Terni, inceneritore: «Azione di tutela»

La decisione del sindaco Di Girolamo di bloccare Terni Biomassa – forse anche sull’onda delle rivelazioni dei dati – impone l’avvio di una ‘operazione verità’

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La premessa è d’obbligo: gli articoli e le rivelazioni di umbriaOn non c’entrano nulla. La decisione del sindaco Di Girolamo, che ha ordinato a Terni Biomassa «la immediata sospensione della attività fino al ripristino delle condizioni autorizzative», deriva da una nota della Usl2, inviata nella giornata di giovedì e dalla conseguente richiesta inoltrata dagli uffici comunali.

L'impianto di Terni Biomassa

L’impianto di Terni Biomassa

Il sindaco «La comunicazione da parte dell’Asl, avvenuta su nostra istanza – dice il sindaco Di Girolamo – relativa alla potenziale nocività degli sforamenti ha portato all’assunzione di questa decisione attraverso un’ordinanza come azione preventiva di tutela dei cittadini. Al momento si registra solo un superamento della diossina, sarà compito dei soggetti titolati a norma di legge ad effettuare controlli, Regione ed Arpa di approfondire la situazione ed adottare le misure necessarie ed eventuali. Controlli che, già nei giorni scorsi, i tecnici dell’Arpa insieme ai carabinieri del Noe di Perugia hanno effettuato sull’attività svolta dalla Terni Biomassa di Maratta a seguito dei quali la Regione ha emanato una diffida all’azienda, per probabili violazioni alla normativa ambientale».

L'inceneritore di Terni Biomassa

L’inceneritore di Terni Biomassa

L’assessore Secondo l’assessore all’ambiente Giachetti, «la sospensione immediata dell’attività dell’inceneritore (in realtà la comunicazione della Regione era partita il 3 maggio; ndr) fino al ripristino delle condizioni autorizzative è un atto di responsabilità nei confronti dei cittadini che denota l’immediatezza e la rapidità da parte dell’amministrazione di assumere, senza esitazione alcuna, disposizioni ferme e necessarie in tutti i casi che si presentano rischiosi per la salute e l’ambiente. Nello spirito del rispetto del principio di precauzione, già adottato in precedenti ordinanze, nello specifico per le zone di Maratta e Prisciano, secondo cui, nel caso in cui dati scientifici non consentono una valutazione completa del rischio, il ricorso al principio, consente l’adozione di politiche cautelative. Quindi, in relazione a quanto accertato dai Carabinieri per la Tutela dell’Ambiente – Nucleo Operativo Ecologico di Perugia e Arpa Umbria, l’attività di gestione dell’impianto di recupero condotto dalla Soc. Terni Biomassa S.r.l., non risultava conforme alle condizioni e prescrizioni dell’atto autorizzativo 9127-09/TR e successivi aggiornamenti e quindi la Regione ha diffidato la Società che, deve adempiere al rispetto di una serie di prescrizioni tecniche, gestionali e procedurali. Sarà attivata da parte degli organi preposti una azione di monitoraggio con l’utilizzo di strumenti aggiuntivi rispetto a quelli già presenti, per un controllo più circostanziato e dettagliato, e solo dopo le opportune valutazioni, stabiliremo il da farsi».

Inceneritore inceneritori biomasse maratta2I dati Ovviamente non c’entra nulla il fatto che umbriaOn abbia reso noto che – secondo quanto ricostruito dagli inquirenti – Terni Biomassa avrebbe bruciato ‘pulper da cartiera’ con un tasso di umidità, nichel, arsenico e cromo oltre i limiti consentiti dalla legge. E che ne sarebbero stati incenerite fino a 170 tonnellate giornaliere (contro le 100 autorizzate) e 7 ogni ora (contro le 3 autorizzate). Come che si sia reso noto che lo smaltimento delle ceneri del ‘pulper’ avveniva con modalità giudicate scorrette, «attribuendo alternativamente codice a specchio – dice il rapporto – per qualifica rifiuti, da ‘pericoloso’ a ‘non’».

Prefettura protesta no inceneritori inceneritore25Acqua e aria Secondo i tecnici dei carabinieri e dell’Arpa sarebbero poi state scaricate sostanze pericolose nel fiume Nera «con presenza di rame superiore ai limiti tabellari massimi», mentre ci sarebe stata la realizzazione di un punto di emissione in atmosfera, senza autorizzazioni, con il «superamento dei limiti previsti per le polveri, il carbonio organico totale, monossido di carbonio, ossidi di azoto e biossido di azoto». Allo stesso modo lo strumento di ‘misurazione emissioni’ sarebbe stato tarato «in modo da non consentire la verifica della presenza di sostanze inquinanti». Circa l’impianto di combustione, infine, sarebbe stato associato il codice ‘fermo’, mentre dal controllo registri carico/scarico rifiuti «veniva accertata l’alimentazione dell’inceneritore».

Tozzi tace Inutile provare a chiedere ai diretti interessati: dall’inceneritore di Terni si viene ‘rimbalzati’ a Ravenna – sede della casa madre e lì la risposta che si riceve da una signora vagamente stranita è – testuale – che «il mio collega che si occupa della cosa mi dice che non ha niente da dire». E amen. In passato, quando sempre umbriaOn aveva sollevato qualche perplessità, qualche risposta era arrivata, mentre in altre circostanze il silenzio aveva regnato sovrano: ora, forse, si riuscirà a fare chiarezza, visto che le esperienze del passato, in Umbria, lasciano qualche dubbio.

Il Pd «L’ordinanza di chiusura dell’inceneritore di Terni Biomassa  – dice il Partito Democratico di Terni – mostra ancora una volta l’impegno della giunta Di Girolamo e dell’assessore all’ambiente Giacchetti per la tutela della salute dei cittadini. Il Partito Democratico di Terni continuerà a promuovere e sostenere in ogni sede tutte le azioni possibili per la tutela del territorio, dell’ambiente e della salute delle persone».

Il M5S Non esprime, per il momento, pareri il  Movimento 5 Stelle di Terni e rinvia tutti ad una conferenza stampa programmata per le 15,30 nella sede di via Bligny.

Forza Italia Il capogruppo di Forza Italia al Comune di Terni, Francesco Maria Ferranti, esprime «soddisfazione per la chiusura dell’impianto printer; scelta seria del sindaco che, assieme al collega Bruschini (capogruppo in Provincia), sollecitammo con due interrogazioni urgenti nelle rispettive istituzioni. Per primi, come Forza Italia ad ottobre 2015, sollecitammo questa esigenza e chiedemmo le verifiche poi svolte da Noe e Asl: si conferma sempre più la linea che sosteniamo con forza da anni, il business dei rifiuti da termovalorizzare a Terni è scelta miope per molte ragioni, ad iniziare dalla collocazione geografica del territorio. Con un mio atto abbiamo assieme ai colleghi del centro destra evitato l’arrivo di 100 mila tonnellate di rifiuti a Terni, costringendo il Pd ad una piena assunzione di responsabilità. Abbiamo per primi sollecitato la chiusura avvenuta oggi dell’impianto printer. Ora – conclude Ferranti – insisteremo per verifiche più precise al camino di Acea».

Il comitato «Dopo l’ordinanza – dice il comitato ‘No inceneritori’ di Terni – va rigettata la richiesta di Autorizzazione integrata ambientale. Altrimenti il pericolo non è sventato. La mobilitazione porta sempre risultati Finalmente questa città ha avuto la dimostrazione che la mobilitazione e la pressione continua sulle istituzioni competenti porta a risultati. Anche se provvisori come nel caso dell’ordinanza di chiusura temporanea dell’inceneritore Terni Biomassa della Tozzi Holding di Ravenna. Finalmente dopo anni in cui in questa città è stato tutto possibile, gli strumenti in mano a sindaco, Asl e Arpa vengono messi a servizio degli interessi della città. Ora però è fondamentale e ovvio, a nostro avviso, che la Regione alla prossima conferenza dei servizi del 6 giugno rigetti l’istanza presentata da Terni Biomassa e neghi l’Autorizzazione integrata ambientale ad un impianto inutile e dannoso e a una impresa che, come rivelano le indagini del Noe, ha disatteso molte prescrizioni rilasciando in atmosfera diossine e furani oltre i limiti. Ammesso che vi siano limiti accettabili. Inoltre va assolutamente rigettata anche l’istanza di Acea di bruciare i rifiuti urbani».

‘Terni possibile’ «La Regione Umbria, con una determina dirigenziale del 3 maggio, ha provveduto a emettere un provvedimento di diffida nei confronti di Terni Biomassa Srl, che obbliga la società a risolvere tutte le irregolarità riscontrate attraverso una serie di diverse prescrizioni entro 30 giorni, sempre che non faccia ricorso al Tar. L’autorità ha invece provveduto ad emettere una serie di sanzioni, per complessivi 19 mila euro», sottolinea Daniela Mercorelli di ‘Terni Possibile’. «Alla luce di tutto questo, siamo convinti che chi mette in atto con consuetudine dei comportamenti dolosi e illegali, continuerà a farlo, a prescindere dalle sanzioni, che pagherà e dalle prescrizioni che sarà obbligato a rispettare. Ecco perché vorremmo che fossero le istituzioni, il sindaco e la presidente della Regione, a chiudere l’inceneritore di ‘Terni Biomassa’, con la stessa facilità con la quale nel 2009 fu rinnovava allo stesso impianto, praticamente inattivo (Printer), l’autorizzazione per 10 anni. In questa vicenda anche la politica e le istituzioni hanno le proprie responsabilità. ‘Terni Biomassa’ deve essere chiuso. Se non lo faranno le istituzioni, saranno i cittadini a farlo. Oggi ‘Terni Biomassa’, domani ‘ARIA-Acea’».

Crescimbeni Paolo Crescimbeni (Gruppo misto) dice che « dopo anni di proteste e manifestazioni dei cittadini, dopo interrogazioni ed atti di indirizzo dei consiglieri comunali, dopo azioni di singoli cittadini che hanno portato in tribunale i loro casi, dopo che anche la Regione – certo non sempre accorta e protettiva nei confronti del nostro territorio – ha emanato le sue prescrizioni/diffide a carico di Terni Biomassa e del suo inceneritore, arriva l’ordine sindacale di spegnere il camino. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire, ma certo il “tardi” ha già prodotto i suoi danni. I danni, dice il sindaco, bisognerà dimostrarli e bisognerà fare un’azione di responsabilità contro l’azienda; la class action di cui tanto si parla. Ma a questo penseranno i magistrati ed i tribunali. A noi consiglieri, invece, il compito di far valere la responsabilità politica dei nostri amministratori, sordi a tutti i richiami dei cittadini e ciechi dinanzi ai dati di cui disponevano. Solo appena 2 anni or sono – dice rivolgendosi direttamente al sindaco – i cittadini di Terni (quei pochi che hanno votato) ti hanno riconfermato fiducia. Fiducia tradita, diranno oggi i tuoi elettori, tradita sulla loro pelle, sulla loro salute. La responsabilità, sindaco, prima di essere giuridica, prima di essere politica, è responsabilità morale. Se “morale” per voi ha un significato, fate un passo indietro, sindaco, tu e la tua giunta: l’aria che avete respirato (“pulita” e nei range) non è stata la nostra stessa aria».

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