Tk-Ast: «Le scorie? Potenziale affare»

Terni come possibile polo europeo dello smaltimento: a dirlo è Antonio Tajani

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di M.T.

La strategia comincia a delinearsi. Quello che era stato un primo affondo, adesso si materializza come una possibile ipotesi progettuale.

Tajani Parlando a Terni di Tk-Ast e del problema ‘di giornata’, cioè quello delle scorie di lavorazione, degli interventi per la loro bonifica, del progetto sul tappeto e delle possibili alternativa, l’europarlamentare di Forza Italia Antonio Tajani aveva lanciato il classico sasso nell’ancor più classico stagno: «Serve un concorso europeo – aveva detto – per non rischiare di favorire le solite cooperative». Poi, però, ha spiegato meglio.

TAJANI E LE SCORIE DELL’AST – L’INTERVISTA

Gli obiettivi L’Ast di Terni, ha detto Tajani, «è un sito produttivo all’avanguardia. Perciò occorre perseguire tre obiettivi: la continuità della produzione di acciaio, politiche ambientali corrette e la creazione di nuovi posti di lavoro», attuando quelle politiche che lui, che è stato commissario europeo all’industria, potrebbe essere in grado di indicare.

Le scorie E qui si torna ‘a bomba’, perché Terni, ad avviso di Tajani, «può diventare un sito pilota in Europa per il recupero delle scorie, con un progetto di altissimo livello che coinvolga i migliori operatori del settore a livello europeo», mettendo in campo un progetto innovativo e in grado di rispondere alle esigenze di una industria moderna che rispetti l’ambiente. «In tal modo – spiega Tajani- sarà anche possibile accedere ai finanziamenti comunitari in materia di innovazione e ricerca nel campo industriale».

Lo scontro Quello che si profila, pare di capire, è un confronto che si prospetta durissimo: da una parte ci sarà l’Ast – che ha fatto chiaramente capire che il progetto ‘locale’ in fase di test non piace più di tanto e forse per niente – al cui fianco si schiera Tajani, che se parla così non lo fa certamente a caso; mentre dall’altrs ci sarà Trm, l’azienda che il progetto sta viluppando, affiancata – il clima pre-elettorale non aiuta – per ora da pochi. Ma forse per poco.

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