Bastardo: «Enel chiude e la Regione tace»

Perugia, i sindacati di categoria chiedono a Catiuscia Marini di difendere la centrale

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La paura, sui tempi di chiusura della centrale Enel di Bastardo, adesso diventa panico. Le segreterie di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, infatti, temono che le indiscrezioni sulla volontà di Enel di anticipare il tutto siano avvalorate da elementi concreti.

L’Aia Le organizzazioni sindacali, «qualora tali notizie venissero confermate, condannano fermamente l’atteggiamento dell’Enel, che verrebbe meno in maniera ingiustificabile agli impegni presi con le stesse organizzazioni e con la Regione dell’Umbria, nel mese di aprile scorso, riguardo ai tempi preventivati per la sospensione della produzione. Questa scelta risulterebbe quanto mai inopportuna visto che la centrale in questione è in possesso dell’Autorizzazione integrata ambientale fino al 2023».

Le domande Perché, si chiedono i sindacati, «Enel in Umbria, diversamente da quanto decide in altre Regioni, decreta unilateralmente di anticipare la fermata dell’impianto rispetto all’utorizzazione posseduta e negando di fatto quanto affermato al tavolo? Le segreterie chiedono alla Regione di intervenire e convocare immediatamente il tavolo tecnico, sospeso per le elezioni amministrative, con Enel e sindacati, al fine di chiarire quanto sta accadendo e riaprire il confronto».

Appello a Marini Filctem, Flaei e Uiltec «ribadiscono  con forza  che a questo punto è diventato prioritario un intervento della presidente della Regione al fine di promuovere e concordare interventi che salvaguardino pienamente  i siti produttivi dell’Umbria di Bastardo e di Pietrfitta evitando da parte del gruppo Enel fughe in avanti in netto contrasto con quanto scritto e dichiarato ufficialmente pochi mesi fa».

 

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