Caso Verdini: l’inchiesta guarda anche agli appalti umbri

Nel mirino degli inquirenti le imprese che hanno utilizzato la Inver per partecipare alle gare Anas

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di Giovanni Cardarello

Sembra un vero e proprio botto di Capodanno quanto accaduto fra mondo imprenditoriale e politico nei giorni a cavallo tra il 29 e il 31 dicembre. Parliamo dell’inchiesta della procura di Roma che ha coinvolto l’ex senatore Denis Verdini, il figlio Tommaso e l’imprenditore narnese Fabio Pileri. Un ‘botto’ di Capodanno tanto per le misure prese, tra arresti domiciliari e interdizioni, quanto per la rilevanza dei nomi coinvolti: i Verdini sono rispettivamente padre e fratello della compagna del vice presidente del consiglio Matteo Salvini, quanto per le cifre che ballano intorno alla vicenda. Cifre che, obbedendo al caro vecchio schema del ‘follow the money’, portano dritto nel cuore dell’Italia, o meglio nel cuore verde dell’Italia: l’Umbria.

È di Narni il socio di Verdini jr. arrestato nell’inchiesta sugli appalti Anas

Sì perché i due appalti principali su cui si sono concentrate le indagini sono quello della galleria Pallotta lungo il raccordo autostradale Perugia-Bettolle e del tratto umbro della Orte-Mestre, la E45. Appalti che sarebbero finiti al centro degli appetiti di alcune imprese locali e su cui si sta facendo chiarezza. Appalti a cui le imprese in questione, con azioni svoltesi tra l’estate del 2022 e la tarda primavera del 2023, hanno lavorato con la ‘consulenza’ della Inver. Ovvero la società di Verdini e Pileri.

Secondo gli inquirenti, le imprese venivano a conoscenza dell’appalto in anteprima o, in alternativa, venivano sollecitate dalla Inver. E qui – sempre per chi indaga, e sono tesi tutte da dimostrare – entrava in gioco il meccanismo della turbativa d’asta e della corruzione che permetteva alle aziende di costruire le offerte giuste per convincere le commissione di gara.

Questa ‘consulenza’ – in base alle risultanze investigative della Guardia di finanza di Roma – veniva poi retribuita con incarichi fittizi e rapporti di lavoro nelle aziende che partecipavano all’appalto. Ma non è finita qui. Oltre alle grandi commesse Anas, sotto la lente di osservazione ci sarebbero anche due appalti ‘minori’ nel territorio dell’Umbria. Non può escludersi che, ad inizio 2024, l’inchiesta possa allargarsi ulteriormente, coinvolgendo altre persone.

Da segnalare, infine, che la vicenda è già travalica in durissima polemica politica con la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, che chiede al ministro Salvini di riferire in Parlamento «sulle gravi vicende di cui leggiamo sui giornali sugli appalti Anas» e Fratelli d’Italia, il partito del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che risponde indirettamente nel commento sul quotidiano ‘File ore 11’ e che circola da ore nelle chat di Fratelli d’Italia. «C’è una indagine in corso, iniziata ben prima dell’insediamento dell’attuale governo, che non coinvolge Salvini né altri esponenti politici. Attendiamo gli sviluppi». Sottolineando che «se la sinistra e i giornali di sinistra avessero usato lo stesso metro giustizialista a ogni inchiesta di corruzione che ha lambito più o meno da vicino sindaci, governatori, politici e ministri di sinistra, oggi avremmo una classe politica di centrosinistra completamente nuova – si legge nel commento -. Lo schema garantisti fino all’inverosimile con la sinistra (cucce dei cani comprese) e giustizialisti con gli avversari fa ridere e non fa più presa con nessuno. La magistratura faccia il proprio lavoro, commenteremo i fatti e non i teoremi della sinistra».

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