Accoglienza in Umbria con il progetto ‘Puzzle’

Illustrato in Prefettura a Perugia ha lo scopo di potenziare ed ottimizzare il sistema regionale di prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale

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Il progetto ‘Puzzle, finanziato dal ‘Fami’ (Fondo asilo, migrazione e integrazione), per una somma di circa 351 mila euro, è stato illustrato mercoledì mattina nella sede della Prefettura di Perugia dal prefetto Raffaele Cannizzaro. Il progetto, presentato dalla Prefettura di Perugia in partnership con Anci, Usl Umbria 2, Scuola umbra di amministrazione pubblica e soggetti del privato sociale impegnati nell’accoglienza di richiedenti asilo sul territorio, ha ricevuto l’adesione della Prefettura di Terni, della Regione Umbria e della Usl1.

Il progetto L’iniziativa si prefigge lo scopo di potenziare ed ottimizzare il sistema regionale di prima accoglienza dei richiedenti protezione internazionale, nonché di promuovere e facilitare i processi di integrazione dei richiedenti e dei titolari di protezione internazionale, anche attraverso la sperimentazione di interventi volti a migliorare la gestione di situazioni critiche ed emergenziali riguardanti singoli migranti. Le attività previste dal progetto si protrarranno fino al 2018.

Il prefetto Cannizzaro «Le iniziative con istituzioni locali e soggetti del privato sociale rendono possibile l’accettazione di questo fenomeno soprattutto laddove ci sono momenti di scontento e di disagio», ha detto il prefetto. «Il progetto per noi costituisce un’occasione di lavoro in più, che riteniamo doverosa nonostante le difficoltà. Cade in periodo di maggiore attenzione nei confronti del fenomeno, stiamo a cavallo della valutazione per la gara del 2017-2018, gara per accoglienza richiedenti asilo».

Il supporto «Se una situazione si conosce è più facile andarci incontro», è intervenuta Angela Buzzanca della Prefettura di Perugia. «Verrà attivata una rete di informazioni per supportare persone che arrivano anche per accertare situazioni particolari, specifici bisogni, possibili vittime di tratta, possibili patologie psichiatriche, shock post traumatici. La Prefettura gestisce in prima istanza il fenomeno, ma abbiamo sentito l’esigenza di farci supportare da mediatori culturali formati per la fase di arrivo e quella successiva. Si svolgerà un’attività di monitoraggio sui centri d’accoglienza da parte delle Prefetture, per dirimere conflitti che dovessero crearsi per difficoltà di lingua e di cultura. Ci sono già equipe, ma ci sono situazioni particolarmente critiche che richiedono altro intervento, per intervenire in modo più efficace. L’obiettivo è quello di un’integrazione totale di cittadini e richiedenti asilo, che alla fine rimarranno sul territorio al pari di un cittadino italiano.

 

 

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