Attività estrattive, Legambiente attacca

L’associazione ambientalista si scaglia contro il consiglio regionale ‘reo’ di favorire il settore a discapito del paesaggio

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La politica finisce nel mirino di Legambiente Umbria che si scaglia contro il consiglio e la giunta regionale, ‘rei’ – secondo l’associazione – di favorire le attività estrattive della regione, a discapito del territorio e del paesaggio.

L’attacco Legambiente parla di «ennesimo regalo da campagna elettorale a chi mangia e consuma il paesaggio, con la scusa che il comparto edile e quello estrattivo sono in crisi». Il nodo è rappresentato dall’approvazione dell’emendamento bipartisan, da parte del consiglio regionale, che riporta ai livelli del 2007 il contributo ambientale dovuto dalle imprese del settore.

«Privilegi» «Questo privilegio riservato in Umbria solo ai cavatori – continua Legambiente Umbria – si aggiunge alla proroga delle autorizzazioni per i volumi di materiale non estratto e segue la moratoria di due anni di cui il comparto delle attività estrattive ha beneficiato per il versamento dei canoni di concessione dovuti per 2014 e 2015. Senza dimenticare – aggiungono dall’associazione ambientalista – che in Umbria il canone di concessione per le attività estrattive non arriva nemmeno ad un decimo del prezzo di vendita ed è già tra i più bassi d’Italia».

La strada da seguire Legambiente parla di «atto gravissimo e ingiustificato visto che la concessione è un’indennità dovuta a fronte di un’attività che crea un danno alla collettività, al territorio e al paesaggio. Non è con l’eliminazione del canone di concessione che si risollevano le imprese estrattive e l’edilizia, ma promuovendo un’innovazione capace di fare di questa attività un settore all’avanguardia, puntando sul recupero degli inerti e garantendo la tutela del paesaggio».

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