«C’è un vizio di forma nell’iter degli Arconi»

Perugia, l’assemblea doveva servire per annunciare la presentazione delle 1500 firme in Comune, ma emergono nuovi elementi. Si va verso un esposto in Procura

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di P.C.

Il malloppo è sul tavolo: ci sono le due pagine A4 con il testo della petizione, ma soprattutto ci sono tanti fogli scritti fitti fitti con circa 1500 firme, che la prossima settimana saranno depositate in Comune e in Soprintendenza. «Lunedì o martedì al massimo», assicura Primo Tenca, che della campagna contro il cemento armato agli Arconi è diventato da subito il leader.

TUTTO SUGLI ARCONI – ARCHIVIO UMBRIAON

Arconi Perugia raccolte firme Primo Tenca

Raccolta firme

Esposto in Procura Nel documento si parla di bellezza, di tutela del patrimonio storico e paesaggistico, di rispetto della storia. Si chiederà la sospensione immediata dei lavori e un tavolo di concertazione con la città. Il testo della petizione è pronto da mesi, da quando è cominciata la raccolta di firme. E così resterà. Non sono previste integrazioni, nonostante nel corso dell’assemblea di venerdì mattina siano emersi elementi nuovi e significativi. Il più eclatante riguarda un possibile esposto in Procura per ‘vizio di forma’ nel progetto (c’è chi parla addirittura di ‘falso in atto pubblico’), in quanto non ci sarebbe conformità fra il disegno originario e quello finale, integrato con le modifiche che tanto hanno fatto arrabbiare buona parte dell’intellighenzia cittadina: il cemento armato, le vetrate rientrate, i cosiddetti ‘tavolini’. «Una mascalzonata – li definisce Fabio Maria Ciuffini – sono la cosa che più ci dà fastidio, tanto che il nostro movimento dovrebbe essere ribattezzato ‘no Tav’», dice scatenando risate in sala.

FRANCO NUCCIARELLI: PAGHIAMO UN BLITZ DI GIZZI – VIDEO

Arconi Perugia raccolte firme Primo Tenca

Nucciarelli duro con i ‘suoi’

Nucciarelli: «Decisione delinquenziale» Ben più pesanti le parole di Franco Ivan Nucciarelli, consigliere di maggioranza, la cui adesione alla protesta aveva creato scalpore proprio per questa curiosa coincidenza che lo porta a criticare, anche con parole aspre, la sua stessa amministrazione. Il progetto era già stato definito «demenziale» (qui l’intervista a umbriaOn), ora alza il livello e aggiunge l’aggettivo «delinquenziale», parlando della scelta di utilizzare cemento armato. Poi, tanto per gradire, nel suo intervento tocca en passant un altro dei nervi scoperti nel dibattito cittadino fra destra e sinistra: il Minimetrò «che – assicura Nucciarelli – nonostante il buco di bilancio, è opera innovativa e intelligente, nel solco della tradizione perugina testimoniata dalle scale mobili».

La ricostruzione Ripercorrendo la storia della modifica al progetto Arconi, Nucciarelli sottolinea come la decisione fu quasi ‘imposta’ dall’ex Soprintendente Gizzi («che stava paralizzando vari cantieri quando andò via, per intervento di Catiuscia Marini»). «Ora – prosegue il consigliere – noi abbiamo un progetto brutto perché al soprintendente che c’era allora è piaciuto tirare indietro di tre metri le vetrate. Quando abbiamo chiamato in audizione Marica Mercalli (che ha sostituito Gizzi, ndr) si capiva lontano un miglio che anche lei trovava il cemento armato fuori posto e dissonante, ma ci spiegò che, soprattutto dopo lo ‘sblocca Italia’, risulta molto più difficile ritornare su certe decisioni, quindi lei non aveva spazio di manovra. Quel poco che poteva fare lo ha fatto, eliminando le terrazze».

ARCONI: LE TESI DEL COMUNE FURONO ESPOSTE DA CALABRESE

Arconi Perugia raccolte firme Primo Tenca

L’assemblea contro il progetto Arconi

Manca il controllo popolare «Ora però possiamo fare poco – conclude Nucciarelli – c’è stata scarsa vigilanza nella parte iniziale. Se noi fossimo riusciti a bloccare tutto all’inizio, come è successo con San Bevignate, sarebbe stato più facile; adesso mi rendo conto che il Comune potrebbe andare incontro a grosse penali. Perché non c’è stato controllo? Perché non c’è a Perugia sufficiente partecipazione. Anche per questo, è preziosa la creazione di un osservatorio permanente». Una tesi, quella dello scarso controllo popolare, sposata in pieno dall’assemblea e dallo stesso Primo Tenca: «Il guaio è che non ci sono più le circoscrizioni cui venivano sottoposti gli atti». Per controllare cosa sta succedendo in quel cantiere, al sindaco Romizi sarà richiesta la possibilità di fare un sopralluogo.

Patrimonio dell’uomo Oltre a tanti intellettuali ed accademici, oltre ad ex tecnici ed ex politici di primo piano della storia perugina, alla petizione aderiscono anche numerose associazioni: Radici di pietra, Acropolis, Società di mutuo soccorso, La tramontana, Famiglia perugina, Cittadinanzattiva e la sezione perugina della Lega per la difesa dei diritti dell’uomo, rappresentata in sala da Gianmarco Cesari, che punta in alto: «Con quegli artifici di cemento armato – denuncia – c’è una chiara violazione di un patrimonio protetto dall’articolo 9 della Costituzione italiana. Noi dobbiamo proteggere quel luogo, non solo in quanto patrimonio del Comune di Perugia, ma dell’intera nazione, dell’umanità. Ecco perché andrebbe fatta una interrogazione anche al Ministero e, magari, rivolgersi all’Unione europea».

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