Ast, il Comune vieta l’uso dei pozzi

Terni, un’ordinanza impone in divieto di utilizzare l’acqua di quelli esistenti intorno alle acciaierie. L’assessore Giacchetti: «Provvedimento precauzionale»

Condividi questo articolo su

«Divieto di utilizzo e captazione delle acque sotterranee a scopo domestico, irriguo, igienico sanitario nonché idropotabile da eventuali pozzi privati ubicati nell’intorno degli stabilimenti siderurgici Ast». L’ordinanza del sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, è stata emessa mercoledì ed è diretta conseguenza della pubblicazione – umbriaOn lo ha fatto nella giornata di martedì – dei dati relativi alla presenza di Cromo esavalente nelle falde intorno alla ThyssenKrupp Ast.

Il territorio L’efficacia dell’ordinanza, spiega il documento, «è circoscritta provvisoriamente all’ambito territoriale d’interesse riportato nella planimetria allegata (cliccare qui per la mappa; ndr) e produce i suoi effetti fino alla durata della eccezionale situazione che ha determinato la sua emanazione. Il limite territoriale d’interesse individuato con la presente ordinanza è temporaneo, ovvero, fino a quando le attività di indagine di Arpa avrà consentito di definire l’esatta area di propagazione della contaminazione».

Le misure Per procedere ad una successiva e più ampia diffusione dell’ordinanza «il Dipartimento qualità architettonica e il paesaggio del Comune di Terni viene incaricato a provvedere ad individuare eventuali autorizzazioni per l’escavazione dei pozzi ad uso domestico, nonché permessi di costruire relativi alle opere di attingimento nell’area d’interesse della presente ordinanza e al contempo a richiedere alla Provincia di Terni i dati relativi il censimento dei pozzi ad uso domestico, irriguo e igienico sanitario eventualmente censiti nel corso degli anni con le dichiarazioni fatte dai proprietari».

L’assessore Emilio Giacchetti, l’assessore all’ambiente del Comune, spiega che «questo provvedimento rientra nel nuovo approccio, improntato al principio di massima precauzione (adottato anche nel caso dell’inceneritore Terni Biomassa; ndr) che l’amministrazione comunale intende adottare in tutti i casi analoghi. Ora ci auguriamo che Arpa agisca in fretta e ci metta nelle condizioni di avere il maggior numero possibile di dati aggiornati e attendibili, così da poter valutare con maggiore contezza le reali condizioni di quella zona».

M5S Il commento del Movimento 5 Stelle non si è fatto attendere: «Solo a distanza – la nota di Andrea Liberati e Thomas De Luca – di due mesi dai primi risultati certificati delle analisi dei pozzi, Arpa Umbria ha informato ufficialmente il Comune di Terni. Ciò che sarebbe dovuto essere un dovere politico, etico ed istituzionale è stato ottenuto soltanto tramite il fiato sul collo del M5S rilanciato dagli organi di stampa, tramite la pressione sugli uffici, i continui accessi agli atti e la relativa diffusione pubblica dei dati. Una vicenda che va oltre il surreale, oltre ogni possibile immaginazione. Due mesi per ottenere le adeguate misure precauzionali da parte del sindaco, per mettere in sicurezza la cittadinanza e tutelare la salute pubblica. Oltre un decennio dall’istituzione del  sito d’interesse nazionale per far affiorare i primi dati, con quella completezza nella ricerca da tempo richiesta dal Ministero dell’ambiente. Ci sarebbe da interrogarsi sul fatto se questo possa chiamarsi principio di precauzione. A chi dovrebbero rivolgersi quei cittadini che sono stati esposti, attingendo a quelle acque senza essere minimamente informati? Chi li informerà oggi? Chi vigilerà sul rispetto delle ordinanze? L’11 maggio scorso il comandante dei vigili urbani, attraverso una nota, evidenziava numerose criticità nell’applicazione dell’ordinanza per il divieto di coltivazione e allevamento all’aperto emanata lo scorso mese».

Superficialità e sufficienza «Sulla situazione ternana – proseguono – tutte le istituzioni preposte non possono più fare orecchie da mercante, affrontando con superficialità e sufficienza problematiche che richiedono un approccio organico, strutturato e con lo stanziamento di provvidenze straordinarie anche per trovare risposte verso agricoltori e singoli cittadini. Altrimenti tali atti sindacali risulterebbero essere solo finalizzati alla deresponsabilizzazione dei singoli piuttosto che strumenti di reale prevenzione. Ci riferiamo in particolar modo alle istituzioni regionali come l’Usl 2 Umbria. Aspettiamo con fiducia che il direttore di Arpa Umbria risponda alla nostra richiesta di accesso agli atti, indicando puntualmente la data in cui l’agenzia regionale ha informato Comune, Provincia e Regione sulla contaminazione riscontrata. Ora è arrivato il momento di fare chiarezza fino in fondo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli