Cessione Ternana, Bandecchi si fa sotto

L’imprenditore 56enne livornese, fondatore dell’universita ‘Niccolò Cusano’, interessato all’acquisizione delle quote rossoverdi: «Ok solo con il cambio denominazione»

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di S.F.

Un livornese che vuol comprare, o almeno provarci, la Ternana Calcio. Legato alla fondazione e allo sviluppo dell’università telematica non statale ‘Niccolò Cusano’ (attraverso la società delle scienze umane): è Stefano Bandecchi, 56enne imprenditore toscano legato all’ateneo romano, alla Virtus Basket, all’Aurelia nuoto e al Fondi, club militante in Lega Pro. C’è una condizione imprenscidibile per la buona riuscita dell’operazione: «Unicusano Ternana o niente». Vale a dire la modifica della denominazione.

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Stefano Ranucci (foto illivornese.it)

Unicusano e il calcio Imprenditore ‘extra’ Roma dunque in corsa per rilevare le quote libere della società rossoverde. Già in passato interessato ad entrare nel mondo del calcio al di là dell’ingresso nel mondo Fondi: nel 2014 ci fu una trattativa per acquisire da Spinelli proprio il club della sua città, il Livorno, all’epoca militante in serie B. Due gli uomini – in particolar – di fiducia del livornese, Stefano Ranucci (presidente dell’Unicusano Fondi) e l’avvocato Giovanni Puoti, presidente del CdA. Unicusano, concorrente di quell’università Pegaso che – questi almeno i tempi indicati lo scorso 19 aprile – inaugurerà la sede di Collescipoli entro fine giugno.

LA TERNANA: DUE TRATTATIVE SERIE

L’incontro L’indiscrezione è stata lanciata dal portale alfredopedullà.com e parla di un faccia a faccia fissato per capire se ci sono le basi per avanzare nella trattativa. Le società sportive che vedono coinvolta l’università telematica (una realtà, a detta dello stesso Bandecchi in una recente intervista a Tuttosport, da oltre 20 mila iscritti e 600 dipendenti, con campus romano da 16 mila metri quadri) hanno tutte una caratteristica: nella denominazione appare proprio – vuoi per sponsorizzazione, vuoi per l’effettiva proprietà – il nome Unicusano. Per l’imprenditore toscano – impegnato anche nei settori della ristorazione, del turismo e dell’editoria – anche un passato di stampo politico tra le fila del Msi (Movimento sociale italiano), di Forza Italia e del Mui (Movimento unione italiano), che ha fondato lui stesso.  

«Cambio nome o niente» E l’ufficio stampa Unicusano, a proposito di quest’ultima ‘caratteristica’, mette subito in chiaro una cosa: «Terni è una grande città e lo è anche nel mondo del calcio, negli ultimi cento anni. L’Unicusano si è interessata alla situazione attuale, ma resta inteso che semmai l’Ateneo trovasse le condizioni per chiudere questo accordo, la squadra della Ternana, dal giorno dopo, si chiamerebbe Unicusano Ternana; quindi uno dei motivi per non chiudere questo accordo sarebbe l’ostilità dei tifosi nei confronti di questa condizione. Che per noi è invece imprescindibile, in ogni città e in ogni piazza». Trattativa tutta da portare avanti, ma intanto c’è l’avviso ai supporter. E giù di altra spaccatura, tra chi – a malincuore – accetterebbe pur di restare in categoria e chi dice ‘no’.

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