Avigliano, campetto chiuso: FI protesta

Il coordinatore provinciale dei giovani ‘azzurri’ va all’attacco del commissario prefettizio

Condividi questo articolo su

Una riflessione che nasce probabilmente dalla volontà di difendere l’identità ‘aviglianese’ e – nei fatti – finisce per trasformarsi in un attacco diretto al commissario nominato dalla prefettura di Terni al comune di Avigliano Umbro, in seguito al passaggio dell’ex sindaco Giuseppe Chianella in Regione come assessore alle infrastrutture e ai trasporti. Le bordate partono da Daniele Marcelli, coordinatore provinciale di Forza Italia Giovani, e hanno come destinatario il vice prefetto-commissario Paola Giusti, nominato lo scorso 20 luglio.

La riflessione «Ad Avigliano Umbro – afferma Marcelli – in seguito alla nomina dell’ex sindaco nel ruolo di assessore regionale, è stato nominato un commissario prefettizio che va a ricoprire il ruolo di sindaco, giunta e consiglio comunale. Da subito è nata in me una domanda spontanea: chi ha pensato ed approvato questa legge a livello nazionale e regionale, si è chiesto che senso ha mandare un vero e proprio alieno (sic, ndR) a governare un paese di poco più di 2 mila anime? Il vicesindaco eletto – aggiunge il coordinatore – avrebbe benissimo potuto sostituire il suo predecessore successivamente alla decadenza di quest’ultimo».

Bordate Se le premesse sembrano mettere nel mirino le norme esistenti, il resto è una salva che lascia poche interpretazioni: «L’attuale governante – spiega Daniele Marcelli – non conosce minimamente le esigenze degli aviglianesi e non credo neppure abbia particolare interesse per questi e forse avrà sentito nominare il paese solo grazie al caro, e buono, manfricolo».

Casus belli Alla fine il discorso si sposta sul pratico e l’esponente di Forza Italia cita l’episodio che, evidentemente, gli ha fatto saltare la mosca al naso: «Alcuni giorni fa il campetto da calcio vicino la sede della croce rossa era pieno di bottiglie di birra rotte, con il campo invaso dai vetri. Un grande segno di inciviltà da parte di chi è andato lì a bere durante la festa, anche se c’è da annotare la mancanza di cestini, ma bastava ripulire per far tornare tutto come prima. Invece il giorno dopo, oltre che sporco, il campo risultava chiuso: vietato l’ingresso».

Chiusura indigesta «Vedere il luogo dove almeno tre generazioni di compaesani sono cresciute, lasciato nelle stesse condizioni di una pattumiera e per di più chiuso per decisione di chi non ha contezza del suo significato per i ragazzi del luogo, mi ha irritato e non poco. Dopo essermi maggiormente informato – aggiunge Marcelli – ho capito che, probabilmente, la presenza di quei cartelli era giustificata dal fatto che il campo non rispetta le norme di sicurezza. Ma ammesso che sia così, è assurdo che vicino le porte ‘sigillate’ siano stati lasciati enormi buchi nella rete in grado di permettere ugualmente l’accesso dei ragazzini, certamente noncuranti del divieto».

Conclusione Per il coordinatore di FI, «la misura adottata appare esclusivamente una mossa pilatesca di colui che, non sapendo intervenire in maniera ‘adeguata’, pesca la soluzione per così dire più facile ma totalmente deficitaria di buon senso. Di certo lacunosa per quel che concerne l’interesse primario dei cittadini».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli