«Caccia al magrebino? Questione d’amore»

Perugia, un avvocato spiega – dal suo punto di vista – come la festa dei 110 anni del ‘Grifo’ sia finita male

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di Silvia Serangeli
Avvocato

Questo messaggio è indirizzato personalmente e direttamente al giornalista che si è occupato con grande solerzia di raccontare reiteratamente e, direi, animatamente, i fatti di cronaca relativi all’episodio “Ultrà del Perugia – Magrebini” del 09.06.2015 verificatosi in Perugia.

Mi chiamo Silvia Serangeli, nasco e risiedo a Perugia – Ponte San Giovanni, sono avvocato, sono tifosa del Perugia, sono donna di sinistra ed ero in centro anche io quella sera a festeggiare il compleanno del nostro amato Grifo nella nostra amata Perugia.

Direi che potrebbe anche bastare di parlare di questo episodio, conclusosi massimo due giorni dopo il 9 Giugno scorso se, e dico se, piu lei scrive e piu tende a buttare “luce torva – peggio, un sottile velo nero – su una tifoseria che (come scrive proprio lei) invece ha dimostrato di essere capace di portare con dignità i colori della propria città in giro per l’Italia”. APPUNTO!

La reazione, perchè si è trattata di una reazione ad un lancio di bottiglie in direzione dei tifosi del Perugia e durante una manifestazione gioiosa in cui erano presenti dai bambini alle persone anziane, è giustificata da un unico ottimo motivo: il grande Amore per Perugia!

La causa unica della reazione violenta è l’assoluta esasperazione a fronte di una condizione, come scrive sempre lei, di degrado legato allo spaccio,e come dico io, anche di maleducazione, di arroganza, di totale mancanza di rispetto per la città e per le persone che la abitano che si protrae da troppi lunghissimi anni.

Ma quale follia ultrà? Ma quale caccia al magrebino? Sono stati raggiunti e riconosciuti gli autori del lancio di bottiglie in direzione dei tifosi, punto!

Altra clamorosa inesattezza.

Che “L’episodio di quella notte non è piaciuto per niente alla maggioranza dei tifosi perugini, che si sono detti decisamente indignati da tanta violenza” non solo non trova riscontro nella realtà dei fatti e delle valutazioni espresse dalla opinione pubblica, ma ho prova documentabile di messaggi, inviati alla sottoscritta da parte di Colleghi, quindi, avvocati del Foro di Perugia, che non solo si compiacevano della reazione difensiva attivata dai nostri tifosi ultrà a tutela degli altri tifosi e della città, ma che addirittura si proponevano professionalmente qualora gli ultrà avessero dovuto affrontare conseguenza legali per tali fatti!

E mi dispiace, ma non è merito dei suoi articoli e scoop se gli ultrà del Perugia hanno deciso di andare a risarcire dei danni arrecati il proprietario del locale.

Ma vi è di più.

Siete gli unici, intendo come testata giornalistica umbra, ad avere usato toni così drammatici e negativi con riguardo a questo evento riguardante la tifoseria perugina. Mi impongo di pensare che non possa dipendere dalla postazione geografica ove è ubicata la vostra sede giornalistica.

Non c’è la benchè minima traccia di intolleranza verso altre culture in chi vi scrive, ma la realtà urbana che ci circonda è allarmante. E non sono neanche contraria all’accoglienza, organizzata in modo serio, di poveri profughi in cerca di migliore vita. Qui parliamo d’altro!

A Terni vengono sgozzati per strada giovani ragazzi a cui viene strappata la vita senza un motivo esistente. A Perugia si prendono il centro storico di cui si sentono i padroni, tanto da essere infastiditi dalle libere festeggianze dei Perugini in piazza.

Gentile Avvocato,
come noterà la Sua accorata esternazione è stata pubblicata integralmente e senza correzione alcuna. Così che tutti coloro che avranno la ventura di leggerla possano capire. Mi permetto solo di rimarcare due passaggi: “Sono stati raggiunti e riconosciuti gli autori del lancio di bottiglie in direzione dei tifosi, punto!” e “gli ultrà del Perugia hanno deciso di andare a risarcire dei danni arrecati il proprietario del locale”. Il collega, non ternano, che ha scritto gli articoli (spero per i Suoi clienti che in tribunale Lei vada più informata di quanto non faccia allo stadio),  ha scritto entrambe le cose nei suoi articoli. Ergo, ha fatto benissimo il suo lavoro. Quanto alla “postazione geografica”: essere perugina o magrebino non è una discriminante. Per noi. Io, quindi, posso solo esprimerLe la più completa e incondizionata umana comprensione.

Marco Torricelli
Direttore di umbriaOn

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