Avis: «Emorragia delle donazioni in Umbria»

Nel corso della 47° assemblea regionale è emerso che «nel biennio 2016-2017 sono state registrate circa 3.700 donazioni in meno»

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Il tema centrale della 47° dell’assemblea ordinaria annuale degli associati dell’Avis regionale dell’Umbria, che si è svolto domenica 15 aprile, è stato ‘Avis: il volontario per un servizio credibile ed affidabile’ in continuità al precedente dello scorso anno e in funzione della motivazione e della gratificazione del singolo affinché il suo impegno sia sempre più credibile e affidabile.

3.700 donazioni in meno Nella relazione del consiglio per l’anno 2017 il presidente Marchini ha evidenziato una vera e propria «emorragia delle donazioni registrando, nel biennio 2016-2017, circa 3.700 donazioni in meno con un’esigenza dei servizi che prevedevano una raccolta di almeno 45 mila unità». Durante l’assemblea è stato ribadito il concetto di unità attraverso lo storico slogan ‘Per noi, donare sangue, è un grande gioco di squadra’ e il rispetto dello statuto, del codice etico, dei sani e sinceri rapporti interpersonali, del rispetto reciproco delle idee, e quindi di tutto ciò che garantisce una vita democratica dell’associazione: prima un dibattito sereno, poi il rispetto delle decisioni assunte e la pratica di una condivisione operativa.

Quantità, qualità, specificità ed efficienza La scelta del consiglio è stata quella di un duraturo orientamento centrato sugli utenti che tenga conto delle esigenze di quantità, qualità, specificità ed efficienza (contenimento dei costi) della stessa pratica volontaria; per far ciò occorre rigore, informazione, programmazione e organizzazione. Dalla quantità alla qualità, dalla donazione al donatore consapevole, dalla promozione della donazione alla promozione della cultura solidale, della salute, di stili di vita sani e positivi.

La mission e la vision Il presidente Marchini nel suo intervento ha ribadito la mission e la vision dell’associazione nei confronti del donatore «quale promotore di un primario servizio socio-sanitario ed operatore della salute», anche al fine di «diffondere nella comunità locale d’appartenenza i valori della solidarietà, della gratuità, della partecipazione sociale e civile e della tutela del diritto alla salute» fissando attraverso l’attività dell’associazionismo gli obiettivi per il raggiungimento dell’autosufficienza e gli obiettivi a lungo, medio e breve termine delle diverse sedi Avis.

Le difficoltà L’assessore regionale alla salute Luca Barberini ha ribadito «l’importanza che svolge Avis nel territorio umbro e il rapporto con la pubblica amministrazione». Barberini nel suo intervento ha confermato «le difficoltà nel raggiungimento dei numeri e l’evidente calo delle donazioni su cui evidenzia alcune responsabilità anche nella pubblica amministrazione» sottolineando al tempo stesso anche «dei passi in avanti a cominciare dal 2014 dove sono stati completati tutti i criteri dei centri trasfusionali su cui la regione ha ottenuto il Gmp, ovvero il Good manufacturing practice». L’assessore ha ribadito «la difficoltà di alcuni territori rispetto ad altri, ma l’obiettivo nazionale resta l’autosuficienza e la regione si impegnerà affinché venga raggiunto». Nell’ultimo punto l’assessore Barberini ha toccato anche il tema legato alla comunicazione, soprattutto la comunicazione rivolta ai giovani, protagonisti della società dell’oggi: «Con il coinvolgimento dei giovani in AvisS sarà più facile conseguire i risultati attesi».

Il dono gratuito Durante l’assemblea ha preso la parola anche il consigliere nazionale Antonio Fofano che ha sottolineato «la forza di questa Avis attraverso la misurazione del rapporto con le istituzioni». Nel suo intervento ha ribadito «l’importanza di questo aspetto su cui non c’è una strada alternativa» e la «grandezza che riveste il dono nel nostro Paese, il dono gratuito in Italia è unico e non c’è cosa più bella della gratuità del dono. Dobbiamo avere il coraggio di progettare il futuro è non subirono La trasparenza e la rendicontazione deve essere la nostra sfida, anche attraverso una proposta di investimento in formazione per ampliare la cultura del dono».

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