Terni, servizi e mense: proteste e richieste

Martedì pomeriggio primo tavolo tecnico: protesta CoSec e tensione tra i due comitati autocostituiti. E il Comune attacca

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di S.F.

Avevano annunciato ‘guerra’ e così è stato . Dopo la movimentata riunione illustrativa sul percorso decisionale per la riorganizzazione dei servizi di refezione scolastica, martedì pomeriggio via al primo tavolo tecnico tra proteste – lato CoseC, manifestazione con circa 50 genitori presenti – e richieste, sponda Comitato commissari mense. E, come accaduto giovedì e in altre circostanze, qualche parola ‘grossa’ è volata tra le parti. Sul posto, per controllare che tutto filasse liscio, carabinieri e polizia di Stato, perché la tensione non accenna a placarsi, anzi. Con tanto di nuova bordata firmata Malafoglia e D’Ubaldi.

Il tavolo tecnico in attesa degli ultimi arrivi

Il tavolo tecnico in attesa degli ultimi arrivi

Il tavolo d’esordio – 4 ore, dalle 15 alle 19 – riguarda l’organizzazione del servizio mense. A partecipare, come stabilito nella delibera del 24 febbraio, rappresentanti delle commissioni mensa (uno per ogni grado), dei comitati autocostituiti, del servizio igiene degli alimenti e della nutrizione dell’Usl Umbria2, delle associazioni dei consumatori, delle organizzazioni sindacali e rappresentanti del Comune (dietista, funzionari) di Terni. Si sono presentati quindi Giorgio Lucci della Cgil-Fp, Claudio Guerrini della ‘Don Milani’, Maria Elisabetta Mascio della ‘Mazzini’, Patrizia Marinelli del Comitato commissari mense, Marta Frittella del comitato mense scuole per l’infanzia, Franco Todaro di FederConsumatori, Corrado Mazzoli (funzionario del Comune), Cristina Feliziani del comitato mense scuole secondarie 1° grado, Lucia Diamanti della Cisl e Vincenza Farinelli, in sostituzione della dirigente comunale Danila Virili. A guidare il tutto i ‘facilitatori’ di Puntodock. Mercoledì si concluderà con i tavoli riguardanti l’elaborazione del capitolato d’appalto (dalle 9 alle 13) e la nuova carta servizi ed educazione ambientale, nel pomeriggio. Tutto liscio? Nemmeno per sogno.

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Terni mense servizi sociali4Presenza CoSec I rappresentanti del comitato, dopo l’abbandono della sala giovedì al Gazzoli, dalle 14.20 hanno iniziato a posizionarsi davanti l’ingresso della Siviera: in bella vista gli striscioni ‘abbiamo scartato l’uova’ e, sotto, ‘abbiamo incartato voi’, quindi un tavolo con sopra un bambolotto – finte banconote da 100 euro di fianco – e la scritta ‘buon appetito’. A lato il banchetto per la raccolta firme. Ad aiutare i genitori nella protesta ‘sonora’ anche una decina di bambini, con fischietto in mano.

Tavolo non riconosciuto Il CoSec dice no alla concessione a terzi – Piacenti D’Ubaldi in merito è stato chiaro, «su questo non si può dialogare» – del servizio di refezione scolastica, all’aumento generalizzato delle tariffe scolastiche, alla privatizzazione dei servizi pubblici e allo smantellamento dei servizi comunali. A ciò si aggiungono le richieste di stralcio della delibera del 24 febbraio, l’avvio di un tavolo paritetico con la presenza dei comitati di gestione e della rimodulazione degli scaglioni Isee. In definitiva il CoSec ritiene che il mantenimento delle cucine in loco non è altro che «una loro privatizzazione e non una concessione».

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Il ‘tavolo’ del CoSec fuori dalla Siviera

Chi invece ha partecipato al primo tavolo di concertazione è il Comitato Commissari Mense, in netta contrapposizione rispetto al CoSec: «All’apertura del tavolo di partecipazione sulle mense, tanto contestata dal Cosec, riteniamo necessario fare chiarezza, richiamando i ruoli e le responsabilità di tutti. I toni contenuti nelle molte dichiarazioni di questi giorni, ci fanno pensare che non sia chiaro a tutti il ruolo e le funzioni della Commissione Mensa e dei componenti dei Comitati. Il nostro ruolo, come genitori, utenti e membri delle Commissioni Mensa,è quello di offrire un contributo propositivo per assumere le decisioni sul futuro del servizio, che dovranno però essere assunte nelle sedi a ciò deputate.

Tavolo tecnico mense67678768Le richieste Su un paio di punti tuttavia il CoSec e il Comitato ‘nemico’ sono concordi: «Al tavolo porteremo varie richieste, che riguarderanno anche l’adeguamento delle rette. Questa è la sede in cui chiederemo i dati completi riguardanti i costi del pasto procapite e le giustificazioni delle cifre finora fornite, per nulla chiare sulla loro origine. Chiederemo di aumentare il numero delle fasce Isee, evitando l’adeguamento in aumento per le rette delle fasce più basse. Inoltre il sistema tariffario del servizio di refezione scolastica dovrà prevedere che le rette pagate dalle famiglie siano rapportate al numero dei pasti realmente consumati. È chiaro, ma verrà ribadito, la tariffa massima rispetto alla fascia Isee più alta non potrà mai superare il costo sostenuto dal Comune per il servizio. Questo perché il contributo del Comune di Terni per le fasce Isee inferiori e per le esenzioni non dovranno mai venire dagli utenti di fascia alta, ma dalle casse comunali. Sarà perciò necessario avere i dati analitici sull’ammontare del costo del pasto complessivo, senza questi dati non si potrà proseguire nessun ragionamento sull’adeguamento delle rette. Nel capitolato sarebbe opportuno prevedere una clausola di salvaguardia che permetta di rescindere il contratto alla ditta in caso di non soddisfazione dell’utenza».

Cosec proteste mense6Controlli e poteri Il Comitato Commissari Mense prosegue poi affermando che «è essenziale ridefinire in maniera precisa e secondo le linee guida nazionali e regionali il ruolo dei Commissari Mensa introducendo poteri di vigilanza e controllo più incisivi, da deliberare in sede di giunta e di consiglio. Sarebbe auspicabile che oltre alle Commissioni Mensa in ogni singola scuola venisse costituita una Commissione Mensa Cittadina in cui gli assessori Asl, tecnici del Comune, rappresentanti dei genitori e degli insegnanti possano incontrarsi due o tre volte l’anno per fare il punto della situazione, come già accade in altre città, e a promuovere iniziative volte a migliorare il servizio. Questo anche perché vista l’intenzione dell’amministrazione a dare in concessione tutto il servizio, il ruolo di queste Commissioni è ancora più importante».

La Farinacci al momento dell'ingresso alla Siviera

La Farinelli al momento dell’ingresso alla Siviera

Tetto agli utili Infine «le nostre proposte verteranno sulla fornitura di piatti in ceramica e lavastoviglie in ogni scuola, colazione con la frutta a metà mattina, prodotti biologici, prodotti igt e dop del nostro territorio e comunque nel rispetto di una filiera corta. Proporremo inoltre di inserire nel prossimo bando, come in altre realtà è già stato fatto, un tetto agli utili per la ditta che avrà in gestione la refezione scolastica, in linea con gli indici di settore, con l’intenzione di accantonare il surplus per le spese di adeguamento delle cucine delle scuole che attualmente hanno il trasportato, in modo da ricondurle nel tempo alla cucina in loco».

«Si può proseguire» La dirigente del Comune Farinelli, prima dell’avvio del tavolo tecnico, ha spiegato che «l’assessore Piacenti D’Ubaldi ha dato l’ok per l’eventuale prosecuzione di questi ‘workshop’ nel caso ce ne fosse bisogno; nel caso contrario sarà prodotto un documento nel quale verranno specificiati i risultati delle attività». La sensazione però è che la questione si protrarrà ancora a lungo. Tra proteste, ‘abbandoni’, insulti e accuse.

Piacenti D'Ubaldi e Malafoglia giovedì scorso

Piacenti D’Ubaldi e Malafoglia giovedì scorso

CoSec spiazzato E dopo la manifestazione di martedì pomeriggio non si è fatta attendere la replica – non sarà né la prima né l’ultima – della vice sindaco Francesca Malafoglia e dell’assessore al bilancio Vittorio Piacenti D’Ubaldi: «Mentre la stragrande maggioranza dei genitori, delle forze sindacali, degli operatori del mondo della scuola, sta lavorando a un modello condiviso, che vede nella salvaguardia dei centri di cottura in loco, uno dei capisaldi, alcuni esponenti del CoSec si mostrano spiazzati da questo processo di partecipazione e di costruzione del nuovo servizio mensa comunale e rilanciano con proposte ideologiche. Ora non bastano più i centri di cottura, alcuni dirigenti del CoSec li vogliono a tutti i costi a gestione pubblica. L’amministrazione comunale anche in questo caso non ha posizioni preconcette, ribadiamo che il punto non è la gestione pubblico o privata, ma la qualità del servizio a costi accettabili per le famiglie e per la città. Al momento il Comune, quindi i cittadini nella loro interezza, coprono sulle mense uno sbilancio di un milione e mezzo di euro, una cifra consistente; al momento ci sono pasti che costano, in alcune realtà scolastiche, cifre esorbitanti; al momento c’è una situazione non omogenea che vede trattamenti diversificati tra un istituto scolastico e l’altro. Il Comune di Terni è al lavoro, insieme a tutti coloro che sono pronti al confronto, per un modello di refezione scolastica che sia rispettoso dei diritti dei bambini, che sia incentrato sulla qualità, sul rispetto delle risorse sia alimentari che finanziarie. Su questa strada andiamo avanti, continuiamo a confrontarci, non ci interessano in questa fase posizioni politiche preconcette, premature e strumentali. Esprimiamo, non ultimo, solidarietà a tutti coloro che sono stati oggetti di contestazioni immotivate da parte di alcuni dirigenti del Cosec, accusati e additati solamente perché danno il loro contributo al percorso partecipativo in corso. L’Amministrazione Comunale dal canto suo non si lascia intimidire da atteggiamenti prevaricatori, non ferma in lavoro in corso, non arresta la partecipazione, nel rispetto del suo mandato a governare, nel rispetto dei tanti cittadini che stanno dando un contributo fattivo di idee».

Giorgio Lucci al tavolo tecnico

Giorgio Lucci al tavolo tecnico

Obiettivo depotenziamento A prendere posizione è anche la segreteria regionale della Cgil-Fp (Lucci ha firmato per la partecipazione al tavolo tecnico, ndr): «Perugia e Terni – afferma la segretaria regionale Vanda Scarpelli in una nota – due amministrazioni di diverso orientamento politico, il cui obiettivo sembra però il medesimo: il depotenziamento dei servizi educativi all’infanzia e il disinvestimento in un servizio così importante per le famiglie, le donne in particolare, e per i bambini/e. Anche le educatrici di entrambi i comuni erano a protestare in difesa del servizio all’infanzia, lamentando in particolare l’assenza totale di un progetto di riorganizzazione reale, che potenzi sia la qualità che la quantità del servizio. Una politica che privilegia l’esternalizzazione del servizio mensa e quello dell’educazione a favore del privato, con un blocco del turn over, nonostante la possibilità di sostituzione delle educatrici prossime alla pensione e la presenza di un numero consistente di precarie, che da anni prestano il lavoro nelle sedi comunali e che oggi si vedono togliere la possibilità di una stabilizzazione occupazionale. Senza investimenti e nuove assunzioni queste amministrazioni non saranno in grado di rispondere più alle necessità ed ai bisogni delle famiglie e di riconoscere i diritti dei bambini/e. Persino la ministra Madia nei giorni scorsi ha aperto ai sindacati nazionali la possibilità di un confronto per ragionare in primis sulla mappatura del personale a tempo determinato impegnato nel settore, a fronte anche di un obiettivo di governo sull’integrazione del percorso educativo 0–6 anni, nonché sullo scarso, pressoché nullo, investimento pubblico nel settore scolastico-educativo. Investimento che appare un obiettivo e una priorità delle amministrazioni di Perugia e Terni. Una scelta inaccettabile per le famiglie delle città coinvolte, per le educatrici e per i sindacati che tutelano inequivocabilmente il servizio pubblico all’infanzia».

Emanuele Fiorini

Emanuele Fiorini

Cucine ‘in loco’ e consenso Attacca anche la Lega Nord Terni: «Auspichiamo he il parziale cambio di direzione compiuto dalla giunta di palazzo Spada, in merito alla questione mense, non sia solo un’operazione di facciata, quanto piuttosto il primo passo di un percorso condiviso tra le forze politiche e tutti i soggetti coinvolti, che abbia il solo fine di salvaguardare la qualità del cibo e la salute dei bambini. Con moderata soddisfazione prendiamo, comunque, atto della decisione di mantenere, almeno allo stato, la cucina ‘in loco’, poiché è una scelta che si pone in linea con quanto da sempre affermato dalla Lega Nord Terni. Una scelta che, però, pare lecito ritenere sia frutto non di buonsenso, ma della paura di perdere una buona fetta di consenso, viste le proteste che hanno accompagnato l’indirizzo originariamente adottato. Ci piacerebbe affermare, al di là dei toni trionfalistici trasversalmente adottati, che gli interessi della collettività di cui si sono rese portavoce anche le forze responsabili dell’opposizione, abbiano avuto il sopravvento su preannunciate logiche volte non alla tutela del bene comune, ma di interessi privati. Purtroppo non è così. Tra le righe delle recenti esternazioni della giunta, si intravede la possibilità di favorire ancora una volta la logica economica e clientelare, perseguita attraverso future concessioni e privatizzazioni che porteranno inesorabilmente ad una svendita del servizio mensa. Per questo la Lega Nord Terni confida nel superamento di quanto previsto nella delibera di giunta del febbraio 2016 e nella riapertura di un confronto costruttivo e partecipato con tutte le forze in campo».

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