«Il green pass? Ve lo stampo sulla t-shirt come opera dadaista»

Alberto Guarducci, fratello del patron di Eurochocolate Eugenio, si è inventato per gioco le magliette di arte dadaista col qr code

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di P.C. 

Al momento è soprattutto un gioco, ma – si sa – dal ‘cazzeggio’ nascono le idee migliori. E in quest’arte, in particolare nelle sue declinazioni social, Alberto Guarducci, 58enne perugino, è diventato un maestro. Ingegnere per professione, imprenditore nel settore turistico per eredità e famiglia, ‘Supremo’ per vocazione: è così che si fa chiamare, col gusto dell’iperbole e dell’autoironia, dai suoi seguaci social.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Questione di famiglia

Alberto Guarducci

Il coraggio dell’idea innovativa – provocatoria quasi – e la capacità di saper vendere bene, trasformando difetti in pregi e problemi in opportunità, sono doti di famiglia, così come la passione per il calembour: suo fratello Eugenio ne ha fatto cifra stilistica delle sue creature – Eurochocolate su tutte – anche se (queste doti) le esprime soprattutto nelle operazioni di marketing ufficiali, studiate a favore di telecamera; è uomo di istituzioni e, fra i social, ama l’elitario twitter.

Arte dadaista

I sondaggiu_ucci

Più popolare, nel senso letterale del termine, Alberto invece rifugge i media (non ha voluto farsi intervistare; ndr) e piuttosto si rifugia sui social popolari: adora TikTok ed è iperprolifico su Facebook, dove a differenza del più noto fratello, raramente promuove le sue attività imprenditoriali (oltre all’attività professionale, dirige l’albergo di famiglia a Porto Recanati, Il Brigantino, e cura il marketing del Giò, a Perugia, diretto dall’altra sorella Valeria; ndr) bensì preferisce lanciarsi in surreali iniziative come quella dei sondaggi_ucci e delle magliette di arte dadaista ‘scopri l’intruso’. Cose che a spiegarle viene difficile farle capire (anche per lui) e quindi vi conviene andarle a guardare sulla sua pagina facebook:

LE MAGLIETTE E I SONDAGGI_UCCI DI GUARDUCCI

Leggero? Fino a un certo punto

Guarducci ‘Green Pazz’

È cazzeggio? Certo. Ma è cazzeggio impegnato. Solo per rimanere all’ultimo periodo, sulla sua pagina è nato un fervido dibattito sulla opportunità del primo lockdown, sulle aperture scaglionate degli esercizi pubblici e sul gioco dei colori delle regioni (si inventò un premio per chi capiva di che colore era l’Umbria di giorno in giorno). Ma si parla anche di eutanasia e del senso dell’arte, dopo le polemiche sull’ultima opera di Mamo, piazzata in centro a Perugia e poi fatta rimuovere. E ovviamente in questo periodo si parla di green pass, ma sempre a modo suo: nei giorni in cui a Roma si discuteva il decreto si inventò il ‘Green Calm’, poi nel periodo della confusione sull’applicazione si è fatto ritrarre tutto verde con la scritta ‘Green Pazz’.

Il Green Pass sulla maglietta

Qr Code

E ora, proprio sull’onda del cazzeggio e del successo dell’arte dadaista (alcune ‘opere’ sono state già immortalate su magliette che girano nelle spiagge italiane), ecco l’idea ‘suprema’: visto che per entrare nella maggior parte dei locali bisogna esibire il qr code del green pass, perché non farselo stampare direttamente sulla t-shirt artistica? «La indossi per entrare alle fiere, alle sagre, nei locali, a scuola – scrive Guarducci nel post – velocizzi le operazioni di accesso e promuovi la campagna vaccinale. Infine sei cool».

Da idea a progetto

Il prototipo al momento è solo su file e ha il qr code dello stesso Guarducci («Provare per credere», scrive lui), ma a quanto pare alcune richieste di magliette personalizzate sono già arrivate in privato. E, per sicurezza, lui, nel frattempo, ha registrato il dominio artedadaista.it su internet. Nel caso qualcuno provi a rubare l’idea.

Potere del cazzeggio…

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