Caso Novelli, il M5S: «Colpa della politica»

Terni, il senatore Stefano Lucidi chiede di «verificare l’operato degli amministratori presenti al tavolo ministeriale che ha di fatto avallato la cessione dell’azienda»

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Stefano Lucidi

di Stefano Lucidi
Senatore del M5S

Sul caso Novelli abbiamo presentato una nuova interrogazione parlamentare per chiedere di verificare le responsabilità dei politici locali all’atto della cessione aziendale e soprattutto alla luce dei prefallimenti dichiarati e della tragica situazione lavorativa attuale.

È assurdo che, a fronte delle oltre 200 persone coinvolte direttamente o indirettamente dalla perdita del posto di lavoro nella vicenda Novelli, nessuno faccia le giuste domande.

Il ministro deve verificare l’operato degli amministratori presenti in quel tavolo ministeriale che non solo non prevede l’accesso ai rappresentanti dei cittadini, ma che ha di fatto avallato la cessione dell’azienda, dopo la quale si sono scatenati una serie di eventi infausti intorno a questa realtà.

Nell’interrogazione chiediamo al ministro di verificare tutte le affermazioni fatte dagli amministratori durante le riunioni del tavolo ministeriale, dichiarazioni tutte fatte a senso unico, cioè quello della cessione a tutti i costi. Nessuna voce si levò in senso critico o manifestando dissenso. Tutti d’accordo, Ministero, Regioni Umbria, Lazio e Lombardia, Comuni di Spoleto, Terni e Amelia.

Perché? Due sono le dichiarazioni in particolare sotto la lente d’ingrandimento.

Il Presidente del Consiglio comunale di Spoleto, Giampiero Panfili dichiarò: “l’offerta di acquisizione del Gruppo ricevuta è accoglibile e (…) offre la soluzione ai problemi del Gruppo degli ultimi anni che altrimenti rischiano di creare gravi tensioni sociali nel territorio”.

La Presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini invece: “… è importante riportare i soci alle responsabilità del loro ruolo che deve coincidere con l’interesse della sopravvivenza dell’azienda ed ha chiesto quindi al CdA di esercitare i suoi poteri ordinari e straordinari e di compiere tutte le azioni necessarie a preservare la continuità delle attività aziendali, indipendentemente dalle sorti della società”.

Tutti gli altri interventi furono più o meno di questo tono.

Ora, appare evidente a distanza di mesi, che quell’offerta, ammesso che ci fosse, non essendo agli atti dei verbali del Ministero, non ha garantito proprio nulla, e che le attività aziendali non sono continuate indipendentemente dalle sorti della società.

In attesa della risposta del Ministro, stiamo anche predisponendo un disegno di legge che istituisca una commissione di inchiesta parlamentare e stiamo valutando anche una commissione d’inchiesta regionale, per investigare sulle modalità di gestione delle crisi d’impresa, dei concordati fallimentari e dei fallimenti in genere.

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