Aniem Confapi Terni: «Decreto del governo apre crisi del comparto delle costruzioni»

Parla il presidente Sergio Vincioni: «Questo decreto ha di fatto messo in discussione il futuro del settore delle costruzioni che da tempo chiedeva una risoluzione a tutti i crediti bloccati»

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di Sergio Vincioni
Presidente Aniem Confapi Provincia di Terni

Le misure urgenti approvate dal governo il 16 gebbraio scorso aprono, di fatto, la crisi del comparto e della filiera delle costruzioni con impatti potenzialmente devastanti. Il Superbonus è uno strumento che ha contribuito in materia determinante all’aumento del pil del Paese, e che ha determinato risultati positivi sull’occupazione con circa 900 mila posti di lavoro creati. L’entrata in vigore di questa norma rappresenta un atto di sfiducia verso le imprese del settore che hanno investito concretamente nella prospettiva di una crescita finalmente stabile.

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Impensabile porre rimedio, come rileviamo da tempo, alle criticità sopravvenute degli strumenti e delle stratificazioni legislative, prescindendo dalle ricadute e conseguenze negative su un settore delle piccole e medie industrie vitale per il Paese, e che ahimè per oltre un decennio ha dovuto subire la crisi del mattone. Il nuovo decreto prevede che per tutti i bonus edilizi non sarà più possibile né la cessione del credito né lo sconto in fattura. Allarme da tutti gli operatori delle costruzioni per le conseguenze devastanti sul piano economico sociale.

Il decreto legge – approvato nel Consiglio dei Ministri n.21 del 16 febbraio 2023 in tardo pomeriggio, e poi con tutta fretta nella stessa giornata pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.40 col n.11/2023 – sancisce la fine dello sconto in fattura e la cessione dei crediti edilizi per tutti i nuovi interventi edilizi. D’ora in avanti, per Superbonus e tutti gli altri bonus edilizi sarà possibile utilizzare solo la detrazione Irpef. Come definito all’articolo 2 e 3 , a partire dal giorno successivo alla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e quindi dal 17 febbraio 2023 ‘non sarà più consentito l’utilizzo delle opzioni alternative per tutti i crediti indicati all’art. 121, comma 2 del Decreto Rilancio’.

Una scelta che poteva essere condivisa nei tempi giusti, convocando le associazioni di categoria si poteva valutare i danni imminenti e di impatto per la filiera delle Costruzioni, forse una scelta accurata e una migliore valutazione si poteva anche decidere modifiche nel breve. Questo decreto ha di fatto messo in discussione il futuro del settore delle costruzioni che da tempo chiedeva una risoluzione a tutti i crediti bloccati, ma che non si aspettava di arrivare allo stop definitivo delle due opzioni.

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Il sismabonus è diventato un’opportunità solo a vantaggio di chi gli interventi strutturali se li può economicamente permettere. Poi la la cancellazione del bonus acquisti case antisismiche ha di fatto tagliato le gambe alle centinaia di Imprese che hanno iniziato i lavori proprio in conseguenza di tale bonus, creando uno status di sofferenza e di impatto immediato sull’occupazione e stop ai cantieri già avviati, togliendo in realtà la possibilità di chi una casa non ne ha mai avuta, e vede cancellare definitivamente questa opportunità.

Il decreto legge appena approvato permetterà interventi di adeguamento sismico esclusivamente a coloro che hanno capienza economica. La cancellazione dell’art. 121 del D.L. 34/2020, infatti, vede coinvolte le pratiche inerenti al sismabonus. Pratiche che auspichiamo tutti siano in grado di espletare per mettere in sicurezza le proprie abitazioni e per far si che anche lo Stato riduca il proprio intervento economico dopo ogni sisma. La cessione del credito e lo sconto in fattura erano dunque un ottimo strumento per dare la possibilità a tutti di intervenire strutturalmente.

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