Amelia, inaugurata nuova sede Cgil

Cerimonia sabato mattina in via I Maggio. Intitolata alla memoria di Luciano Lama e Bruno Bellini

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Inaugurata sabato mattina in via I Maggio la nuova sede della Camera del Lavoro di Amelia (Terni), intitolata a due figure fondamentali della storia sindacale della città, dell’Umbria e del paese: Luciano Lama e Bruno Bellini. La nuova sede ospiterà tutti i servizi offerti dal sindacato (patronato Inca, Caaf e Ufficio vertenze) e vedrà una presenza permanente del sindacato pensionati, lo Spi Cgil.

Presenti

All’inaugurazione ha partecipato anche la sindaca di Amelia, Laura Pernazza, che ha tagliato il nastro della nuova sede insieme a Stefano Landini, segretario dello Spi Cgil nazionale. Presenti anche Alvaro Sabatini, della Lega Spi Narni-Amelia, Maria Rita Paggio, segretaria dello Spi Cgil dell’Umbria, Attilio Romanelli, segretario generale della Cgil di Terni, e Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria.

Il ricordo e lo spirito

Toccanti il saluto di Fabrizio Bellini, figlio di Bruno, e il messaggio che Rossella Lama, figlia di Luciano, storico segretario generale della Cgil nazionale e poi sindaco di Amelia, ha inviato alla Cgil per l’occasione: «Mi preme ringraziare gli amici che hanno reso possibile questa iniziativa che lega il nome di mio padre a quello di Bruno Bellini, suo prezioso compagno di lavoro e amico carissimo – ha scritto Rossella Lama -. Tanta vita passata insieme. Per questo mi commuove sapere che i loro nomi sono affratellati nella nuova sede, dove prosegue il lavoro che per una parte importante della loro vita li ha accomunati». «Oggi qui ad Amelia facciamo un altro passo nel nostro percorso di presenza capillare in tutto il Paese – ha detto Stefano Landini chiudendo l’iniziativa di inaugurazione -. Cerchiamo di starci sul territorio, per migliorare le condizioni di chi rappresentiamo e la qualità sociale generale. E qui ad Amelia posso dire che si respira la storia della Cgil – ha concluso Landini – e continua a vivere l’insegnamento di Giuseppe Di Vittorio che voleva il sindacato come baluardo in difesa della dignità degli umili».

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