Cinghiali in Umbria, nuovo sos Coldiretti

Audizione del presidente regionale Agabiti in II° e III° commissione congiunta: «Situazione drammatica. Sono circa 130.000, quattro volte superiore al limite ‘sopportabile’»

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«Occorre al più presto ristabilire sul territorio il giusto equilibrio riguardo alla popolazione dei cinghiali, stimata in circa 130.000 esemplari. Almeno di quattro volte superiore ad un normale limite di presenze ‘sopportabile’». Parole di Albano Agabiti, presidente di Coldiretti Umbria, in merito all’annoso problema in Umbria: dell’argomento se ne è tornato a discutere in occasione della commissione congiunta – II° e III° – alla presenza dell’assessore Roberto Morroni e dei presidenti dei tre Ambiti territoriali di caccia regionali, rispettivamente Alessandro Monicelli, Luciano Calabresi e Leonardo Fontanella.

Un cinghiale a Spello

Ancora sos 

Agabiti è stato audito in merito alla proliferazione degli animali e i danni da fauna selvatica che recano disagio agli imprenditori agricoli. «L’obiettivo è stato quello di rappresentare – sottolinea – in sede consiliare la necessità di perseguire le più ampie riforme normative, necessarie per snelle e tempestive azioni di tutela della nostra imprenditoria, superando ogni complicazione di ordine burocratico e rinnovando le vigenti procedure di intervento ormai non più funzionali. Se la modifica della legge nazionale in materia infatti è fondamentale occorre anche un rinnovato e forte impegno a livello regionale, con una normativa più stringente, per ricercare ogni possibile e utile risposta che possa alleviare fin da ora il problema, evitando la chiusura di tante aziende e il conseguente spopolamento delle aree rurali, alle prese tra l’altro anche con gli attacchi dei lupi, così come con i danni provocati da cornacchie e altri animali».

Albano Agabiti

Il diritto di produzione

Coldiretti durante l’incontro ha evidenziato «il positivo impegno che l’assessorato all’agricoltura sta mettendo in campo sul problema» che, tuttavia, deve «concretizzarsi in una sinergia di intenti e azioni, utili a salvaguardare i redditi e il lavoro degli agricoltori dai continui attacchi delle specie nocive, giungendo anche a più omogenee regole ‘comportamentali’ all’interno degli Atx. Non ci stancheremo di affermare  come serve tutelare in qualsiasi modo il sacrosanto diritto di produrre degli imprenditori, in una ‘partita’ che richiede un pezzo di lavoro da parte di tutti i portatori di interesse, competenze e responsabilità».

Rischi sanitari

In commissione anche il direttore regionale di Coldiretti, Mario Rossi: «L’audizione, così come gli incontri che abbiamo richiesto in prefettura a Perugia e Terni rientrano nell’ambito della mobilitazione che stiamo mettendo in atto sul territorio, per far fronte in maniera definitiva a questa ‘piaga’ che affligge da troppo tempo il comparto. Un impegno che dobbiamo ai nostri agricoltori il cui lavoro esige rispetto, e che deve ‘investire’ responsabilmente tutti gli attori del territorio coinvolti, vista la presa d’atto collettiva della gravità di una problematica la cui risoluzione non è più rimandabile. Abbiamo pure confermato la necessità – conclude – di una più ampia gestione delle aree protette, al momento veri ‘serbatoi’ per i cinghiali, il cui numero eccessivo amplifica pure la possibilità di rischi sanitari, così come di una filiera tracciata e controllata delle carni di cinghiale con valorizzazione diretta dell’attività agricola, come ulteriore opportunità di sviluppo locale». I tre rappresentanti degli Atc hanno assicurato «impegno per contenere la problematica».

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