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di Voltero Petrocchi
In questo caso il Comune c’entra ‘di striscio’ ma quanto accade dalle proprie parti (al Comune) non dovrebbe sfuggire. Siamo a Casteldelmonte (frazione di Acquasparta) dove il SII progetta e realizza un impianto per il trattamento delle acque reflue (fosse biologiche). Un cartello indica che i lavori sono da iniziare il 16 novembre 2022 e da terminare il 16 dicembre dello stesso anno (‘un’impresa’ anche per l’impresa aggiudicataria notoriamente seria e strutturata). A guardare si ha l’idea di un intervento ben fatto e funzionante ma ‘l’asino casca’ nel vedere che il tutto è protetto da una recinzione …che non c’è. Stiamo parlando di un impianto che può essere danneggiato o che può costituire pericolo (presenza di parti elettriche, motori etc.) e di un impianto che funziona e realizzato per la gran parte. Tornando ‘all’asino che casca’, manca/mancherebbe per la recinzione il parere della Sovrintendenza; parere, è da supporre, che sarebbe stato necessario acquisire per l’intero intervento e non solo per questa parte obiettivamente ininfluente e comunque facilmente ‘mitigabile’, nell’ipotetica valutazione di un impatto ambientale. L’impianto è lì ed una valutazione obiettiva ne confermerebbe validità e ‘grazia’ nell’esecuzione (merce rara di questi tempi). Manca questa benedetta recinzione e non è raro che le ‘calende greche’ siano di nuovo da prendere come riferimento.