Agenzie per il lavoro, Cgil critica la Regione

Giuliana Renelli e Fabrizio Fratini dicono che il sindacato «non diventerà mai, neanche indirettamente, un ‘intermediatore di manodopera’»

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di Giuliana Renelli e Fabrizio Fratini
segretaria regionale della Cgil dell’Umbria e segretario generale della Fp Cgil Umbria

Dopo l’incontro della scorsa settimana in Regione, sul sistema dell’accreditamento delle agenzie private per il lavoro, la Cgil intende riaffermare che non diventerà mai, neanche indirettamente, un ‘intermediatore di manodopera’, ma continuerà a svolgere il suo ruolo di rappresentanza dei lavoratori e di tutela dei loro diritti, senza cambiare casacca.

Ci sono alcuni aspetti che riteniamo assolutamente non accettabili. Ad esempio rileviamo che i requisiti finanziari richiesti ai soggetti che vogliono accreditarsi sono molto bassi, il che rischia di non garantire la stabilità necessaria a svolgere la funzione assegnata.

Ma ancora di più contestiamo l’apertura a una schiera vastissima di soggetti che possono accreditarsi, alcuni dei quali a rischio di contaminazioni e commistioni di ruoli. Un gioco al quale non intendiamo partecipare”.

La Cgil chiede, dunque, di ripristinare la commissione tripartita regionale, organismo definito, con un ruolo delle forze sociali che gli è proprio. Solo così il sindacato potrà continuare a fare la sua parte a difesa dei lavoratori, non diventando contemporaneamente controllato e controllore, magari togliendo anche il lavoro a qualche precario dei centri per l’impiego che aspetta da decenni di essere stabilizzato.

Per tutte queste ragioni abbiamo richiesto un confronto a tutto campo sul sistema dei servizi per l’impiego e sull’integrazione tra pubblico e privato, a partire dalla rassicurazione sul personale dei centri per l’impiego e sul loro futuro, salvaguardando le professionalità e i posti di lavoro, senza spinte privatistiche e senza ritagliare ruoli sempre più marginali/burocratici al pubblico.

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