Animatore arrestato per pedofilia: ha già evaso i domiciliari

L’uomo è il 33enne Gabriele Priori, residente a Jesi. Giovedì l’interrogatorio di fronte al gip di Perugia

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Il 33enne Gabriele Priori, ex maestro di Jesi (Ancona) e già noto alle forze di polizia, è stato arrestato dai carabinieri del comando stazione di Magione, su ordine del gip di Perugia Piercarlo Frabotta, per violenza sessuale ai danni di una bambina e detenzione di materiale pedopornografico. Secondo quanto ricostruito dalla procura di Perugia, che ha chiesto ed ottenuto dal gip l’applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, il 33enne – che lavorava come animatore in una struttura ricettiva del comune di Magione – lo scorso agosto avrebbe compiuto atti sessuali con una bimba di appena 6 anni, in vacanza con la propria famiglia sulle sponde del lago Trasimeno. Il fatto sarebbe avvenuto durante una pausa lavorativa e la piccola, subito dopo, aveva avvertito il padre di quanto successo. Sul posto si erano così portati i carabinieri a cui il genitore aveva sporto formale denuncia. La bambina era stata poi visitata dai sanitari dell’ospedale ‘Santa Maria della Misericordia’ di Perugia e il 33enne era stato denunciato all’autorità giudiziaria per violenza sessuale aggravata, con sequestro del telefono cellulare e di altro materiale ritenuto utile ai fini dell’indagine. Gli accertamenti tecnici sullo smartphone del 33enne marchigiano hanno portato a scoprire la presenza di numerose immagini pedopornografiche. Così anche alla luce del pericolo di reiterazione del reato, la procura guidata da Raffaele Cantone ha chiesto l’arresto del Priori, in ragione di una condotta «connotata da inquietante spregiudicatezza e totale assenza di freni inibitori nel sottoporre ad atti sessuali minori in tenerissima età». Secondo gli inquirenti, l’ex maestro sarebbe «gravato da uno stato mentale patologico che lo rende del tutto arrendevole alla devianza sessuale pedofilia di cui è portatore». In passato si era reso protagonista di una vicenda del tutto analoga accaduta in provincia di Ancona, con denuncia e procedimento penale giunta alla sentenza di primo grado che lo ha visto condannato a sei anni di reclusione con riconoscimento di un vizio parziale di mente. Giovedì si terrà l’interrogatorio di garanzia di fronte al gip di Perugia che ne ha ordinato l’arresto.

Aggiornamento

Come riporta il quotidiano Il Corriere dell’Umbria, nella giornata di martedì 31 ottobre, dopo l’arresto, il 33enne ha lasciato la propria abitazione per circa tre ore, violando la misura degli arresti domiciliari. A chiamare i carabinieri è stato il padre quando si è accorto che il figlio non era in casa. I militari lo hanno rintracciato, denunciato e portato di nuovo nell’abitazione di Jesi. Secondo quanto riferisce Il Corriere dell’Umbria, si sarebbe giustificato dicendo di sentirsi oppresso in casa e di avere bisogno di prendere un po’ d’aria per tutelare la sua salute. Pur di lavorare nel campeggio di Magione dove avrebbe compiuto i gravi atti sulla bimba, l’uomo aveva presentato un curriculum di tutto rispetto, in larga parte – se non del tutto – inventato. Dopo la denuncia di agosto, era stato licenziato in tronco dalla struttura ricettiva.

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