Arrone: il trittico tempera e oro del 1487 torna a ‘casa’ dopo oltre 53 anni

I tre dipinti trafugati dalla chiesa di Santa Maria Assunta sono stati riconsegnati al sindaco Fabio Di Gioia dai carabinieri del TPC

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Tre dipinti, tempera e oro su tavola, costituenti le parti di un trittico datato 1487, raffiguranti rispettivamente ‘Madonna col Bambino, San Giovanni Battista e Sant’Antonio Abate’, trafugati il 3 ottobre 1970 ad Arrone, dalla chiesa di Santa Maria Assunta, sono stati recuperati dal nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Firenze e restituiti dal comandante del gruppo carabinieri Tpc di Monza, tenente colonnello Giuseppe Marseglia, al sindaco Fabio Di Gioia.

L’opera

Il trittico, già attribuito ad autore anonimo umbro del 15esimo secolo, chiamato convenzionalmente maestro del trittico di Arrone, secondo alcuni storici viene attribuito al maestro spoletino Bernardino Campilio. Altri studiosi, interessati dal detentore, lo avrebbero invece attribuito ad Antonio da Viterbo del Massaro detto Pastura (Viterbo, 1450 ca. – ante 1516). Quest’ultimo, pittore di notevole interesse, è considerato come il più alto esponente della pittura viterbese, tale che la sua formazione è da contestualizzarsi al fianco del Perugino e del Pinturicchio. Il sequestro dell’importante bene artistico, è stato possibile grazie alla comparazione della sua immagine, con quella contenuta nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti del comando carabinieri tutela patrimonio culturale prodotta all’epoca della denuncia, consentendo così di accertarne l’illecita provenienza. Questo, dopo che l’ultimo detentore, rilevata la pregevole fattura dell’opera che gli era pervenuta in eredità, ha preferito richiederne il controllo al reparto specializzato.

Il recupero

L’attività investigativa, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze, ha consentito di appurare che l’opera pittorica una volta asportata nel 1970, è rimasta per anni nella disponibilità di un noto antiquario toscano defunto nel 2022, ignaro della provenienza furtiva dell’opera. Come dimostra il ritrovamento di una lettera, datata 2 giugno 2000, con la quale una società che gestisce un archivio internazionale di opere d’arte rubate, dopo una sua richiesta, riferiva al predetto antiquario che il trittico non era inserito nel loro database come opera da ricercare. Le indagini, hanno inoltre consentito di accertare l’estraneità ai fatti per la persona a cui è stata sequestrata l’opera, in quanto detentore in buona fede. Data la natura giuridica del trittico, ovvero il suo essere inalienabile ai sensi dell’art. 54 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, il bene viene restituito al Comune di Arrone accertato essere il proprietario del bene per essere poi ricollocato nella chiesa di San Giovanni Battista in quanto sua sede originaria.

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