Ast: Bandecchi ‘sferza’ Arvedi. «Porti rispetto ai ternani». Interviene Confindustria Umbria

Terni – Sindaco all’attacco della proprietà delle acciaierie durante il consiglio comunale di giovedì

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TUTTO SU AST – UMBRIAON

Un Bandecchi su di giri, quello che è intervenuto giovedì mattina al consiglio comunale di Terni dedicato alla discussione sulle linee programmatiche dell’amministrazione. Durante un battibecco con le opposizioni, poco dopo l’apertura della seduta, il sindaco di Terni si è espresso così su Ast-Arvedi e sulla proprietà delle acciaierie: «Arvedi si sta comportando male con i ternani, tant’è che ho fatto scrivere all’azienda che oggi l’inquinamento della città fa più schifo di ieri e che l’aria è malsana. Abbiamo statisticamente il doppio di tumori negli adulti ed il triplo nella fascia dell’infanzia. Noi stiamo lavorando per promuovere il turismo ma non possiamo ignorare che Terni oggi è la peggiore città italiana per inquinamento. Arvedi – ha detto il primo cittadino di Terni – ha chiuso le porte ad aziende ternane per portare lavoro a Cremona. E non va bene. Manda centinaia di persone ‘in cassa’ per settimane. E non va bene. Chiede di pagare di meno l’energia elettrica, come me e come tanti altri perché il problema è di portata nazionale: Arvedi fa l’imprenditore e le sue istanze, in questo senso, fanno ridere perché riguardano il Paese intero. Se Terni non gli piace, può andarsene. E domani (venerdì, ndR) – ha concluso Stefano Bandecchi – andrò personalmente al ministero perché non si dà un miliardo di euro (il riferimento è all’accordo di programma, ndR) ad una persona che si rifiuta di ragionare con tutti noi, maggioranza e opposizione. Deve rispettare Terni, sennò stia a Cremona».

Arvedi e Caldonazzo

«Arvedi mica ci ha fatto un favore. Rispetti i ternani, altrimenti si cambia»

Prima della sospensione dei lavori e dopo alcuni interventi di consiglieri comunali di opposizione, Bandecchi è tornato sulla questione. Senza troppi giri di parole né passi indietro. «Queste 19 multinazionali che sono presenti sul territorio di Terni, cosa vi hanno portato negli anni oltre ad inquinamento, distruzione, licenziamenti e atteggiamenti prepotenti? Ora voi potete decidere di essere supini ed avere paura se io dico ad Arvedi: cerchi per favore, caro cavaliere, di fare l’uomo vero e tratti con noi. Perché se lei ci vuole rovinare l’azienda, l’acciaieria, noi domani faremo in modo non solo che non prenda il milardo che le deve essere dato, perché andrò direttamente al ministero, ma anche che l’acciaieria cambierà padrone. Perché mica ci ha fatto un favore. L’acciaieria di Terni conta persone in cassa integrazione, mentre a Cremona no. Ci sono aziende che sono state mandate a casa a Terni, ma a Cremona no. Arvedi deve sapere che io personalmente ritengo che lui, se sta qui, deve rispettare i ternani in maniera educata come i ternani rispettano lui. Se così non fosse, morto un papa se ne fa un altro. Non è che le cose sono così tremende. Quindi – ha proseguito nel passaggio il sindaco di Terni – ci sono 1.500 imprenditori, Marcegaglia e tanti altri. Terni deve smettere di avere paura delle multinazionali e deve smettere di avere questo atteggiamento chino, sennò non saremo solo la pattumiera dell’Umbria, ma dell’Italia. Sono anni che faccio l’imprenditore e porto a casa risultati. Ora dovrei camminare chino? Mi scuserete ma io sono alto un metro e ottanta e sempre un metro e ottanta resto: io chino non cammino, quando morirò mi porterete per lungo ma fino a quel giorno io sto dritto. E non c’è nome che mi debba impressionare: a me impressiona chi offre 30 mila posti di lavoro, portando miliardi veri per cambiare questa città».

Vincenzo Briziarelli

Confindustria Umbria: «La storia industriale di Terni è un patrimonio che va tutelato»

A replicare al sindaco è Confindustria Umbria: «La storia industriale e manifatturiera di Terni – spiega l’associazione degli industriali in una nota – rappresenta un patrimonio fondamentale per l’economia dell’Umbria, un patrimonio collettivo che va tutelato. Terni ricopre un ruolo importante per l’economia della regione, anche grazie alla concentrazione, accanto alle piccole e medie imprese, di molte multinazionali che hanno una relazione radicata in questo territorio, che rappresentano un valore straordinario legato agli ingenti investimenti programmati per i prossimi anni, alle competenze organizzative e produttive di cui sono portatrici e che dimostrano una grande attenzione alla sostenibilità e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. L’obiettivo – prosegue Confindustria Umbria – è quello di coniugare la tradizione industriale della città con i temi che ruotano intorno alla sostenibilità. In questa direzione va il progetto Urban Re-generation che, coordinato da Confindustria Umbria, punta a fare dell’area di Terni e Narni il primo distretto industriale d’Italia della sostenibilità, dell’economia circolare e della rigenerazione urbana. L’iniziativa, avviata cinque anni fa, sta raccogliendo e mettendo a sistema le buone pratiche in termini di sostenibilità ambientale e sociale delle aziende associate e vede oggi l’impegno di oltre 40 imprese del territorio. Su temi fondamentali e delicati sul piano sociale ed economico – conclude l’associazione degli industriali – invitiamo ad un confronto che sia guidato da grande senso responsabilità e che tenga conto delle difficoltà dello scenario economico internazionale in cui operano le imprese, su cui pesano ancora gli strascichi della pandemia, gli alti costi delle materie prime e l’incognita dell’approvvigionamento energetico. Terni si trova, inoltre, ad attraversare una fase di transizione particolarmente delicata, tanto da essere ancora annoverata tra le aree di crisi complessa».


Pierluigi Spinelli

Il Pd: «Bandecchi irresponsabile. Punta al caos disorganizzato»

Di seguito la nota diffusa dal Pd di Terni, a firma del segretario e consigliere comunale Pierluigi Spinelli e dal responsabile lavoro, Emidio Mattia Gubbiotti: «Le dichiarazioni del sindaco Bandecchi sul gruppo Arvedi e su Acciai Speciali Terni sono superficiali, irresponsabili e, come spesso accade, finalizzate esclusivamente alla propria visibilità e a fomentare il caos, per evitare di dover entrare nel merito di questioni complesse quando servirebbero, al contrario, attenzione, umiltà, competenza e conoscenza puntuale dei problemi. La salute, l’ambiente, la produzione di acciaio e il loro equilibrio sostenibile – affermano Spinelli e Gubbiotti – sono una priorità del Pd da tempi in cui Bandecchi non sapeva dove fosse Terni. Oggi le sue parole riecheggiano, probabilmente non a caso, quelle risibili di chi in altri tempi proponeva la cacciata dell’industria dalla città e il suo trasferimento a San Liberato. Sarà bene che qualche più avveduto consigliere spieghi al sindaco pro tempore che il suo ruolo istituzionale on è quello di urlare, intimidire o minacciare ma comporta, viceversa, il dovere di lavorare e contribuire a un soddisfacente accordo di programma che garantisca investimenti, lavoro, salute. È suo compito misurarsi con i sindacati, la città, le forze sociali, la Regione e il Governo; è suo compito continuare il lavoro per le infrastrutture, la logistica, le reti di imprese, la formazione, la sostenibilità, la riconversione energetica. Minacciare la cacciata di imprenditori, funzionari pubblici, collaboratori e oppositori che fanno ostacolo alla sua vanità – spiegano i due esponenti del Pd ternano – risponde a una logica prepotente e intollerabile. Serve al contrario spingere la proprietà di Ast e i responsabili delle politiche regionali e governative, affinché la più importante impresa umbra, la maggiore fabbrica italiana di acciai speciali, possa avere un futuro di sviluppo industriale, sociale e ambientale sostenibile. Su questi temi vanno incalzati gruppo Arvedi, Regione e Governo, senza sconti ma con la responsabilità che compete a chi guida pro tempore una città. Il Pd – concludono Spinelli e Gubbiotti – sarà vigile, attento sul merito delle questioni ma senza prestarsi a mettere in pericolo, per demagogia, ambizioni personalistiche e giochi di potere, il destino di una città e di migliaia di lavoratori diretti e indiretti e delle loro famiglie. Lo farà, il Pd, con una opposizione irriducibile contro i metodi rissosi e irresponsabili di Bandecchi e contro la sua vocazione al caos disorganizzato».

David Veller

Lega Terni: «Così si mettono a rischio i posti di lavoro»

«Invece di aprire il dialogo con il principale imprenditore del territorio, proprietario di un’azienda che vale l’8% del Pil regionale, il sindaco di Terni cerca uno scontro che in questo momento così delicato può solo produrre l’effetto di dividere». Così il segretario provinciale della Lega, David Veller, commenta le parole di Stefano Bandecchi su Ast e Gruppo Arvedi: «Con questo atteggiamento di sfida – prosegue Veller – rischia di creare ulteriori criticità nei rapporti tra amministrazione e privato. Ricordiamo a Bandecchi che in Ast lavorano migliaia di persone tra diretto e indotto e che le parole pronunciate da sindaco della città hanno un certo peso. Siamo tutti consapevoli dell’importanza di riconsiderare il ruolo delle acciaierie in una prospettiva più sostenibile, attenta alla tutela dell’ambiente e alla salute dei cittadini, rispettosa del territorio e delle sue dinamiche, ma senza mettere a rischio il diritto al lavoro e senza intaccare i livelli produttivi e la competitività dell’azienda. Bandecchi aveva promesso in campagna elettorale che da imprenditore avrebbe saputo confrontarsi con altri imprenditori e con le grandi realtà economiche per il bene di Terni, invece da quello che vediamo si dimostra per nulla capace di dialogo e l’interlocuzione fallita con Enel sul tema dei canoni idrici ne è un’altra dimostrazione».


Alessandro Rampiconi

Fiom: «Bandecchi, dichiarazioni poco utili. Si confronti con i sindacati»

Per la Fiom di Terni, a parlare è il segretario Alessandro Rampiconi, le dichiarazioni del sindaco Bandecchi «sono poco utili e forse farebbe meglio a convocare le organizzazioni sindacali se vuole un quadro più preciso della situazione. Vogliamo ricordare – osserva Rampiconi – che il livello di investimenti dichiarati dall’azienda rappresenta un record nella storia del nostro sito siderurgico e che le produzioni di eccellenza sono state più volte dichiarate strategiche dai vari Governi che si sono succeduti. Le questioni legate al costo dell’energia per le aziende energivore sono di competenza esclusiva dell’attuale Governo, che ha l’obbligo di trovare soluzioni sostenibili. L’assenza di politiche industriali ci ha portati in questo stato di cose. Acciai Speciali Terni faccia presto a rappresentare il dettaglio del piano industriale, tutte le istituzioni nazionali e locali facciano responsabilmente la propria parte. La Fiom – conclude il segretario ternano – insieme alla Fim e alla Uilm si mobilità anche per questo».

Simone Liti

La Fim Cisl critica Bandecchi

Intanto la Fim Cisl, attraverso una nota a firma di Valerio D’Alò (segretario nazionale) e Simone Liti (segretario generale Umbria), fa sapere che le dichiarazioni di Bandecchi su Arvedi hanno destato «sorpresa» nel sindacato. «L’Ast – scrivono – rappresenta un asset industriale storico strategico per l’Italia e per tutta la regione Umbria. Le dichiarazioni del sindaco di Terni contro Arvedi e l’Ast ci sorprendono. L’acciaieria rappresenta un bene per la collettività e va trattato come tale, conosciamo le difficoltà che sta vivendo il sito, per questo si deve definire al più presto l’accordo di programma che sarà propedeutico alla presentazione del piano industriale. Quest’ultimo – afferma la Fim – dovrà contenere tutti gli aspetti di sviluppo industriale e sostenibilità ambientale, sociale ed economica come da noi richiesto. Non servono in questa fase attacchi e posizioni ideologiche che potrebbero danneggiare i lavoratori e la collettività. Per affrontare le questioni e i temi di politica industriale non si necessita di annunci e toni roboanti. I temi sollevati dal Gruppo Arvedi, come da Federacciai, legati ai costi dell’energia, sono e devono essere un comune obiettivo della politica, delle imprese e del sindacato. Atteggiamenti come quelli del sindaco di Terni – conclude la Fim – rischiano di essere divisivi: non ne abbiamo biogno. Non permetteremo che si divida la fabbrica, i lavoratori e cittadini, perché tutti abbiamo lo stesso obiettivo: il benessere della comunità».

Daniele Francescangeli (Ugl)

Ugl: «L’investimento per l’accordo di programma non compete al Comune»

«L’investimento di un miliardo annunciato dalla proprietà è indispensabile al sito ternano per accelerare il percorso di rilancio e non è soggetto all’approvazione della amministrazione comunale». Così il segretario della Ugl Metalmeccanici Daniele Francescangeli in una nota. «L’adozione di sistemi basati sulle energie rinnovabili e sull’idrogeno – prosegue -, la sostenibilità ambientale delle produzioni, la modernizzazione delle infrastrutture, la costruzione di nuovi impianti e il recupero delle scorie sono tutti elementi indispensabili per la competitività delle acciaierie ternane a prescindere di chi sia la proprietà. Argomenti che devono essere messi al centro delle scelte di politica industriale del Governo e soprattutto della politica locale che ha a cuore Terni. Il ‘miliardo’ di euro di investimenti, per come ci è stato esposto fino ad oggi, per la maggior parte è finanziato dalla proprietà e il resto è vincolato ad alcuni fattori, uno su tutti l’ambientalizzazione con fondi europei e del Pnrr, quest’ultima volta a rendere più competitivi Ast e il territorio. Il tempo è dunque la vera scommessa. Noi della Ugl invitiamo tutti a tenere un profilo ‘sobrio’ per la difesa dei posti di lavoro e soprattutto della sicurezza nei luoghi di lavoro».

Simone Lucchetti (Uilm)

Uilm: «Ciò che va bene per Ast, va bene per Terni»

La Uilm nazionale e quella di Terni nella giornata di sabato hanno diffuso una lunga nota per commentare il quadro: «Responsabilmente, solo adesso, abbiamo deciso di esprimerci sui fatti che riguardano l’acciaieria di Terni rivolgendoci direttamente ai lavoratori a cui dobbiamo esclusivamente e prioritariamente dare conto. Per tale motivo – spiegano dalla Uilm – abbiamo deciso di farlo con un comunicato sindacale e non a mezzo stampa. ‘Ciò che va bene per Ast, va bene per Terni’: vogliamo parafrasare questa affermazione che avrebbe fatto un imprenditore entrato nella storia dell’industria italiana, riferendosi alla città di Torino, perché crediamo che anche nel caso di Terni risulti essere appropriata. E questo principio deve richiamare tutti i soggetti in grado di poter condizionare l’andamento aziendale e le prospettive della più grande realtà industriale della città, da cui dipendono migliaia di famiglie ed un’importante parte dell’economia del territorio, ad assumere sempre comportamenti responsabili. Riteniamo quindi necessario premettere che sarebbe opportuno che, a livello istituzionale, temi importantissimi come quelli che si riferiscono ad Ast e che riguardano gli interessi e la vita dei cittadini, che al tempo stesso sono anche lavoratori, fossero trattati nelle sedi deputate e non con dichiarazioni ed annunci sui media o social. Indubbiamente – prosegue la Uilm – sarebbe altrettanto opportuno un confronto con i soggetti interessati, operatori economici e rappresentanti dei lavoratori, per analizzare in trasparenza e sulla base di dati oggettivi le questioni ed individuarne le soluzioni. Tutto questo non è stato realizzato. Crediamo che innanzitutto si debba ripartire da questo punto se si vuole fare il bene della comunità ternana. In questo contesto e con queste modalità, non risultano chiari (o forse sì) a quali ‘veri’ interessi si stia rispondendo. Per la Uilm l’interesse prioritario è quello della salvaguardia dei posti di lavoro, garantendo le migliori condizioni di sicurezza ed ambientali, con un’azienda integrata e in sintonia con il territorio. È altrettanto doveroso ricordare – osserva il sindacato – che poco più di un anno fa la città, le organizzazioni sindacali ed i lavoratori avevano accolto positivamente l’acquisizione dello stabilimento di Ast Terni da parte del gruppo Arvedi, consegnando al passato la gestione ThyssenKrupp che ultimi anni era stata improntata, a partire dal sofferto accordo del 2014, sul ‘tirare a campare’ senza alcuna prospettiva industriale ed occupazionale. Il gruppo di Cremona, invece, si è presentato a Terni con le carte in regola, reduce da un grande rilancio industriale della ex Ferriera di Servola a Trieste; una fabbrica salvata con un importante accordo con le organizzazioni sindacali e un accordo di programma per la città giuliana, approvato nell’arco di pochi mesi; uno strumento che ha consentito di realizzare gli investimenti, pubblici e privati, necessari per l’installazione di nuove linee di produzione tecnologicamente avanzate ed incrementare l’occupazione preesistente. Se fosse avvenuto altrettanto per Terni – spiega la Uilm – forse oggi staremmo a parlare (ascoltare) d’altro e avremmo avuto anche la salvaguardia del tessuto industriale ternano, quello che soffre oggi un’instabilità disarmante di una politica sorda ai problemi generali della comunità e dell’industria che da anni attendono risposte. Restiamo pertanto in attesa che l’amministrazione cittadina dia seguito all’annunciato invio delle comunicazioni ‘formali’ all’azienda, alle istituzioni nazionali, regionale ed agli enti preposti (cosa che forse sarebbe stato opportuno fare precedentemente agli annunci) e che si possa fare, quanto prima, chiarezza sui ‘fatti’ e sullo stato dell’arte della situazione complessiva di Ast. La Uilm, nel frattempo, ritiene necessario che quanto prima ci sia un confronto fra direzione aziendale e Rsu per acquisire i primi elementi di certezza per fare le prime valutazioni ed eventualmente individuare iniziative a difesa e tutela dei lavoratori e della fabbrica. Lo abbiamo già dichiarato in occasione dell’incontro tenutosi in azienda lo scorso 22 giugno: risulta vincente, per lavoratori e azienda, il rafforzamento delle relazioni sindacali per gestire e superare particolari fasi come quella attuale; a maggior ragione continuiamo ad auspicare lo stesso metodo per questa fase di poca chiarezza del contesto generale».


Michele De Palma (Fiom Cgil)

La Fiom sciopera il 10 a Terni e suona la ‘sveglia’ al Governo

Intanto la Fiom Cgil, per voce del segretario generale Michele De Palma, annuncia lo sciopero in Ast per lunedì 10 luglio: «Scioperiamo allo stabilimento Acciai Speciali Terni – è la nota sindacale – perchè l’assenza di un piano energetico nazionale che garantisca costi dell’energia competitivi al pari degli altri Paese europei e la mancanza di un piano nazionale per la siderurgia rischiano di minare la definizione del programma industriale e occupazionale di uno degli stabilimenti storici e fondamentali della siderurgia italiana. Il nostro sciopero unitario – afferma De Palma – è per avvertire il Governo del fatto che, in assenza di un intervento urgente per garantire una giusta transizione ecologica e la tutela e la promozione dell’occupazione, la mobilitazione unitaria andrà avanti».

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