Terni, Ast e ambiente. Aniello alza il tiro: «Da Arvedi nessun cambiamento»

L’assessore e la pioggia di missive per le acciaierie: «La proprietà investa quanto necessario per ridurre significativamente le emissioni nell’aria, nei suoli e nelle acque»

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Non solo il mangimificio 4FIsh di Sabbione. C’è un altro sito industriale che finisce nel mirino – non che sia una novità, magari lo è nel modus operandi e nel tipo di comunicazione – dell’assessore all’ambiente del Comune di Terni, Mascia Aniello. La più rilevante del territorio e dell’intera regione, vale a dire Arvedi-Ast.

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GIUGNO 2023, L’AGGIORNAMENTO DELL’AIA PER LA DISCARICA

Mascia Aniello

Le questioni

Cosa dice questa volta la 41enne assessore dell’esecutivo Bandecchi? «Abbiamo iniziato a valutare i documenti disponibili in Comune concernenti le acciaierie Arvedi-Ast. Al momento, stando a fonti ufficiali, trascorsi ormai 18 mesi dall’acquisto di Ast da parte del cavalier Arvedi, le concentrazioni di cromo, nichel e altri metalli pesanti in aria/suoli restano tuttora lontanissime da quel che pretendiamo per la qualità della vita dei lavoratori e dei residenti ternani. Le analisi del fiume Nera, dopo i depuratori Arvedi-Ast, mostrano del pari – spiega la Aniello – tassi inaccettabili di metalli nelle acque. Gli ‘Studi Sentieri’ del ministero della salute, nonché altre ricerche accademiche, sono altrettanto severe sul rischio da prolungata esposizione. Abbiamo inoltre ricevuto forti lamentele per le condizioni operative in cui si trovano ad agire numerosi dipendenti delle acciaierie, in particolare di alcuni settori specifici, aree critiche certamente ben conosciute alla proprietà e alle autorità di controllo. Cosa volete fare, oltre ad annunci identici a quelli dei predecessori?». Si passa alle missive.

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IL TRASFERIMENTO DELLE LINEE DI TAGLIO

Arvedi e Tesei

Pioggia di lettere

Si va avanti: «Anticipiamo sin d’ora una lettera cogente alla proprietà, affinché, preso atto della situazione e senza ulteriori indugi, essa investa quanto necessario per ridurre significativamente le emissioni nell’aria, nei suoli e nelle acque, riducendo al minimo o azzerando i conferimenti nella discarica-colabrodo di Pentima-Valle, facendo esclusivamente quel che si farebbe per tenere pulita casa propria: aggiornando gli impianti e migliorando le tecnologie. Annunciamo al contempo una seconda lettera, indirizzata alla Regione Umbria, affinché – prosegue la Aniello – venga urgentemente revisionata l’Autorizzazione integrata ambientale del 2019, documento che, come il precedente del 2010, non ha cambiato di una virgola lo stato dell’arte, tanto che, solo a titolo di esempio, sono ben 13 anni che le Aia chiedono il recupero delle scorie senza riuscirvi, tacendo poi dei fanghi e degli altri veleni abbancati tra i vocaboli Pentima e Valle. Chiederemo con la medesima missiva che, per le note ragioni, venga individuato un nuovo sito di discarica siderurgica al di fuori della Conca Ternana. Una terza lettera sarà inviata all’Asl 2, affinché riprenda subito gli studi sulla contaminazione alimentare da metalli pesanti e diossine-Pcb, studi che abbiamo appreso esser stati interrotti immotivatamente anni fa. Una quarta lettera sarà inviata al governo e alle autorità preposte, affinché siano definitivamente accertate e sanzionate le responsabilità dell’ammorbamento da metalli nella Conca Ternana, chiamando pertanto gli autori a risponderne a ogni livello, conformemente alle norme basate sul principio europeo ‘Chi inquina paga’ (direttiva 2004/35/CE e seguenti)». Con ogni probabilità ci sarà da divertirsi.

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