«C’è chi deve dormire in auto». In piazza per gli studenti senza casa

Tende nel centro di Perugia e una notte passata in macchina. Il forte messaggio rivolto alla Regione

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di G.R.

«Devono capire che ci hanno lasciato per strada». La crisi abitativa c’è e gli studenti la risentono molto. Ha deciso quindi di scendere in piazza nel Centro di Perugia la Sinistra Universitaria-UDU. La manifestazione del tardo pomeriggio di lunedì ha visto montare nelle vie dell’acropoli alcune tende e durante la notte alcuni studenti per protesta dormiranno in auto alla Cupa.

«Ci hanno lasciati per strada»

«La crisi è così grave che abbiamo deciso di farci sentire davanti alla Regione». La coordinatrice di UDU Margherita Esposito ha spiegato la situazione disumana che c’è dietro questa manifestazione: «Abbiamo raccolto numerose testimonianze terribili: alcune studentesse con problemi economici sono state costrette a dormire in macchia perché non hanno ricevuto l’alloggio, e nel frattempo non riescono a trovare un’altra sistemazione». Non sono stati assegnati i posti letto neanche a chi li avrebbe avuti di diritto: «Più di seicento studenti non avranno il posto letto offerto dall’Agenzia. A causa dei tagli e delle incurie della Regione, per la prima volta gli studenti idonei al servizio abitativo non avranno un alloggio. Questo significa che il diritto alla casa degli studenti stavantaggati non sarà garantito». A questo si aggiunge la crisi abitativa: «Sono tantissimi gli studenti fuorisede che non riescono a trovare una stanza a Perugia, e se la trovano la pagano a un prezzo altissimo». Così i ragazzi hanno scelto di scendere in piazza anche perché si sentono non ascoltati da chi di dovere: «In questi giorni gli uffici e il sistema informatico dell’ADiSU hanno commesso numerosi errori, paralizzando l’intero sistema del diritto allo studio. Nonostante le nostre continue segnalazioni, abbiamo ricevuto un trattamento di indifferenza e ostilità da parte di alcuni responsabili dell’Agenzia. Vogliamo lanciare un segnale fortissimo alla Regione: devono capire che ci hanno lasciati per strada, letteralmente».

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