Terni: «Inceneritori, otto morti all’anno»

Il comitato che si oppone al loro utilizzo rende noti due rapporti importanti

Condividi questo articolo su

Il rapporto si chiama ‘Situazione epidemiologica e valutazione dell’impatto sanitario si alcuni inquinanti ambientali nel Comune di Terni’ ed a firmarlo sono i dottori Armando Mattioli e Ubaldo Bicchielli. E secondo il comitato ‘No inceneritori’, «potrebbe segnare la fine di una lunga serie di tristi ‘Relazioni sullo stato di salute’ in cui non si è mai voluti andare oltre le giaculatorie su alcuni fattori di rischio individuali (non fumare, non bere, fai una dieta congrua e attività fisica quotidiana), determinanti prossimali di salute certo molto importanti ma che, assolutizzati, colpevolizzano i singoli per le esposizioni ‘volontarie’ di cui sarebbero gli unici responsabili; assolvendo i produttori di rischio ed i loro tutori politici per le esposizioni involontarie inflitte ai cittadini».

IL RAPPORTO

La stranezza Eppure, denuncia il comitato ‘No inceneritori’, «la Asl, in sede di Conferenza dei servizi del passato settembre per i procedimenti autorizzativi in corso per i due inceneritori ternani, non ha consegnato tale relazione come parere ufficiale. Ignoriamo i motivi, certo un fatto abbastanza poco chiaro, visto che il comitato ‘No inceneritori’ l’ha avuta con un normale accesso agli atti. Ci aspettiamo che nelle prossime Conferenze dei servizi questo documento venga depositato e che si scongiuri la definitiva riaccensione dell’inceneritore TerniBiomassa (ex Printer) e l’assenso all’ultima richiesta di modifica dell’inceneritore di Acea».

I criteri La dichiarazione dei metodi e dei criteri con cui la Asl individua i pericoli, valuta i danni alla salute derivanti dalle esposizioni misurate dall’Arpa e stima il danno per la salute degli esposti, pur se sarebbe «uno dei limiti che segnaliamo – spiegano da ‘No inceneritori’ – crea la possibilità di un confronto scientifico tra esposti da un lato ed organismi pagati per le valutazioni del rischio dall’altro. Confronto anche sulla qualità dei metodi e delle procedure utilizzabili, una qualità che può risentire degli effetti di molti conflitti di interesse e di diversi livelli di aggiornamento e riflessione sulle cause dell’insorgere delle malattie oggi dominanti».

I danni A questo proposito, ricordano gli esponenti del ‘No inceneritori’, «va sottolineata l’importanza, della stima dei danni prodotti dai processi di incenerimento (8 morti all’anno) che, di fatto, avvalla il lungo lavoro da noi fatto in questi anni, teso a denunciare i danni alla salute ed all’ambiente degli inceneritori, fornendone finalmente una prima valutazione realistica, in linea con altre valutazioni disponibili. Soprattutto non nega effetti sanitari sulla popolazione esposta, come spesso, soprattutto in passato, si è sentito ripetere a Terni dalle varie amministrazioni nonché pezzi del mondo medico e scientifico».

I rischi Le misure sui danni, «illustrate nella prima sezione epidemiologica della relazione della Asl, ma commentate in modo integrato con i dati di esposizione resi noti dal dottor Carlo Romagnoli di Isde (nello studio su ‘Esposizioni involontarie e danni alla salute degli esposti nel SIN di Terni Papigno’; ndr), evidenziano che almeno fino alla fine degli anni ’80 vi sarebbero state esposizioni non prevenute che stanno determinando ora eccessi di eventi almeno per le donne, nell’incidenza per tutte le sedi di tumore e nell’incidenza e nella mortalità per il tumore del polmone che vanno al di là del documentato ruolo del fumo di tabacco. Nei fatti una conferma delle indicazioni dello Studio Sentieri».

LA DOCUMENTAZIONE ISDE

I ritardi Il comitato ‘No inceneritori’, però, dice che «dal canto nostro, non possiamo non risaltare il ritardo con cui si arriva ad un rapporto del genere: si tratta di un territorio individuato come Sin da molti anni in quanto sede di numerosi impianti ed industrie insalubri di prima classe, cioè noti a priori per l’importante impatto negativo sulla salute di lavoratori e residenti: chi ha con proprie omissioni, inerzie e complicità  lasciato mano libera ai produttori di rischi, dovrà assumersi oggi le proprie responsabilità e invertire la direzione.  In secondo luogo la mancata citazione dei dati di emissione, pienamente riportati e commentati invece dal Rapporto Isde, pure di fonte Europea e disponibili da diversi anni (Registro europeo E-PRTR). Ora Asl ha la possibilità di condizionare le scelte sciagurate in materia di incenerimento nella Conca Ternana, non abbiano paura tecnici e dirigenti, il Sindaco di Terni dovrà essere conseguente alle proprie dichiarazioni e impegni presi».

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli