci un futuro migliore. Staremo sull’argomento, questo è sicuro e valuteremo le azioni da intraprendere». Andrea Liberati, portavoce capogruppo M5S al consiglio regionale dell’Umbria sottolinea che «non ci accontenteremo di quello che sta accadendo in queste ore, ma la Magistratura deve muoversi e l’Arpa deve esercitare i controlli, non trattare con le aziende».

 

 

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