Terni, San Valentino ‘trasloca’ al duomo

Dal 12 al 14 febbraio le reliquie del Patrono saranno in cattedrale. Il vescovo sul ‘buco’ della diocesi: «Problema ecclesiologico»

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La conferma è arrivata in occasione della partecipata assemblea ecclesiale diocesana che si è tenuta domenica pomeriggio in cattedrale: «Nessuno vuole sottrarre nulla – ha detto il vescovo, padre Giuseppe Piemontese -. Ma la celebrazione del 14 febbraio per il Santo Patrono si terrà in duomo e alla presenza delle reliquie di San Valentino». Punto.

VALENTINO, SANTO CHE NON TROVA PACE

Assemblea diocesana Terni - 11 ottobre 2015Braccio di ferro Al di là delle ragioni addotte, la presa di posizione rischia di riaccendere nuove discussioni – e anche qualche protesta colorita – da parte di quei fedeli che si sentono ‘scippati’. In questo senso monsignor Piemontese, replicando all’intervento accorato di uno di loro, ha voluto dare alcune rassicurazioni: «La teca con le reliquie del Santo verrà riportata in basilica subito dopo la funzione religiosa, attraverso una solenne processione che vedrà la presenza di tutte le istituzioni». Il viaggio di ‘andata’ invece è previsto per venerdì 12 febbraio, in occasione della tradizionale veglia e della processione dei giovani.

«Problema di comunicazione» In merito alla raccolta di firme dei cittadini contrari al ‘trasloco’, recapitata nei giorni scorsi, il vescovo si è espresso così: «Credo che l’intera vicenda sia stata segnata da un difetto di comunicazione – ha detto – visto che nella lettera dei fedeli si continua a parlare di una presunta volontà di ‘portare via’ il Santo dalla basilica. Ma il mio intento non è affatto questo. Fra l’altro nella missiva mancava il riferimento a cui poter rispondere, per poter fare presente il nostro punto di vista».

I motivi E fra le ragioni alla base della decisione, c’è – per il vescovo – «l’esigenza di celebrare adeguatamente San Valentino, anche dal punto di vista logistico, all’interno del duomo che è in grado di accogliere tutti». Della cosa se ne tornerà a parlare martedì in un faccia a faccia fra padre Pimontese e alcuni fedeli. Fra loro c’è chi non esclude di dare vita a veglie e fiaccolate, per evitare che il Santo abbandoni la sua ‘casa’. Anche se solo per qualche giorno.

Il ‘buco’ Nel corso dell’incontro pastorale di domenica, aperto a tutti – religiosi, laici, associazioni e movimenti ecclesiastici – non sono mancati altri riferimenti all’attualità, a partire dalla complessa situazione economica della diocesi: «Questo – ha detto padre Piemontese – è stato il principale tema di interesse e preoccupazione degli ultimi anni. Uno stato di cose che ha finito per creare disorientamento, sospetti e divisioni in ambito presbiterale e laicale. A mio avviso – ha spiegato il vescovo – occorre maggiore umiltà e responsabilità nell’affrontare una situazione critica e complessa, che è di lunga data e che ancora non ho compreso nella sua interezza. Essa è stata definita e presentata alla Santa Sede da monsignor Ernesto Vecchi con i suoi collaboratori di Bologna e di Terni. L’ impressione che ho avuto, man mano che sono entrato nelle dinamiche della diocesi, è stata quella di avvertire che per noi, il problema essenziale non è economico-finanziario, ma è ecclesiologico. A mio avviso è il modo di sentirsi chiesa che ci aiuterà a far risplendere il volto di Cristo e a risolvere i problemi. In questo senso vogliamo avviarci decisamente su una strada di comunione, semplicità, povertà e trasparenza».

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