Terni, pozzi inquinati: sospetti già nel 2011

Nei documenti del Comune e riferiti a quel periodo appare il richiamo ad una «forte presunzione di contaminazione»

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La decisione presa dalla giunta comunale di Terni il 29 giugno scorso, in sé, non è che sia clamorosa. Ma dentro c’è un passaggio che è – un tantino – inquietante.

L'Asm di Terni

L’Asm di Terni

L’Asm In pratica è successo che la giunta ha modificato una sua precedente determinazione – presa a settembre del 2015 – con la quale autorizzava l’Asm a realizzare quello che viene definito un ‘impianto di abbattimento delle emissioni odorigene dell’impianto di selezione e trasferenza dei rifiuti urbani di Maratta’: insomma un affare che deve eliminare le puzze.

La modifica Solo che, adesso, Asm dovrà attenersi ad una prescrizione in più: visto che al vincolo di inedificabilità assoluta – già previsto – nell’area interessata adesso si è aggiunto (dopo la pubblicazione dei dati relativi all’inquinamento dei pozzi) «il divieto di procedere a scavi di sbancamento o altre opere di trasformazione urbanistico-edilizia del territorio che possano pregiudicare la messa in sicurezza permanente del sito».

Lo smantellamento E, insomma: «Qualora il nuovo impianto – dice la delibera di giunta – risulti incompatibile con eventuali interventi di bonifica, che si rendessero necessari al termine dell’analisi di rischio, dovrà procedersi al suo smantellamento».

La scoperta E fino a qui si tratta di una procedura che può essere definita normale: solo che scorrendo il testo del provvedimento preso da palazzo Spada, appare un passaggio che contiene riferimenti temporali inquietanti. C’è scritto, infatti, che l’impianto di cui si parla fa parte di quello «autorizzato in Aia» dalla regione fin dal 2008, con una modifica fatta poi nel 2011. E che sulla base di quelle era stata rilasciata «un’autorizzazione unica Suap (sempre nel 2011; ndr) con seguenti prescrizioni “…l’inizio dei lavori è subordinato all’esito delle indagini e campionamenti, volti all’accertamento della forte presunzione di contaminazione…”».

I tempi Insomma, cinque anni fa esisteva – ed era pure certificata – una “forte presunzione di contaminazione”, ma tutto l’ambardan si è messo finalmente in movimento nel 2016. Con calma.

 

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