Accusato di estorsione ingiustamente, prosciolto dopo 10 anni

Si chiude la vicenda del gualdese Massimiliano Parlanti. Dopo la revisione del processo, per i giudici ‘il fatto non sussiste’

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Un incubo durato dieci anni, finalmente archiviato: è arrivata l’assoluzione piena da parte della corte d’appello di Firenze per Massimiliano Parlanti, 54enne di Gualdo Tadino arrestato nel maggio 2013 dai carabinieri per un presunto tentativo di estorsione, poi rivelatosi una ‘trappola’ per incastrarlo da parte dei suoi due accusatori. Una vicenda, la sua, scaturita dalla questione dell’ampliamento di una cava del gualdese, all’epoca dei fatti al centro della battaglia delle associazioni ambientaliste della zona e di cui Parlanti era un attivista.

«Io arrestato ingiustamente, ora cerco giustizia»

La ‘trappola’

Il gestore della cava in questione e un suo collaboratore avevano accusato Parlanti di aver chiesto loro una ‘mazzetta’ da 40 mila euro in cambio della fine della mobilitazione da parte del comitato ‘No Cave’ di cui faceva parte. Un piano studiato così bene che durante un incontro, avvenuto il 31 maggio 2013 fuori da un centro commerciale, avevano finto la consegna di una tranche da 500 euro a Parlanti – che in realtà pensava di ricevere il libretto di circolazione di un camion della ditta -, portando con loro anche i carabinieri del posto, che avevano quindi arrestato l’ambientalista in flagranza.

Il processo e l’assoluzione

Dopo quel fatto l’uomo – per strategia difensiva consigliata dal legale di allora, in particolare per non perdere il lavoro – aveva deciso inizialmente di patteggiare la pena a due anni, pur sapendo di essere innocente, per poi decidere – assistito dagli avvocati Emma Contarini e Franceso Falcinelli – di chiedere la revisione del processo e uscire ‘pulito’ da questa vicenda. Le nuove indagini condotte dai carabinieri di Gubbio guidati dal luogotenente Domenico Giustino gli hanno dato ragione: la corte d’appello del capoluogo toscano, martedì pomeriggio lo assolto ‘perché il fatto non sussiste’, riconoscendo la sua innocenza di fronte alla giustizia.

I ringraziamenti

I suoi due accusatori, nel frattempo, sono stati a loro volta processati per calunnia, procedimento rispetto al quale però è intervenuta la prescrizione. «Ringrazio i miei legali e gli investigatori di Gubbio – commenta lo stesso Parlanti – per il gran lavoro svolto che, a quasi 10 anni esatti dai fatti, finalmente ha permesso di fare chiarezza e mettere la parola fine a questa grave vicenda che così tanto mi ha segnato».

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